Se non ricordo
male, il Dio Enlil, il più antipatico dei due fratellastri, sapeva che la Terra
si sarebbe posizionata in allineamento con altri pianeti in modo pernicioso per
la sua stabilità e non ha fatto niente per impedirlo – ammesso che avesse avuto
la possibilità di farlo.
Lui non vedeva
di buon occhio la “creazione” di suo fratello Enki e della sorellastra
Ninharsag e avrebbe voluto distruggere la razza umana fin dall’inizio, ma ha
aspettato il nefasto allineamento, circa 13.000 anni fa, per eliminare un buon
numero d’esseri umani, in quello che è passato alla storia come il diluvio
universale e che ha coinvolto anche Atlantide.
Da quell’epoca
si è fatta strada nella mente dei superstiti, che poi hanno ricominciato a
riprodursi in modo esponenziale, che gli Dei di tanto in tanto perdono la
pazienza e si arrabbiano con le loro creature umane. Così abbiamo uno Zeus
collerico che scaglia fulmini a
destra e a manca, e altre divinità la cui ira deve essere placata con sacrifici
animali e umani. Per non parlare di quel Dio vendicativo e spietato che va
sotto il nome di Yahweh.
In tempi più
recenti, il timore di scomparire come razza, a causa dei nostri peccati, ha
preso il nome di millenarismo. Ora, fra pochi giorni, avremo una di tali
scadenze, molto più propagandata di quella, per esempio, del 1975. C’è da
chiedersi perché sia così pubblicizzata. Ma, lasciamo stare.
Facciamo un
passo indietro e tralasciamo queste sovrastrutture culturali per concentrare la
nostra attenzione sulle leggi di natura. Facendone parte, anche noi potremmo
sottostare alle stesse leggi della predazione e da predatori trasformarci in
prede. Non è proprio così, perché se i roditori, prede per eccellenza nella piramide trofica, suppliscono alle grandi perdite dei loro membri con la fertilità,
noi non siamo roditori e per crescere un figlio ci mettiamo almeno 14 anni, nei
paesi del Terzo Mondo, venti nel nostro, anche se l’età dello “svezzamento”
della prole, per motivi di tipo sociale, da noi si è molto allungata.
Ho fatto
l’esempio dei roditori, assai prolifici per contrastare la grande predazione
che subiscono, ma avrei potuto citare i pesci e gli anfibi, che depongono
centinaia di uova, se non addirittura gli organismi marini invertebrati, che ne
depongono a milioni. Se poi andiamo a vedere le piante, assistiamo alla
dispersione di polline nell’ordine dei miliardi.
Noi siamo
scimmie e ci mettiamo molta energia per tirar su un figlio, a volte due o tre
in un colpo solo, anche se più spesso scaglionati in diversi anni. Ma a livello
di gameti abbiamo la riproposizione degli schemi più bassi della scala
evolutiva, con centinaia di spermatozoi che danno l’assalto a una sola cellula
uovo. E’ l’unico caso - che ci riguarda - in cui la natura si fa generosa e non
bada a spese. E’ la lotta per la vita, chiamata anche selezione del più forte.
Se la lotta
dello spermatozoo più in forma esemplifica la lotta per l’esistenza, non
significa che tale legge debba essere valida anche nella vita di tutti i
giorni, ovvero che debba regolare i rapporti interpersonali. Purtroppo succede,
anche se non dovrebbe.
Succede per
esempio quando da individui con nome e cognome diventiamo un numero, negli
ospedali o nelle carceri, ma succede anche quando ci sono da affrontare
concorsi pubblici come quello a cui ho partecipato lunedì 17 dicembre. Era il
secondo turno della giornata e la mia prova ha avuto inizio alle 11.30. Ci
hanno identificato mediante carta d’identità e codice fiscale (io nel frattempo
pensavo a quando avremo il microchip sottopelle); ci hanno assegnato una
postazione davanti ad un computer e hanno dato semplici istruzioni che
conoscevamo già. Poi hanno fatto partire il timer.
