venerdì 28 dicembre 2018

Una scoreggia vi seppellirà



Cosa causa più emissioni di gas serra: allevare mucche o guidare macchine? Secondo un rapporto pubblicato dalla FAO nel 2006!,  il settore zootecnico produce più emissioni di gas serra – il 18 per cento misurato in biossido di carbonio (CO2) - che i trasporti. Non solo, ma esso è anche una delle cause principali di degrado del suolo e delle risorse idriche.

6 commenti:

  1. RIPORTO ALCUNE PAGINE DAL MIO LIBRO "ROBA DA SARDI.VE LA DOIO LA SARDEGNA"
    La follia politica si commisura all’ignoranza dei dati che documentano la follia economica del destinare a mangime per animali da allevamento di morte un ettaro di terreno che potrebbe produrre in un anno 2500 kg di proteine vegetali per uomini, mentre, destinato a mangime, produce solo 250 kg di proteine animali, con un consumo di acqua 70 volte maggiore. Si è calcolato che per produrre un solo hamburger vengono prodotti 3 kg di anidride carbonica e che oltre la metà dei gas serra è emessa dagli allevamenti industriali di carne da macello. Per far crescere di un kg di peso un manzo occorrono da 7 a 10 kg di mangime, costituito da cereali e leguminose. E solo più della metà del suo peso è commestibile. Un terzo della produzione mondiale di cereali viene consumata dagli animali da allevamento industriale, ma negli USA e in Europa oltre la metà dei cereali viene consumata come mangime. Negli USA, che ha la popolazione più carnivora della Terra, nel 1979 dei 145 milioni di tonnellate di cereali e di soia solo 21 milioni sono stati utilizzati per l’alimentazione umana. A causa dello spazio ridotto degli allevamenti intensivi il terreno circostante non è più in grado di assorbire la quantità di deiezioni, che si depositano nelle acque di superficie e nelle falde acquifere. Tra queste deiezioni vi sono anche metalli pesanti come rame, zinco, selenio, cobalto, arsenico, ferro, manganese, somministrati agli animali per promuoverne la crescita in tempi brevi. Si stima che un manzo ogni giorno produca 20 kg di sterco. Anche i caseifici, insieme con gli impianti di macellazione, inquinano le falde acquifere. Né vale proporre un allevamento estensivo invece che intensivo perché occorrerebbe per questo o ridurre il consumo di carne dell’80% o avere almeno un 60% in più di superficie coltivabile. E per quanto riguarda il consumo di energia è stato stimato che la produzione di proteine animali richiede un consumo di energia da 2,5 a 50 volte superiore rispetto alla produzione di proteine vegetali.
    Si va predicando moralmente contro la fame nel mondo e contro lo spreco delle risorse d’acqua perché non si rispettano le condizioni di vita conformi al rispetto del diritto naturale, facendo del palato, e non delle reali necessità dell’organismo, la base delle tradizioni alimentari. Ma, variando un noto proverbio, si può dire che ne uccide più il palato della spada. Gli allevamenti intensivi avvengono in spazi chiusi, e per evitare epidemie viene aggiunto dell’antibiotico per uso veterinario, cosicché chi consuma carni ingerisce ogni volta lo stesso antibiotico. La natura si vendica con l’aumento di decessi per cancro. Disse Einstein che nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla terra quanto l’evoluzione verso una dieta vegetariana.
    CONTINUA

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  2. Nemmeno nelle varie Conferenze ONU organizzate per contrastare le cause dei mutamenti sui mutamenti climatici mai si è fatto riferimento, prendendone coscienza, alla causa principale dell'immissione nell'atmosfera, e perciò sulla terra, dei gas serra, tra cui l'anidride carbonica è solo uno dei tanti gas serra, non avvertendo che la causa principale è data dagli allevamenti intensivi di morte. Tra le centinaia di capi di Stato partecipanti a queste inutili conferenze, che appaiano scientificamente delle buffonate, vi sono quelli chiamati grandi della Terra, ma piccoli di cervello, a cominciare da quello degli Stati Uniti, che, complici delle industrie alimentari basate sulla carne, danno a credere per disonestà che i mutamenti climatici siano dovuti unicamente all’anidride carbonica (CO2) prodotta dai combustibili fossili e che il rimedio consista nel diminuire l’emissione di CO2 prodotte dalle industrie. Per essi non valgono i dati scientifici che dimostrano che il CO2 è solo in parte la causa dell’inquinamento terrestre, essendo maggiore la quantità di gas serra prodotta dagli allevamenti, tra cui lo stesso CO2, il metano, l’ammoniaca, prodotti dalle flatulenze, e, soprattutto, il protossido di azoto, ancor più velenoso, che proviene dal letame. Questi gas sono almeno il 51% dei gas inquinanti l’atmosfera, superiore all'inquinamento causato da tutta la viabilità mondiale, pari al 14%. Mangiare una bistecca equivale a percorrere con una automobile di media cilindrata circa 50 km.

