La morte discreta

La settimana scorsa è morto il mio vicino di casa, Aldo. Viveva proprio sotto di me e io facevo piano per non disturbarlo, specie di notte, perché sapevo che era malato. Se non ho capito male, è stata la leucemia a portarselo via. Ora non mi arriverà più l’odore di fumo delle sue sigarette, quando lasciavo le finestre aperte. Un mese fa circa è morto Luca Martinelli. Collaborava con Stampa Libera nello stesso periodo in cui collaboravo anch’io e l’utente SDEI. E’ stato quest’ultimo a sollecitarmi un articolo per ricordare un bravo blogger quale fu Martinelli, ma io mi rendo conto di doverlo deludere perché non l’ho presente. Se è la stessa persona che ho in mente io, mi ricordo che aveva un aspetto giovanile. Anche qui, se non ho capito male, è stato un infarto a portarselo via. Oggi sono morto anch’io, ma solo per dieci minuti. L’anestesista trafficava con dei tubicini alla mia destra, me disteso su una lettiga presso il pronto soccorso dell’ospedale di San Daniele.

Quando mi sono risvegliato, il cardiologo era alla mia sinistra e mi sono messo subito a ciarlare con lui, dicendo evidentemente delle facezie, visto che si è anche messo a ridere. Forse nell’anestesia ci mettono qualche sostanza esilarante, come i famosi gas. Come mi avevano detto fin dall’inizio, al risveglio non mi sarei ricordato nulla, né tanto meno avrei provato alcun dolore, mentre mi veniva somministrata una Cardio Versione Elettrica (C.V.E.). Anzi, ho saputo poi, siccome una scossa non è bastata, il cardiologo me ne ha somministrate due. Lo scopo delle C.V.E. è quello di eliminare le aritmie cardiache e, da questo punto di vista, l’operazione ha avuto successo: ora il mio cuore ha un battito regolare. Si tratta di vedere se manterrà questo ritmo corretto.

Quando il mio medico di base mi parlò dell’elettroshock al cuore, rimasi terrorizzato, ma poi piano piano accettai l’idea. Quando, prima di sottopormivici, pensavo che sarei rimasto privo di controllo per un tempo determinato, rimasi alquanto turbato, ma poi mi rassegnai. L’alternativa era impraticabile, giacché una scarica di quel genere è assai dolorosa. Ne deriva che la più ardua battaglia è quella con se stessi, contro le proprie paure. E questo sono in tanti a dirlo. Ora mi sento rinato. E’ passata la spossatezza dovuta alla fibrillazione atriale e se anche dovrò prendere medicine per il resto dei miei giorni, pazienza. Bigpharma ha un devoto consumatore in più.

Questa probabilmente è la morte: perdere coscienza senza accorgersene. E questa è la resurrezione: risvegliarsi e cominciare a dire facezie a chi ti sta vicino. Come se niente fosse. Morte e rinascita, due capisaldi della filosofia umana. Della prima v’è certezza, della seconda no. La morte, comunque, ha sempre un modo tutto suo di manifestarsi. Discreta e imperturbabile, dal passo ovattato. Colpisce a caso, in modo quasi sempre bizzarro e senza criterio. Le cose di Aldo sono ancora lì. Le figlie non sono venute a svuotare il miniappartamento. Quando la morte volgerà su di me il suo sguardo discreto, chi verrà a portar via i miei libri? Chi si prenderà la mia collezione di fossili e minerali? Spero che, chiunque sia, sappia apprezzarli.