Cinquanta minuti
per rispondere a cinquanta domande. Ogni domanda a risposta multipla aveva
quattro opzioni: o si sapeva la risposta o era meglio non rispondere, giacché
la risposta sbagliata sarebbe stata conteggiata con un punteggio peggiore di
quella non data.
Il luogo dove ho
svolto la prova preselettiva del concorso per insegnanti è stato il
liceo scientifico Giovanni Marinelli di Udine. In tutta Italia c’erano 321.000
candidati, che spaziavano dalle scuole materne alle superiori, per 11.000 posti
d’insegnante da spalmare in due anni.
La cosa
paradossale, nel mio caso, è che ho insegnato per ventitré anni, prima di
decidere di licenziarmi nel 2003 e ora ho voluto ricominciare daccapo. Il
concorso che vinsi nel 1982 non prevedeva una selezione tramite quiz telematico
perché i computer ancora non avevano invaso la società e tutto si faceva “alla
vecia”, come dicono a Trieste: tema scritto e, passato quello, colloquio orale.
Oggi è tutto più
difficile. Oggi siamo in sette miliardi, non so se Enlil è ancora vivo o se
anche lui è passato a miglior vita, ma se fosse vivo tramerebbe sicuramente per
sfoltire un po’ di popolazione.
E’ così che mi
sono sentito: sfoltito. Un ramo secco da potare. Erba invadente da tagliare per
far crescere i giovani virgulti. Su 321.000 candidati – diceva il telegiornale
– più di duemila erano over
55 anni. Io sono poco al di sotto della categoria, ma in aula ero il più
anziano. In Informatica 4, infatti, nei sotterranei della scuola, a parte due
ragazzi il resto erano donzelle. Età media venticinque anni.
Quando il
tecnico, alla fine dei cinquanta minuti, è passato ad abilitare computer dopo
computer, mentre noi restavano seduti al nostro posto, sul mio display è
apparsa la scritta, in rosso: “Risposte corrette 30, risposte sbagliate 8,
risposte non date 8, punteggio 30. L’esame non è stato superato”.
Alla mia vicina
di postazione è apparsa la scritta, in verde: “Risposte corrette 41, [omissis],
punteggio 40. L’esame è stato superato”.
Mi sono subito
congratulato con lei, che all’apparizione della scritta aveva fatto lo stesso
gesto dei calciatori quando segnano il goal. “Il peggio viene adesso”, ha
commentato. Mi sono guardato in giro, aspettando che i preposti ci dessero
segnale verde per uscire e ho visto diverse espressioni di delusione sui volti
delle potenziali maestrine. O professoresse.
Io sapevo che
non ce l’avrei fatta e non ero per niente deluso. Potrei dire, se volessi
abusare di una battuta scontata, “io speriamo che me la cavo”, ma non lo dico
perché finora me la sono sempre cavata, anche dopo essermi licenziato nel 2003.
Un po’ usufruendo dei risparmi, un po’ lavoricchiando e soprattutto
approfittando della pensione materna, finora non mi sono ancora ridotto a
chiedere l’elemosina, anche se mi sono registrato presso la Caritas tramite
l’assistente sociale e sto ancora spettando che mi chiamino per un colloquio,
per stabilire se sono degno di ricevere cibo e vestiario della pubblica carità.
I tiggì di
lunedì hanno intervistato alcuni candidati all’uscita dalla scuola: tutti
concordavano sul fatto che le domande erano troppo difficili, che per poter
rispondere sarebbe stato meglio essere laureati in ingegneria, in fisica o in
matematica. Una candidata si lamentava del fatto che mettere maestre d’asilo a
fare esami insieme a professori delle superiori non è molto ragionevole, e per
quanto riguarda la difficoltà, almeno per me, delle domande, non c’è niente di
meglio che riportarne tre esempi, così che possiate giudicare da voi.
