Testo
di Fabrizio Belloni
Mi
permetto di sottolineare alcune scenette (mal)recitate sul palcoscenico della sgangherata
comica finale del nostro squinternato, bistrattato, dannato ed amato Stivale
(ma non solo).
Grillo
si sta accorgendo di una eterna verità: la ruota gira se vi è un perno solo; se
sono due o più la ruota grippa e si blocca. Un Movimento (partito,
associazione, bocciofila, club filatelico, parrocchia ecc. ecc.) al suo interno
deve avere uno, uno solo che comanda. Quell’uno deve assumersi responsabilità,
incarnare l’idea, indicare la strada, scegliere la strategia, attuare e far
attuare la tattica. Si può fingere, in ossequio al volere degli occupanti da
sessantacinque anni il Bel Paese, un apparato democratico, ma solo in
apparenza. Altrimenti si finisce nel caos, nell’anarchia sterile,
autoreferenziante, invitabile sbocco nella palude viscida e malata della
partitocrazia. Badate che la Costituzione non dice nulla sull’apparato interno
dei partiti: afferma solo che il loro comportamento pubblico (elezioni) deve
adeguarsi all’ipocrita rito delle elezioni democratiche. (anche sulle elezioni
ci sarebbe da ridire: sono, tecnicamente, una mistificazione giuridica, tese ad
evitare lo scontro fra fazioni, più che a salvaguardare la dignità di ciascuno.
Così mi insegnò quel gigante che fu il prof. Miglio).
La
Sinistra non riesce a guarire da un bacillo che porta dalla nascita: la
necessità di dividersi, di litigare, di contrapporsi all’interno con più
ferocia che contro gli avversari. Ci riuscì una sola volta Lenin, a prezzo di
una montagna di morti alta più dell’Everest. Solo la pazienza slava (ed il
terrore) permise di rimandare l’ammissione del fallimento per tre generazioni.
La caduta del Muro nell’ottanta nove sancì il fallimento della Sinistra. Qui da
noi i cosiddetti progressisti fanno discorsi più reazionari e capitalisti di
quelli che facevano i Liberali negli anni ‘50/’60 (rileggetevi Einaudi e
Malagodi: sembrano rossi che più rossi non si può, al paragone).
La
Destra non esiste. Semplicemente. Cosa è di destra in Italia oggi? Non gli
eredi del fu MSI, partito che cominciò bene (anti Atlantico, dichiaratamente
Fascista), ma che fu immediatamente cooptato dai servizi USA, dai soldi dei
poteri forti, e che non ebbe gli attributi per continuare un’Idea. Finito con
Fini, appropriato personaggio per la celebrazione del rito funebre, si è
dissolto in mille rivoli, che strepitano l’uno contro l’altro, berciando che il
mio Fascismo è più Fascismo del tuo. Che tristezza! Che tristezza vedere l’Idea
stuprata. Che tristezza vedere l’utilizzo per fini personali dell’entusiasmo di
tanti giovani in buona, buonissima fede.
La
Destra non esiste. Non è Destra Berlusconi, che pensa più a se stesso che alla
politica. Del resto deve le sue fortune, oltre ad una indiscutibile abilità, al
suo mentore, Bettino Craxi, che gli “regalò” le televisioni, per mettere una
bomba politica ad orologeria sotto la poltrona di Agnelli, legatosi al PCI.
Oggi il Silvio avverte la fibrillazione dei suoi ex –berluscones, pronti a
fronde, salti della quaglia, tradimenti, voltafaccia, pugnalate in puro stile
italico-bizantino. Chi di Scilipoti ferisce……
In
compenso i nostri padroni ed occupanti, gli USA, se la passano male.
Disoccupazione
oltre il 12%. Che ti fa l’ebreo Bernake, il patron della Federal Riserve? Annuncia che stampa dollari, che immetterà liquidità fino alla riduzione al sei e mezzo per cento dell’indice dei disoccupati. Badate che sarebbe una mossa mica vigliacca, se gli yankee non avessero il viziaccio di far pagare ad altri i loro debiti. E poi, di che dollari parla Bernake? Di quelli ad uso interno? Di quelli usati per pagare le truppe all’estero, assai diversi, non nell’aspetto, ma con dei dubbi sulla numerazione? Sui cosiddetti petrol-dollari (idem c.s.)? Chiedere lumi allo IOR, che forse ne sa qualcosa. E, già che ci siamo, sarebbe possibile, per maligna curiosità, controllare se l’oro di Fort Knox è tale, o tungsteno rivestito?
oltre il 12%. Che ti fa l’ebreo Bernake, il patron della Federal Riserve? Annuncia che stampa dollari, che immetterà liquidità fino alla riduzione al sei e mezzo per cento dell’indice dei disoccupati. Badate che sarebbe una mossa mica vigliacca, se gli yankee non avessero il viziaccio di far pagare ad altri i loro debiti. E poi, di che dollari parla Bernake? Di quelli ad uso interno? Di quelli usati per pagare le truppe all’estero, assai diversi, non nell’aspetto, ma con dei dubbi sulla numerazione? Sui cosiddetti petrol-dollari (idem c.s.)? Chiedere lumi allo IOR, che forse ne sa qualcosa. E, già che ci siamo, sarebbe possibile, per maligna curiosità, controllare se l’oro di Fort Knox è tale, o tungsteno rivestito?
La
Russia ha mandato centinaia di S 300 in Siria. Gli S 300 sono missili potenti e
di medio raggio. Potrebbero portare anche testate nucleari. I cosiddetti
“ribelli”, propriamente mercenari armati da Israele, dalla Cia, dalle armi dei
depositi libici (andate anche in Mali), dalla Francia e dall’Inghilterra, se la
passano male. E la Russia, che ha una base della marina militare in Siria, ha
mandato un messaggio chiaro. E ha fatto bene. Il grande deposito di gas che
dall’Egitto arriva fino in Grecia, toccando anche l’Italia (ma l’Eni è in
svendita!), deve essere suddiviso con accordi, non con mattanze. Alla faccia
dei petrolieri, delle Sette Sorelle, dei poteri forti.
Sono
solo pochissimi degli argomenti oggi alla ribalta. Ma tutti hanno come natura
intrinseca una constatazione. La cosiddetta democrazia è un fallimento
operativo. E’ un livido specchietto per stupide allodole. Un’inefficacie
simulazione di quello che in natura non esiste né può esistere. E’ un Prozac per illudere il numero delle masse. Si dibattono, i
parassiti servi che gestiscono, su mandato altrui, il potere, nella
contraddizione del pendolo: oscillano fra incapacità inefficace e
vigliaccheria. Dovrebbero, da uomini, avere il coraggio di fare una spietata
analisi, una disamina senza filtri ideologici degli ultimi settanta anni di
storia italiana ed europea.
Meglio
che si spiccino: la Storia, quella vera, ha cominciato a farlo.
Grazie
a dio, grazie ad Odino.
Fabrizio
Belloni
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