C‘è un filo
rosso che unisce le molte donne uccise nel 2012 da mariti o amanti, con quel
neologismo chiamato femminicidio, al manifesto affisso davanti alla sua chiesa
da Don Piero Corsi, ma anche all’uccisione dei sei figli e della moglie
da parte di Joseph Goebbels nel bunker di Berlino e agli sgozzamenti
compiuti da Isacco, figlio di David, sagrestano della sinagoga di Magonza nel
1096.
Tutti questi
eventi nascono dalla cultura giudaica, e in particolare dalla Torah, da noi conosciuta
come Pentateuco. Abbiamo già visto che il Dio d’Israele era un alieno che si
faceva chiamare Yahweh e che era sbarcato insieme agli altri Elohim circa
450.000 anni fa, scegliendo la Palestina come luogo in cui vivere.
A Yahweh, il cui
nome sumero era Enki, piaceva l’aroma della carne bruciata e non disdegnava il
sacrificio cruento dei suoi servitori e dei loro figli. Per una specie di
emulazione, gli ebrei - e noi cristiani che ne siamo gli eredi - considerano
onorevole sacrificare animali e bambini come ci ha insegnato migliaia di anni
fa il nostro Creatore. E questo anche se le leggi ufficialmente lo vietano.
Ci sarebbe da
scrivere molti libri solo sui sacrifici rituali compiuti di nascosto da sette
segrete, che riescono a non incappare nelle punizioni delle leggi, ma qui mi
voglio occupare degli omicidi di donne e bambini che vengono compiuti da uomini
apparentemente normali, o comunque che lo erano fino al momento in cui
diventano assassini.
Il manifesto
affisso da Don Corsi non vale nemmeno la pena d’essere preso in
considerazione, trattandosi dell’opinione di un uomo che è solo l’erede di
quella casta che fino a qualche secolo fa ancora si riuniva nei concili
ecumenici per discutere se le donne avessero o meno l’anima.
Si sa che le tre
religioni monoteiste sono impregnate di maschilismo e non c’è da stupirsi se un
sacerdote cattolico si è espresso in tal senso, subito sottoposto a
riprovazione generale, anche dai suoi parrocchiani, oltre che dai mass-media mainstream. Piuttosto, io sarei propenso ad
ammirarlo per il coraggio con cui è andato contro corrente, ma le colpe dei
preti sono ben altre che questa.
E’ solo il suo
pensiero personale e fino a poco tempo fa la magistratura, specie quella del
sud Italia, considerava come attenuante il delitto d’onore, cioè l’uccisione di
una donna da parte del marito tradito.
Avrei preferito
assistere allo stesso clamore mediatico riguardo al manifesto affisso da Don Marco Scattolon, davanti alla sua chiesa in provincia di Padova, ma
evidentemente il sessismo dà più fastidio dello specismo.
Il punto
centrale, comunque, è un altro.
Nel Vecchio
Testamento è tutto un massacro di nemici e il sangue scorre a fiumi,
cominciando da quello degli animali sacrificati all’alieno assassino che si
fece adorare come Dio. Con una simile premessa, anche il marito respinto che
passa dallo stalking
all’omicidio della ex moglie, talvolta arrivando ad uccidere pure i figli, può
essere considerato come un uomo che entra nella dimensione del sacro, sapendo
di non avere vie d’uscita, benché le nostre coscienze laiche ce lo mostrino
come un individuo abietto e riprovevole.
Fa parte
dell’ambigua natura umana: da un lato sappiamo che uccidere è sbagliato, ma
dall’altro abbiamo inconsciamente la convinzione che versare il sangue
innocente della ex moglie e dei figli sia un gesto di rilevanza mistica,
un’affermazione suprema della propria volontà di dominio. Potrebbe anche essere
considerato come un gesto coerente con la figura del Super Uomo di cui parlava
Nietzsche.
Si è detto che
il pregio di Martin Lutero sia stato quello di aver reso di dominio pubblico le
Sacre Scritture. Ebbene, io penso che se Lutero non fosse esistito o se si
fosse fatto i cazzi suoi come migliaia di altri prelati, a quest’ora il popolo
non avrebbe letto la Bibbia e saremmo rimasti nella beata ignoranza di quanto
feroce fosse quel Geova con gli ebrei da lui scelti, e ancor di più con i loro
nemici.
Se Gutenberg e
Lutero non si fossero incaponiti a farci conoscere la Bibbia a tutti i costi,
noi ci saremmo accontentati di seguire le messa in latino senza capire un
accidente e avremmo accettato una versione addomesticata del Libro Sacro, senza
farci venire velleità di emulazione della ferocia geoviana.
Nella società
italiana attuale esiste il fenomeno delle uccisioni di giovani donne, a
volte senza un movente e più spesso come vendetta esasperata di mariti
respinti. Se escludiamo Samuele Lorenzi e Youssef Marzouk, Sarah, Yara, Melania, Meredith e Chiara Poggi sono
tutte vittime sacrificali di sesso
femminile, immolate dalla società segreta che va sotto il nome di Rosa Rossa.