Posto che sette
domande vertevano sulle competenze digitali, sette sulla lingua inglese e tutte
le altre su logica-matematica e comprensione del testo, eccone tre prese a
caso:
1) Un primo muratore chiede un compenso di
50 euro per ora di lavoro mentre un secondo chiede 150 euro di spese fisse più
un compenso di 35 euro per ora di lavoro. A quale conviene affidare il lavoro?
(non ho trascritto le quattro opzioni).
2) Giuseppe, Hans e Johnny, sospettati di un
omicidio, fanno rispettivamente le seguenti dichiarazioni: “Non sono stato io”,
“L’assassino è Johnny”, “Lo ha ucciso Giuseppe”. L’ispettore Rock sa per certo
che due di essi mentono, mentre il terzo ha detto il vero. Che cosa si può
affermare?
() Non è
possibile stabilire chi dei tre sia colpevole o innocente
() Johnny è
colpevole
() Giuseppe è
colpevole
() Johnny è
innocente
3) Completare correttamente la seguente
successione numerica: 44; 67; 98; ?; ?; 130; 108; 131
()
99; 76
()
72; 97
()
76; 99
()
79; 101
Non so se in
ventitrè anni d’insegnamento alle elementari sono stato un buon insegnante. So
solo che non ero ben accetto dai genitori degli alunni. In alcuni casi mi
vedevano come un pericolo per i loro pargoli: forse, senza saperlo, ero
portatore del virus dell’eversione. O forse ero solo un bastian contrario che
non accettava di allinearsi alla cultura dominante. Fatto sta che la mia
carriera è stata un supplizio per me, una delusione per mio padre, buonanima, e
un motivo di subbuglio e di preoccupazione per molti genitori, oltre che di
fastidio per le colleghe.
Quando dal liceo
scientifico me ne sono tornato a piedi verso la stazione di Udine, ho tirato un
sospiro di sollievo. In fondo, se è vero che nulla avviene per caso, è stato
meglio così. La scuola pubblica non fa per me.
Non so se
succederà, e non è per me motivo di rivalsa nel caso succedesse, ma l’avvocato
Paolo Franceschetti dice che questo concorso molto probabilmente verrà impugnato presso la Corte Costituzionale da quegli insegnanti che
nominalmente sono già passati di ruolo ma che stanno ancora spettando di avere
una loro cattedra, come sarebbe loro diritto.
Lo stesso
Franceschetti dice che il ministro Profumo ha tenuto un comportamento
contrastante perché da una parte indice un nuovo concorso, dopo tredici anni
dall’ultimo, e dall’altra taglia il personale obbligando i “superstiti” a fare
ore in più e non si capisce questi nuovi 11.000 assunti dove verranno messi a lavorare.
Dice Franceschetti che si tratta dell’ennesima manovra per far scatenare guerre
fra poveri, creando ancora più caos sociale di quello che c’è già.
E uno su mille ce la fa, tanto per restare nel campo della musica leggera.
Non è ancora
giunto il momento della mietitura finale, ma intanto ci sfoltiscono alla
spicciolata, così, per farci provare l’ebbrezza dell’esclusione. Del rifiuto.
Non sei
abbastanza intelligente, quindi resta nei posti bassi della società e togliti
dalla testa ogni pretesa di salire la scala sociale. Questa è la morale
competitiva che viene insegnata ai bambini fin dai banchi di scuola e nel caso
delle migliaia di esclusi odierni, si può dire che……chi la fa, l’aspetti.
Oppure che Saturno mangia i suoi figli. Maestre che già insegnano, ma che non
vincono la prova selettiva perché non sono laureate in ingegneria. O in
matematica.
Anche se non
sono rimasto particolarmente deluso – e la vita continua - non mi sono neanche
mai sentito uno spermatozoo come oggi, lunedì 17 dicembre.
Domani è un
altro giorno.
Da un libro di Salvatore Brizzi: "Viviamo in una società dove per decidere chi è più intelligente si svolgono i test per il QI, i quali sono basati sulla logica e non sulla reale intelligenza. La logica ha totalmente fallito nel rispondere a tutte le domande più importanti. ....... La razionalità serve per fare la spesa all'ipermercato, non per capire chi siamo e dove siamo."
