Intervista di Maria Cristina Giovannitti
Cercando
di approfondire la questione anche da un punto di vista fisico, intervistiamo
il dott. Alessandro Sabatino, laureato in Fisica, dottorando presso il
dipartimento di matematica dell'Università di Strathclyde, in Scozia e
collaboratore per il blog Tagli.
Perché,
secondo lei, è da escludere la presenza di scie chimiche?
Il
motivo è molto semplice: le analisi chimiche che la comunità scientifica ha
condotto in questi anni per studiare le scie di condensazione hanno evidenziato
che le scie degli aerei sono composte da acqua e dai gas di scarico dell’aereo.
In tutte queste analisi, condotte con tecniche diverse, non si è mai trovata
traccia delle sostanze evidenziate da coloro che sostengono la teoria delle
scie chimiche. E questo è stato fatto più volte sia da ricercatori universitari
che da ricercatori in enti statali o regionali, come le ARPA.
Inoltre, come ha sottolineato in un articolo di Nimbus, davvero molto interessante, scritto dal dott. Luca Onorato dell’ARPAL, le scie che vediamo in cielo sono sempre riconducibili a fenomeni noti. Non sono mai state riscontrate anomalie né nell’osservazione di scie, né nelle analisi chimiche. E il bello è che un’analisi che è circolata tra i complottisti ultimamente di acqua piovana riportava valori perfettamente nella norma: i metalli pesanti, che per i complottisti sono sparsi da questi aerei per avvelenare la gente, avevano valori 1000 volte sotto il valore di pericolo per la salute umana ed erano a concentrazioni assolutamente naturali. Senza contare che l’acqua piovana raccoglie tutto quello che buttiamo in atmosfera e che proviene dalle fonti più disparate, come l’inquinamento causato dalle industrie. Altri fenomeni che sono stati scambiati per effetti delle presunte scie chimiche, come delle iridescenze nelle nuvole, o come delle nuvole ondulate o delle scie che appaiono nel cielo senza la presenza di aerei sono invece fenomeni puramente naturali dovuti all’instabilità atmosferica, alla presenza di rilievi montuosi o alla proprietà dei cristalli di ghiaccio contenuti nelle nuvole.
Di conseguenza, i filamenti bianchi – polimeri – che gli sciachimisti definiscono altamente tossici, a suo avviso cosa sono?
Inoltre, come ha sottolineato in un articolo di Nimbus, davvero molto interessante, scritto dal dott. Luca Onorato dell’ARPAL, le scie che vediamo in cielo sono sempre riconducibili a fenomeni noti. Non sono mai state riscontrate anomalie né nell’osservazione di scie, né nelle analisi chimiche. E il bello è che un’analisi che è circolata tra i complottisti ultimamente di acqua piovana riportava valori perfettamente nella norma: i metalli pesanti, che per i complottisti sono sparsi da questi aerei per avvelenare la gente, avevano valori 1000 volte sotto il valore di pericolo per la salute umana ed erano a concentrazioni assolutamente naturali. Senza contare che l’acqua piovana raccoglie tutto quello che buttiamo in atmosfera e che proviene dalle fonti più disparate, come l’inquinamento causato dalle industrie. Altri fenomeni che sono stati scambiati per effetti delle presunte scie chimiche, come delle iridescenze nelle nuvole, o come delle nuvole ondulate o delle scie che appaiono nel cielo senza la presenza di aerei sono invece fenomeni puramente naturali dovuti all’instabilità atmosferica, alla presenza di rilievi montuosi o alla proprietà dei cristalli di ghiaccio contenuti nelle nuvole.
Di conseguenza, i filamenti bianchi – polimeri – che gli sciachimisti definiscono altamente tossici, a suo avviso cosa sono?
Ragnatele.
Sono state condotte varie analisi, la più recente dal nucleo NBCR dei Vigili
del Fuoco e dall’ARPA Lazio, dopo segnalazione di cittadini allarmati dal
fenomeno. Le analisi di entrambi hanno confermato che il materiale non è
tossico e che si tratta di semplici ragnatele. Si tratta infatti del cosiddetto
fenomeno dello spider ballooning, che è un ingegnoso sistema che i ragni
utilizzano per spostarsi. In pratica i ragni costruiscono una tela che viene
trasportata dal vento insieme al ragnetto. Una volta atterrato il ragno lascia
la tela, come facevano i paracadutisti nella seconda guerra mondiale. Il
fenomeno, del resto, è noto da almeno 200-300 anni: uno tra i primi a
descriverlo fu Darwin nel suo resoconto del viaggio sulla Beagle. Ecco non mi
pare che ai tempi dello scienziato inglese ci fossero già gli aerei… E poi
perché, se ci fate caso, di questi filamenti si parla sempre e solo nei mesi
tra settembre e dicembre? Forse perché quello è proprio il periodo in cui i
ragni migrano usando questo sistema?
Ci
fornisce delle documentazioni scientifiche in merito?