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  3. Studi fatti nel 2008 dall’Università di Amsterdam hanno calcolato che, se tutti gli olandesi non mangiassero carne per un giorno alla settimana, vi sarebbe un risparmio di 3,2 mega tonnellate di CO2 e che, se tutti gli olandesi non mangiassero mai carne, pur in una dieta latto-ovo-vegegetariana, vi sarebbe un risparmio di ben 22,4 megatonnellate di CO2. Pari alle emissioni totali prodotte dal consumo di gas dell’intera Olanda. I dati non riportano l’ancor maggiore risparmio nel caso di una dieta vegana. Ma da uno studio dell’Institute for Ecological Economy Research di Berlino risulta che rispetto ad una dieta vegana una dieta vegetariana ha un impatto sull’effetto serra 4 volte superiore e una dieta comprendente anche carne ha un impatto di circa 7,5 superiore.
    Quattro aziende producono oggi il 60% dei maiali in USA. Dove ogni americano si ingroppa 127 chili di escrementi di maiali della Smithfield, che produce 31 milioni di suini anno. Gli animali allevati in USA producono 130 volte i rifiuti organici di tutta la popolazione umana del Paese: 40 tonnellate al secondo. Non esistono impianti di trattamento dei rifiuti organici per gli animali d'allevamento. Quindi tutti quegli escrementi dove vanno a finire? E da che cosa sono composti? Ammoniaca, metano, acido solfidrico, monossido di carbonio, cianuro, fosforo, nitrati e metalli pesanti. In più i liquami nutrono più di cento micro patogeni che possono provocare malattie nell'uomo, tra cui salmonella, cryptosporidium, streptococchi e giardia. I bambini che crescono nel comprensorio di una porcilaia industriale hanno tassi di asma superiori del 50%. I campi non sono in grado di assorbire tutto questo. I liquami vengono pompati in grossissimi lagoni, con una estensione di più di un ettaro e profondi 9 metri, accanto alle porcilaie, e possono essere numerosi, un centinaio o più. Il deflusso si insinua nei corsi d'acqua, e i gas velenosi come ammoniaca e acido solforico evaporano nell'aria. Quando quei pozzi neri grandi come campi di calcio sono sul punto di traboccare vengono irrorati i liquami sui campi. Talvolta li spruzzano dritti in aria, un geyser di escrementi che spande un aerosol di feci creando vortici gassosi capaci di provocare gravi danni neurologici. Studi hanno dimostrato che i lagoni emettono sostanze chimiche tossiche nell'aria e che possono provocare problemi infiammatori, immunitari, flogistici e neurochimici negli esseri umani. I fatturati delle aziende però crescono e i costi di bonifica vengono posti a carico della comunità. La distruzione del paesaggio, si sa, è un crimine, uno dei più efferati, perché viene compromesso tutto il sistema di vita. Gli allevamenti intensivi sono un'assurdità e prima o poi dovranno cessare di esistere. Ogni stabilimento di salumi produce una filiera del benessere del consumatore. Un cretino che non ha consapevolezza, che non sa e non vuol saperne della sofferenza che vi è nel suo piatto. Siamo tutti responsabili di ciò che non facciamo. E' la violenza portata a sistema che trasforma in un affettato cibo morto. La carne etica non esiste. E' una falsità. E' solo un feroce sterminio industrializzato.

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  4. Tutti questi dati scientifici, espressi con pacatezza e raziocinio, nulla possono contro le abitudini alimentari malsane della popolazione, appoggiate dai governi per non danneggiare gli interessi economici delle industrie carnivoriste coinvolte.

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  5. Venga prof nelle slums dei pinoy a fare tutti quei bei discorsi cosi ampollosi ,le sue pompose osservazioni ...,lei vive di fantasie ,soon convinto che se il prof venisse qui gli piglierebbe un colpo

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    1. I dati forniti dal professore sono sensati.

      E infatti, la maggior parte dell'umanità vive insensatamente e dovrà prima o poi fare i conti con i limiti degli ecosistemi naturali.

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