RispondiEliminaCiao
Laura
è la logica dettata dal mercantilismo.......
RispondiEliminaChe ne dite dell'ultima reclame della Telecom, che con la scusa della Divina Commedia mostra SATANA con le corna proprio per la festa del Natale, sotto l'albero...?
RispondiEliminag
Satana con una vestaglia rosa è spassosissimo. E poi gli altri due attori (specie quello che fa Dante) sono simpaticissimi.
Eliminaforse,credo che billy intenda il messaggio veicolato da detta pubblicità...
RispondiEliminaIl messaggio è che, in fin dei conti, il diavolo non è mai così brutto come lo si dipinge.
EliminaCosa che sapevamo già.
neovitruvian in questo è un maestro....
RispondiEliminaAnche Paolo Franceschetti... Dante Alighieri era Templare? Non solo la Telecom, ma anche uno spot di MTV sul Natale che finiva con un uomo con le corna e le fiamme... mmmhhh....
RispondiEliminag
Attenzione: chi è il capo della Telecom...? BERNABE' ... "È membro dello steering committee del Gruppo Bilderberg[3]. Nel 2012 ha partecipato alla riunione del Gruppo Bilderberg presso Chantilly, Virginia, Stati Uniti. [4]" (WIKIPEDIA)
RispondiEliminag
Tutti i tasselli tornano...
RispondiEliminag
Citazione:
Elimina"Nel 2012 ha partecipato alla riunione del Gruppo Bilderberg presso Chantilly, Virginia, Stati Uniti".
Io pensavo che si riunissero prevalentemente in Europa.
In Svizzera erano l'anno scorso, allora......
.....quando Borghezio è stato tenuto fuori. E lui per vendicarsi ha tenuto una conferenza stampa.
Come Borghezio...???
Eliminag
Non è il video della sua conferenza stampa, ma è interessante ugualmente:
Eliminahttp://www.youtube.com/watch?v=6BrqAwcRF2k
Su X Time di questo mese, a pagina 6, si dice che il Club Bilderberg si è riunito a Roma il 13 novembre scorso.
Se si è riunito anche a Chantilly come hai detto tu, vuol dire che s'incontrano anche due volte l'anno e non una volta sola come ho sempre pensato.
Beh, video molto interessante, grazie...
EliminaIn effetti è plausibile che, accanto alle riunioni ufficiali, tengano anche delle riunioni (ancor più) segrete... Se si sono riuniti a Roma lo scorso 13 novembre avranno sicuramente pianificato il futuro assetto politico dell'Italia (vedi "salita" in campo di Monti).
Nel video ho comunque notato che Borghezio era circondato da simboli "ambigui": croci di Malta, cuore rosso con la croce ecc. ecc.
La qual cosa mi fa pensare che anche lui sia in qualche modo un "insider"...
g
Già, non si può mai essere certi di niente.
EliminaLa Scuola spesso genera uomini “archivio” trasformando gli studenti in database di informazioni. Va sottolineato tra l’altro che non è possibile immagazzinare una così vasta mole di dati all’interno della nostra mente, e dopo poche settimane dal sostenimento dell’esame, lo studente dimenticherà buona parte di ciò che aveva appreso; quindi, che senso ha far sostenere ai giovani queste prove mnemoniche che arrecano ansia e angoscia senza apportare alcun apprendimento di contenuti “pratici”? L’obiettivo di questo tipo di istruzione non è quello di elevare culturalmente lo studente, ma quello di far capire al suddetto soggetto che potrà proseguire solo se farà esattamente ciò che gli è stato “suggerito”.
RispondiEliminaQuesto è un primo condizionamento: dobbiamo fare quello che ci dicono!
Qui:
<A HREFhttp://fintatolleranza.blogspot.it/2012/12/lavaggio-del-cervelloscuola.html
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