La
letteratura scientifica sulle scie di condensazione è estremamente ampia,
quindi diciamo che ho l’imbarazzo della scelta. Vorrei sicuramente segnalare
una ricerca di Weiekmann (purtroppo è in tedesco) del 1919, apparsa su
Naturschwissen (Wolkenbildung durch ein Flugzeug), che è la prima testimonianza
delle scie di condensazione: è l’osservazione di una scia di condensazione
sopra Monaco e questa scia si espande, si curva e persiste, roba che ad un
complottista attuale avrebbe fatto urlare alla “scia chimica” e all’avvelenamento
globale. Due anni dopo sulla Monthly Weather Review appare un articolo simile
(si intitola “Cloud Formation by a Supercharged Plane”) nel quale il pilota
dell’aereo descrive una scia lasciata dal suo apparecchio di 2 miglia, poi un’interruzione
di ¼ di miglio e successivamente un’altra scia di 3 miglia. Altro fenomeno che
per i complottisti è una prova inconfutabile dell’esistenza del complotto,
peccato fosse già stata osservata quasi 100 anni fa. La spiegazione scientifica
delle scie di condensazione viene data prima nel 1940 da Ernst Schmidt e
successivamente da Appleman nel 1953, che mette in relazione la formazione
delle scie con tre parametri fondamentali: quota (o, più correttamente,
pressione atmosferica), temperatura e umidità. La primissima analisi chimica
sulle scie di condensazione è stata condotta da Pillié e Justo nel 1957, dove
analizzarono i cristalli di ghiaccio in scie persistenti, altre analisi
chimiche sono state condotte da Twothy e Gandrud nel 1998 (“Electron microscope
analysis of residual particles from contrail aircraft”, Geophysical Letters
Research), da Petzold nello stesso anno sempre tramite microscopio elettronico
(ricerca pubblicata su Atmospheric Research), e da Minnis, Heck e Young nel
1992 usando satelliti investigando sia nello spettro visibile che in quello
infrarosso (ricerca pubblicata sul Journal of Atmospheric Science). Nessuna di
queste analisi ha trovato qualcosa di anomalo. Schumann nel 2009 ha presentato
un lavoro (“A Contrail Cirrus Prediction Tool”) in cui descrive un modello da
lui costruito per predire le scie di condensazione con ottimi risultati e
sottolineando come le sue ricerche mostrino che il 38% dei voli formino scie di
condensazione. Una ricerca di Radel e Shine del 2007 sottolinea che le
condizioni per la formazione delle scie di condensazione non sono così rare
come qualcuno vuol fare credere, anzi sono abbastanza comuni alle quote in cui
volano gli aerei. La persistenza e l’evoluzione delle scie di condensazione è
stata studiata con vari modelli numerici, uno tra tutti cito la ricerca di
Gierens (1996). Tutti i fenomeni che i sostenitori della teoria del complotto
delle scie chimiche possono essere spiegate da queste e da molte altre ricerche
condotte dagli scienziati negli ultimi anni.
Sappiamo
che le scie di condensazione si formano in determinate condizioni: a quote
molto elevate, con determinate temperature e con l’umidità relativa necessaria.
Ammettendo che ci sia pure la condizione di umidità necessaria, perché ci sono
fotografie di scie che si formano al di sotto dei bassi cumuli, cioè ad
altezze minime di 900 metri?
Io
mi chiedo come qualcuno possa valutare ad occhio l’altezza di un cumulo o di un
aereo, quando c’è gente in giro che non è in grado manco di valutare la
distanza di sicurezza tra automobile e automobile. Valutare la quota non è
sempre facile: bisogna considerare l’ingrandimento della macchina fotografica,
le dimensioni degli aerei e l’angolo tra aereo e orizzonte. Secondariamente i
cumuli sono nuvole che possono avere la base tra 500 e 6000 m e possono essere
facilmente confusi con cirrocumuli, stratocumuli, altocumuli, che hanno la loro
base a quote molto maggiori. Terzo: quando ci si riferisce alle scie di
condensazione si afferma che normalmente si formano sotto gli 8.000 metri, ma
non vuol dire che se ci sono le condizioni di pressione, temperatura e umidità
adatte non si possano formare al di sotto di questa quota, anche al di sotto ai
3000 m.
Inoltre esistono altri tipi di scia che possono essere lasciate da un aereo, tipo le scie aerodinamiche o le scie di convezione che si formano con meccanismi diversi rispetto alle scie di condensazione e che si creano anche a terra (ci sono immagini spettacolari di scie aerodinamiche causate dalle monoposto di Formula 1, fenomeno noto come Trecce di Berenice). Le immagini satellitari inoltre hanno mostrato che esistono anche delle scie di condensazione molto sotto ai 3000 m: sono quelle create dalle navi. Il fatto per cui ci si riferisce alla quota è perché la pressione, che è uno dei parametri nella teoria di Schmidt-Appleman, dipende dalla quota: più in alto si va, minore sarà la pressione. Non ultimo: parlando di cumuli normalmente la presenza di cumuli è associata a instabilità atmosferica, condizione in cui si formano più facilmente le scie di convezione.