Tutte loro vanno ad aggiungersi alle più di duecento altre donne uccise da
uomini quest’anno, l’ultima, Lisa Puzzoli, a pochi Km da me, a
Villaorba.
Cerco
d’immaginare cosa passi per la testa di un marito respinto, e magari tenuto
lontano dai provvedimenti restrittivi del giudice, prima di arrivare a compiere
l’esecrabile gesto. Poiché viviamo in una società mercantilista, basata più
sull’avere che sull’essere, un macellaio di ventisette anni, che già è stato
indotto a credere che gli animali siano merce e oggetti da uccidere e fare a
fette, considererà anche la moglie e la figlia come oggetti e merce di sua
proprietà e si sentirà umiliato dai provvedimenti del magistrato che lo
terranno lontano dai suoi “averi”.
Di modo che,
dopo che l’intero sentire collettivo ci porta a considerare nostro diritto
accampare pretese di possesso su mogli e figli, veniamo disillusi senza tanti
complimenti da un’autorità parallela a quella che ci aveva fatto credere diversamente.
Cioè, un giudice ci fa capire una cosa diametralmente opposta a quello che ci
ha fatto capire il prete, ammesso e concesso a fatica che la figura del prete
possa essere messa sullo stesso piano di quella di un magistrato. Qui dico
prete per indicare una pluralità di agenzie educative, che concorrono a formare
il pensiero dominante nella società. Spero sia assodato.
A quel punto
scatta il corto circuito, insieme alla sensazione d’essere stati presi in giro,
e quindi la necessità di uscirne prendendo in mano la situazione, seguendo
istinti basilari e gettando alle ortiche anni di condizionamenti e di
educazione ipocrita. O improvvisamente ritenuta tale. Succede che si entri in
una sfera di sacralità religiosa, una specie di bolla impermeabile a qualsiasi
altra considerazione razionale, e si dà libero sfogo agl’istinti primordiali.
Si mette mano al coltello, ché per un macellaio è la prima cosa che viene in
mente di fare.
Ritroveremo gli
stessi meccanismi mentali nel sagrestano di Magonza che, sotto la pressione
della prima crociata del 1096, con la quale i cristiani volevano convertire gli
ebrei, passando a fil di spada i renitenti, decide di uccidere i suoi quattro
figli e la moglie prima di suicidarsi per lavare l’onta di essere stato
costretto a diventare cristiano. E lo fa nella sinagoga, luogo che conferiva
dignità religiosa al suo gesto. Conosceva bene il quinto comandamento, non
uccidere, ma è proprio violandolo che obbliga Yahweh a punire i malvagi
cristiani che lo hanno obbligato a convertirsi alla loro immonda eresia, dopo
aver ucciso chi vi si opponeva.
Poiché Yahweh se
n’era andato senza salutare, non si sa da quanti anni, non ha saputo nulla del
sacrificio di Isacco il sagrestano, della di lui moglie e dei loro quattro
figli, ma che il suo “Dio” se ne fosse andato, Isacco non lo sapeva e il suo
gesto è stato solo l’ultimo atto di una persona esasperata. Niente di più.
Non va
dimenticato il ruolo che gli arroganti cristiani hanno avuto nello spingere
ebrei mansueti a immolare se stessi e le loro famiglie. E la conclusione a cui
giungeremmo analizzando tale ruolo è quella della stupidità del fanatismo
religioso, di cui siamo ancora testimoni in altre contrade (vedi Nigeria).
Un po’ meno nelle nostre.
Il rifiuto
estremo di accettare il battesimo da parte delle comunità ebraiche in Europa fu
più diffuso di quanto si possa pensare. Infatti, anche a Vienna nel 1421, quasi
quattro secoli dopo l’omicidio suicidio di Isacco, il rabbino Jonah radunò
donne e bambini nella sinagoga, dopo che tutti gli uomini adulti erano stati
linciati dalla folla e metodicamente sgozzò uno alla volta prima i fanciulli e
poi le donne. Per ultimo, cosparse olio santo su una pira di legna accatastata,
vi si distese e le diede fuoco.
Le cronache non
riportano il numero degli ebrei morti in quell’occasione, ma quando non erano i
crociati a farli fuori erano gli stessi ebrei a togliersi di mezzo,
suicidandosi. L’ombra dell’eccidio di Masada, del 74 dopo Cristo,
aleggia su queste tragiche scelte.
Goebbels e sua moglie Magda prima diedero il sonnifero ai sei figli, poi, una volta
addormentati, gli introdussero in bocca fialette di cianuro e gliele
ruppero fra i denti premendo le loro mandibole. Infine Goebbels sparò alla
moglie prima di rivolgere la pistola contro se stesso. O voglia o no, anche
quella coppia di nazisti era cresciuta in un contesto giudaico-cristiano e la
loro devozione nei confronti di Hitler aveva assunto connotati di tipo
religioso.
