Testo di Paternò Salvino
C’era una volta un magnifico premier che, esercitando i pieni poteri, si credeva di essere il Re Sole. Non avendo la capacità di limitare la diffusione di un terribile virus che mieteva vittime in tutto il Regno incidendo su trasporti pubblici e sanità, impose il coprifuoco su tutte le lande. Abrogò aspramente le libertà costituzionali a botte di DPCM e vessò i piccoli commercianti serrandogli le saracinesche. Nessuno dei potenti signori del castello che lo sostenevano ebbe nulla da dire e tantomeno si sognarono di intaccarne la podestà. Anzi, al contrario, lo incitavano ad agire con sempre maggiore autoritarismo.
«Vai Presidente! Colpisci senza pietà!», lo fomentavano. «Noi siamo al tuo fianco. Ignora pure il parlamento, colora le regioni come ti pare, nomina tutte le task force che vuoi. Chi se ne frega! Tanto, sono i cittadini a subire le imposizioni». Sotto, sotto, anche i signorotti dell’opposizione avallavano le sue azioni, poiché in verità nessuno avrebbe voluto stare al suo posto in quel tragico momento. Un giorno, però, giunsero a corte alti emissari europei che elargirono ingenti fondi per la ricostruzione del paese ormai alla fame. Scrigni e bauli ricolmi di denari e gemme preziose. E fu così che il vil denaro risvegliò le coscienze sopite dei potentati vari.
«Cosa vorrebbe fare il premier? Continuare ad esercitare i pieni poteri anche nella distribuzione dei fondi?», si chiesero in un’assemblea cospiratrice. «Adesso basta! Mica siamo in una dittatura, perbacco! I poteri del premier vanno limitati, svuotati, sgonfiati e dissolti!». Allorquando, poi, lo splendido premier avanzò l’ipotesi di nominare un'apposita commissione per definire la destinazione dei denari, si scatenò la rivolta di consiglieri, cancellieri, siniscalchi e ciambellani. «Costui si è montata la testa!», inveirono. «Come osa, questo fantoccio, immaginare di far amministrare siffatte ricchezze da persone indipendenti e addirittura competenti? Ci sono già i nostri boiardi ammaestrati, professionisti di chiara fama, come messer Cotticelli, pronti ad alzare barriere ostruzionistiche o a spalancare corsie preferenziali, a secondo dei nostri comandi! Ci stanno bende e prebende da distribuire, ruberie da perpetrare, amici degli amici da ricompensare. Chi si crede di essere? Che venga ridimensionato! Torni a giocare a fare il dittatore con i cittadini inermi e lasci in pace i potenti!»
E fu così che lo splendido premier si svegliò bruscamente di soprassalto e vide miseramente svanire i suoi sogni di gloria. Si rese conto che non era mai stato un Re Sole, bensì un Re Solo… anzi, per dirla alla romana: un Re Sòla.
Un pezzo di merda, ritardato, coglione, buffone, con un accento da pezzente al quale piace prendere la supposta di Casalino, ogni sera.
RispondiEliminaA me fa fin pieta'questa mezza calzetta quest'ibrido di Conte.!
RispondiEliminaSi capisce che e'avvilito si vede che non e*farina del suo sacco quello che dice ricalca le orme del suo pigmalione grillo nei suoi spettacoli,
vedendolo sul web durante i suoi spettacoli ho sempre notato da psicologo mancato quale sono una caratteristica in grillo che mi ha sempre sorpreso che e' l'aggressività '! sbavava schiumava dalla rabbia questo comportamento sembra quello che i mariti infedeli hanno nei confronti della loro famiglia sfogano il loro livore la loro marachella amorosa su persone che non c' entrano niente e'un modo di liberarsi dai sensi di colpa tanto svuotare la rabbia su chi e' all'oscuro di tutto risulta sempre più facile che prendersela con sé stessi,
da qui la titubanza nel parlare di Conte nei video,
sempre senza contraddittorio su Facebook conte e'un represso un ologramma un ectoplasma quando finirà sta pandemia non lo si potrà nemmeno andare a prelevare a casa xche'puff ! sparirà nel nulla xche 'non c' e' mai stato niente non e' e'mai esistito niente ! "Simone" film al pacino