Inoltre esistono altri tipi di scia che possono essere lasciate da un aereo, tipo le scie aerodinamiche o le scie di convezione che si formano con meccanismi diversi rispetto alle scie di condensazione e che si creano anche a terra (ci sono immagini spettacolari di scie aerodinamiche causate dalle monoposto di Formula 1, fenomeno noto come Trecce di Berenice). Le immagini satellitari inoltre hanno mostrato che esistono anche delle scie di condensazione molto sotto ai 3000 m: sono quelle create dalle navi. Il fatto per cui ci si riferisce alla quota è perché la pressione, che è uno dei parametri nella teoria di Schmidt-Appleman, dipende dalla quota: più in alto si va, minore sarà la pressione. Non ultimo: parlando di cumuli normalmente la presenza di cumuli è associata a instabilità atmosferica, condizione in cui si formano più facilmente le scie di convezione.
Per
valutare obiettivamente caso per caso e poter affermare che quella è una scia “anomala”
servirebbero delle prove che, quindi, una fotografia da sola non può certamente
dare. Prove che finora nessuno è stato in grado di fornire.
Ci
sono dei filmati di aerei che – percorrendo la stessa traiettoria e alle stesse
condizioni – alcuni rilasciano le scie ed altri no. Com’è possibile?
Anche
qui dai filmati mi pare molto difficile che si possa affermare che due aerei
stiano percorrendo la stessa identica rotta: possono esserci degli effetti
ottici nei video, che fanno apparire un aereo alla stessa quota di un altro,
mentre nella realtà vi è una separazione orizzontale o verticale di centinaia o
addirittura migliaia di metri. Mi ricordo una foto con due aerei, uno che
lasciava la scia, mentre l’altro no e sembravano entrambi alla stessa quota,
con un’analisi più attenta, considerando le dimensioni dei due veivoli, si è
scoperto che tra di loro ci dovevano essere almeno 1500 m di separazione. Ma se
anche fossero alla stessa quota, sarebbe comunque possibile da spiegare. Noi ci
immaginiamo l’atmosfera sopra di noi come perfettamente omogenea. Ecco, quest’immagine
non è del tutto vera, anzi: le condizioni atmosferiche possono cambiare in
maniera repentina, sia spazialmente che temporalmente. Basti pensare ai
fenomeni temporaleschi estivi, che si formano nel giro di pochissime ore o alla
presenza di aree libere da nuvole a pochi chilometri da celle temporalesche
violente. Inoltre non è assolutamente detto che a parità di condizioni a terra
le condizioni in quota siano uguali, anzi, è estremamente improbabile: sopra
gli 8000 metri possono essere presenti fortissime correnti, dette correnti a
getto, che raggiungono tranquillamente i 200 km/h, quindi già dopo una decina
di minuti le condizioni possono essere radicalmente diverse.
Non è il caso di porre enfasi su dei dementi che hanno al posto della testa una marmitta bucata oppure dei ragni col paracadute attorniate da Trecce di Berenice(?!), bensì sulla biondina molisana, che come di prammatica dopo la laurea è andata di corsa ad infoltire la lunga schiera dei pennivendoli di regime. Se vuoi diventare la mordace giornalista dei tuoi sogni, dovrai necessariamente cambiare atteggiamento. Invece di scrivere tanto e dire in pratica niente di nuovo(addormentando i lettori), dovresti abbandonare la caccarella che ti frena quando intervisti le "sapienti" nullità piene solo di menzogne e arroganza tipicamente italiote. Prova a scavare nelle cause, non evidenziare solo gli effetti. Ma che cosa scrivo oggi: mi deve aver colpito qualche frequenza strana, sto dando consigli a un zombi! :-(
RispondiEliminaChi è la "biondina molisana"?
EliminaE lo zombie a cui ti riferisci spero sia Alessandro Sabatino....
No, è il tuo cervello
EliminaIo ne ho viste molte particolari in questi giorni su Firenze... Ieri sera dalla Gruber avete visto il Gran Maestro Massone senese...? Quello che dicono è IL CONTRARIO della verità...
RispondiEliminaMi hanno parlato stamattina della trasmissione sulla 7 di ieri sera, ma me la sono persa.
EliminaForse riesco a recuperarla...
Beh, guardando questo documento dell’Enav:
Eliminahttp://cdn.iconicon.it/blog/wp-content/uploads/2014/04/areeinterdettealvoloper1.jpg
un bollettino informativo che viene consegnato al comandante prima del volo, dove sono descritte tutte le manovre da fare con le relative coordinate e i nomi dei corridoi di volo, quello che se ne evince è che va data precedenza agli aerei che effettuano le operazioni di aerosol, visto che vengono indicate zone interdette al passaggio del traffico commerciale.
Attraverso: http://koenig2099.wordpress.com/2013/01/29/documento-esclusivo/