Poiché l’atto di
sopprimere la propria e altrui vita, in nome di un ideale trascendentale, non è
patrimonio della cultura giudaico-cristiana, ma si ritrova in India con il rogo
delle vedove e in Giappone con i kamikaze che s’immolano per l’imperatore, c’è
da chiedersi da dove nasca questo innaturale impulso autodistruttivo e fino a che
punto possa definirsi fenomeno naturale o meno.
Siccome nel
mondo della natura normalmente gli animali non si tolgono la vita, è
ipotizzabile che anche questo comportamento faccia parte di quel 2 % di DNA
alieno che Enki ci ha trapiantato, senza chiederci se eravamo d’accordo.
Se
l’atteggiamento del nostro creatore alieno è ambiguo e non del tutto
trasparente, oltre al fatto che da tanto tempo non sappiamo più nulla di lui,
una cosa è però certa: l’uccisione di bambini, donne e uomini è contro natura,
al di là del quinto comandamento, giacché nessun altro animale uccide i membri
della propria specie. La predazione tra animali di specie diverse non conta e
infatti non ci facciamo alcuno scrupolo a uccidere animali diversi dall’Homo
sapiens.
Arrivare a considerare
anche gli altri animali come facenti parte della nostra specie sarebbe
auspicabile e porterebbe – forse – alla fine degli omicidi, rituali, esasperati
o preterintenzionali che siano.
Non so se
sarebbe un miracolo o se con la forza della persuasione e un’accresciuta
consapevolezza si potrebbe giungere a questo fantastico risultato. Se Enki
fosse ancora vivo mi piacerebbe sapere se sarebbe d’accordo. Al momento penso
che siano proprio i suoi discendenti ad ostacolare il progresso morale
dell’umanità, giacché mi sembra che ancora troppi sciagurati inconsapevoli si
divertano ad uccidere donne, bambini e animali.
Tuttavia,
piuttosto che abbandonarci al pessimismo, è meglio sperare che l’umanità possa
e voglia, un giorno, smettere di uccidere.
Chi ha qualche proposta su come
fare, si faccia avanti.
Quindi anche Lucifero e Satana sono alieni...(della fazione opposta...?)
RispondiEliminag
Se sì questo spiegherebbe molte cose, come la lotta per il dominio del mondo da parte delle due "massonerie", quella della Luce (Destra) e quella delle Tenebre (Sinistra), che in realtà avrebbero una stessa origine extraterrestre da "occultare"...
RispondiEliminag
Vai a sapere perché esiste il dualismo nella nostra visione delle cose!!!
EliminaGli orientali l'hanno codificato nel simbolo del Tao, che tu, in quanto buddista, ben conosci.
Questo dualismo manicheista è forse dovuto ai nostri due emisferi cerebrali? O alla nostra simmetria bilaterale?
E se ci fossimo evoluti come le stelle e i ricci di mare, a simmetria pentaradiata, avremmo cinque diversi aspetti della realtà?
T'immagini che vita complicata?
Mi viene in mente una associazione: che il PENTACOLO sia in realtà un simbolo di tale simmetria pentaradiata? Comunque a mio parere questo dualismo ha origini molto antiche ma riconducibili alla scissione dell'essere umano originariamente ermafrodito in due sessi (vedi mito platonico), secondo una scissione che in realtà è avvenuta nel macrocosmo: gli esseri creatori (chiamandoli come si vuole) a un certo punto hanno avuto una lotta intestina, una guerra...ed ecco quello che noi chiamiamo dio e quello che noi chiamiamo "Lucifero", che in realtà non è altro che un Essere di Luce "dissidente". Tant'è vero che nel Taoismo (io fra l'altro faccio T'ai Chi...) questo dualismo è ricondotto ad un simbolo unico, dove è riconosciuta una parte di bianco anche nel nero e viceversa. Credo sia anche un motto di tutti i tipi di esoterismo e di dottrine segrete. L'Uno dal due, due ma non due (Buddismo). Quest'Uno è la comune matrice "extraterrestre". Tutta la propaganda del N.W.O. è tesa a farci ritornare a questo "UNO", anche in campo sessuale. Credo che la verità sull'origine dell'umanità sia IN QUALCHE MODO quella che ci perviene attraverso il Libro di Dzyan. Però io sono un devoto del Sutra del Loto, in quanto dottrina NON ESOTERICA, che permette ad OGNI essere vivente di mettersi in comunicazione con questa UNICA LEGGE MISTICA universale...
RispondiEliminag
Forse il dualismo deriva dal ritmo circadiano nictemerale: notte e giorno.
EliminaNon credo che l'essere umano sia mai stato ermafrodita, se non forse nella fase prenatale, quando avviene la differenziazione dei sessi. Vedi la presenza dei capezzoli nel maschio, organi atrofizzati vestigiali.
Dunque, il mito di Platone è valido solo per i feti.
Il duale...lo dice anche Malanga lo spiega...in questo video...circa al minuto 38!!!
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=NqVNRxXHLTA
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