Mi sarei aspettato che Laura Fezia, parlando di apparizioni mariane, facesse qualche riferimento a quella particolare razza aliena, detta dei Lux, che con ogni probabilità è implicata laddove qualcuno afferma di aver visto la Madonna, come accadde ai tre famosi pastorelli di Fatima, ma evidentemente la relatrice non ha mai visto i video di Corrado Malanga, né si è mai interessata di questioni alienologiche. Niente di male in questo, poiché un sano materialismo storico non guasta mai, giacché ci obbliga a tenere i piedi rigorosamente ben piantati in terra. La dottoressa Fezia fa qui in interessante excursus storico, partendo da Paolo di Tarso, il vero fondatore del cristianesimo, arrivando alle disposizioni dei Papi moderni che hanno stabilito la veridicità di alcune apparizioni e non di altre, con lo stesso spirito per cui “l’apostolo delle genti” creò il nuovo culto: il business. La Gadgettistica, cioè la vendita di gadget legati alle apparizioni mariane ha la sua commerciale ragion d’essere e la Chiesa si è limitata a contrastare solo quelle meno redditizie, o che non portavano frutto alle proprie casse. Due in particolare, fra le circa 7.000 apparizioni di Maria che Paolo Brosio sostiene si siano verificate in tutto il mondo tranne che in Oceania, sono risultate intoccabili da parte della Chiesa, benché con ogni probabilità siano state inventate di sana pianta: quella della Madonna del Pilar in Spagna e quella della Madonna di Guadalupe in Messico. Di fronte a un giro d’affari simile, anche un Papa austero come Benedetto XVI dovette voltare lo sguardo da un’altra parte.
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