Tratto dal web
In India insegnano “le quattro leggi della spiritualità”.
La prima dice: “La persona che arriva è la persona giusta”, cioè nessuno entra nella nostra vita per caso, tutte le persone intorno a noi, tutte quelle che interagiscono con noi, sono lì per un motivo, per farci imparare e progredire in ogni situazione.
La seconda legge dice: “Quello che succede è l’unica cosa che sarebbe potuta accadere.” Niente, ma niente, assolutamente nulla di ciò che accade nella nostra vita avrebbe potuto essere altrimenti. Anche il più piccolo dettaglio. Non c’è un “se avessi fatto quello sarebbe accaduto quell’altro…”. No. Quello che è successo era l’unica cosa che sarebbe potuta succedere, ed è stato così perché noi imparassimo la lezione e andassimo avanti. Ognuna delle situazioni che accadono nella nostra vita sono l’ideale, anche se la nostra mente e il nostro ego siano riluttanti e non disposti ad accettarlo.
La quarta ed ultima: “Quando qualcosa finisce, finisce.” Proprio così. Se qualcosa è conclusa nella nostra vita è per la nostra evoluzione, quindi è meglio lasciarlo, andare avanti e continuare ormai arricchiti dall’esperienza. Penso che non sia un caso che stai leggendo questo, se questo testo è entrato nelle nostre vite oggi, è perché siamo pronti a capire che nessun fiocco di neve cade mai nel posto sbagliato.”
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RispondiEliminaScusami Francesco, ma il tuo commento era....troppo volgare.
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RispondiEliminaQuesto è uno dei migliori commenti che lei abbia fatto ultimamente.
EliminaMe ne compiaccio.
I cinesi erano una popolazione dedita alla spiritualità finché non è arrivato il virus del comunismo che li ha traviati.
Fuochi nella notte di San Giovanni.
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RispondiEliminaCitazione:
Elimina"qui da lei mi svuoto un po' mi rilasso in tutta pace mi libero da ciò che mi ottunde la mente".
Gradisca!
La lettiera del Sed, questo sarebbe il blog, per esteso questo saremmo tutti noi. Arlecchino si confessò burlando... Mancanza di tatto, di cortesia, di umanità. Caratteristica dei "religiosi". Per quanto mi riguarda lo "quaranteno" per un certo periodo. Non tanto perché io sia permaloso, non lo sono quasi più, ma più che altro per ingratitudine.
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