Testo di Serena Sartini
Era il 1792, quando Mary Wollstonecraft, antesignana del
femminismo, pubblicava il suo “Rivendicazione dei diritti delle donne”. Di lì a
poco Thomas Taylor, insigne filosofo di Cambridge, le replicò
pubblicando “Rivendicazione dei diritti degli animali”. L’autore della satira
voleva confutare la tesi della Wollstonecraft dimostrando che avevano
un’inquietante, ulteriore applicazione: se gli argomenti a sostegno
dell’uguaglianza* delle donne fossero stati
validi avrebbero potuto essere applicati anche a cani, gatti e cavalli. E,
siccome era assolutamente impensabile che agli animali si dovessero accordare
diritti, le rivendicazioni delle donne meritavano le stesse valutazioni.
Un’analisi non superficiale di questi fatti fa emergere un tratto
dell’intreccio storico-culturale dei destini di donne e animali e stimola
un’ipotesi di lettura della netta preponderanza di militanza femminile nel
movimento animalista rispetto alla componente maschile. Se una ragione sta nel
fatto che le donne hanno più spiccata la sensibilità e l’istinto
protettivo-materno rispetto agli uomini, ve n’è un’altra, meno apparente, ma di
maggior rilievo: l’identificazione della donna con l’oppresso, con l’oggetto
del dominio, un atteggiamento solidale con l’essere sfruttato, in questo caso i
non-umani.
Del resto, da Aristotele, per migliaia d’anni di storia, di tradizione
ebraico-cristiana, di pensiero filosofico, donne, bambini, schiavi, animali
sono accomunati nella condizione di sudditanza rispetto all’uomo, bianco,
occidentale, cacciatore. Credo che sia anche per questo che molte donne,
consapevoli o inconsapevoli del proprio percorso di liberazione, facciano
propria la causa animalista; un rapporto d’empatia, con creature senza
possibilità d’autodeterminazione, oppresse da un dominatore comune.
Ulteriore conferma del nesso tra animalismo e femminismo viene dal
più avanzato dei movimenti, l’eco-femminismo. Secondo questo movimento
d’oltre oceano esiste un rapporto diretto tra l’oppressione della donna e
quella della natura. Entrambi i movimenti muovono dal comune rifiuto della
cultura occidentale fondata su mire di sopraffazione e di possesso. Ma sulla
questione della critica che l’animalismo profondo fa al mondo occidentale
“centrato sull’umanità”, quindi antropocentrico, l’eco-femminismo prende
significativamente le distanze: la cultura occidentale non è “centrata
sull’umanità” bensì “centrata sui maschi” pertanto androcentrica.
Per l’eco-femminismo è addirittura un errore lottare contro
l’antropocentrismo in generale: “È invece necessario definire i nessi e le
analogie tra dominio di donne e natura per opera dei maschi umani”.
Penso che nella prospettiva femminista debba essere inclusa la
liberazione degli animali, vittime ultime, in termini di considerazione morale,
da sottrarre all’ideologia patriarcale, all’imperante cultura androcentrica.
E mi sembra di intravedere l’occhiolino complice e compiaciuto di Mary
Wollstonecraft.
Serena Sartini
* Per uguaglianza qui
s’intende uguale considerazione per differenti diritti. Le differenze tra
uomini e donne sono innegabili; alcune donne richiedono il diritto ad abortire,
con ciò non sostengono il diritto dell’uomo ad abortire; per estensione del
principio, il diritto di voto rivendicato dagli umani non sarà richiesto per un
maiale, per il quale, uguale considerazione, ma non uguale trattamento, si
tradurrà nel riconoscimento del suo diritto a vivere una vita senza sofferenza
con i suoi simili fino alla morte naturale.
oih... oih... oih...
RispondiEliminaQuanto siete ancora profondamente dualisti... Quanto "materialismo" in questo articolo.. quanta "creazione" del vivere attuale...
... se Questo sentite, Questo avrete..
C'è un detto... "in bocca al lupo"
Chi sa "leggere.. legga!".. uomo/donna che sia.
Un saluto
Cat
Citazione:
Elimina"Quanto "materialismo" in questo articolo".
La materia non è di per sé malvagia, poiché essa non è altro che spirito pesante, come lo spirito non è che materia leggera.
Alchimia spicciola.
:-)
Se si dimostrasse che gli alieni fanno a noi quello che noi facciamo agli animali...
RispondiEliminag
A dar retta a Malanga, gli alieni ci trattano come cavie da laboratorio (con la complicità di nostri militari).
EliminaBeh, non è una teoria da scartare...: secondo me c'è un fondo di verità... E se loro volessero soprattutto l'ORO...???
RispondiEliminag