mercoledì 11 ottobre 2017

Patrie grandi e piccole



Un utente sardo che stimo e che ho nelle amicizie Facebook recentemente ha manifestato fastidio nei confronti dei catalani che con il referendum hanno chiesto l’indipendenza dalla Spagna. La cosa mi è sembrata strana perché i sardi hanno una storia che li rende necessariamente separati dal resto d’Italia e mi sarei aspettato che si identificasse più nelle sue radici di isolano, che non in quelle di continentale italiano. Per rispettare la sua volontà di rimanere anonimo, dirò che il suo nick name su Facebook è Andrea Sperelli, benché io conosca il suo vero nome. E' un animalista di Destra e proprio per questo mi pare di capire che sia più attaccato sentimentalmente alla nazione italiana che non a quella sarda. A me succede il contrario. Il Friuli, pur non essendo geograficamente circondato dal mare, è un’isola alloglotta e per me la prima patria è proprio la terra dove la gente parla il ladino-friulano e come seconda patria quella che a scuola ci hanno fatto amare con l’inno nazionale e altre storielle per bambini, ma che si manifesta prepotentemente in me nel fatto di parlarne la lingua ufficiale. Purtroppo, non posso dire che la mia lingua madre sia il friulano, a causa dell’educazione che ho ricevuto e che fu pianificata dal fascismo mussoliniano. Con Andrea Sperelli, evidentemente, ha funzionato. Per lui la nazione di riferimento è l’Italia e ciò che stanno facendo in questi giorni i catalani è, dal suo punto di vista, incomprensibile. 


Io penso che, al di là dei gusti dell’amico virtuale sardo, la questione possa essere divisa in due parti: 1) c’è un governo abusivo che sta affamando il popolo italiano e non ci si può, per tale ragione, dirsi totalmente e convintamente italiani e 2) c’è una comunità che va al di là dei parlamenti e dei governi e che si basa proprio sulla lingua, per cui esiste un’Italia ideale dove sardi, friulani e altre etnie possono identificarsi amichevolmente, proprio grazie al fatto di usare lo stesso codice linguistico, anche se non sempre quello logico. Ne deriva che essere di Destra non significa aderire allo stato italiano così come la Massoneria ce l’ha spiattellato con il Risorgimento, ma può voler significare anche aderire a una realtà geograficamente più ristretta ma che coinvolga il senso di appartenenza a un gruppo ben preciso. La “fatherland” degli anglosassoni è l’idea più consona in proposito. Io, a questo punto della mia vita, sono di Destra, ma sono prima di tutto friulano e poi italiano. E i miei conterranei dovrebbero prendere esempio dai catalani, come i sardi dovrebbero prendere esempio dai corsi. L’autodeterminazione dei popoli prima di tutto!

7 commenti:

  1. Digitate:"israele Sara LA banca Della catalogna" di Maurizio blondet,Il presidents Della catalogna Artur mas con LA kippah in testa,Celine lo diceva c'e' sempre quel popolo LI' dietro a tutti gli sconvolgimenti e guerre

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  2. Sono nato a Roma da genitori sardi ed abito a Cagliari dall'età di 5 anni. Ma non mi sono mai sentito sardo. Nel mio libro "Roba da sardi. Ve la do io la Sardegna" ho riassunto nella prima parte la Storia di Sardegna e la Storia moderna della Sardegna dal 1773 al 1799 del sardo Giuseppe Manno (che lasciò la Sardegna diventando presidente del Senato del Regno Piemontese e socio dell'Accademia delle scienze di Torino). Una storia che mette in luce l'origine di tutte le colpe storiche dei sardi, divisi da lotte intestine, pronti a farsi guerra tra loro e a mettersi al servizio dell'invasore aragonese. Pertanto non mi sento sardo in una terra dove ancor oggi domina la subcultura pastorale. Non esiste una lingua sarda. Esistono più lingue sarde, specchio della divisione tra i sardi che in passato, in mancanza dell'italiano introdotto dal Regno piemontese, non riuscivano a comunicare tra loro nemmeno nella lingua. Un sardo a pochi km di distanza era considerato "unu sardu de afforasa" (un sardo di fuori, uno straniero). La popolazione sarda era ancora quasi tutta analfabeta quando nel 1748 fece parte del regno sardo-piemontese. Furono spediti da Torino casse di libri in italiano per le scassate Università di Cagliari e Sassari, visto che in esse esistevano solo libri in castigliano e in catalano, ma stampati in Spagna perché in Sardegna non vi erano ancora stamperie. Lingue ormai parlate dalle persone ignoranti. Una popolazione di appena un milione e 600mila abitanti con 6 milioni di ovini. Popolazione (nemmeno popolo)di vittimisti mentre è vittima di se stessa. Nella cornice di un sogno ho proposto un programma politico-economico che renderebbe la Sardegna la regione più ricca d'Europa, anche dato il rapporto ottimale tra territorio e popolazione. Programma che prevede l'estinzione di quasi tutta la popolazione sarda a causa di un virus sconosciuto che elimina i geni della sardità. Sopravvivono coloro che erano riusciti a modificare culturalmente i geni della sardità. Si forma un governo provvisorio che proclama l'indipendenza della Sardegna con l'uscita dall'Unione Europea e l'alleanza politico-economica e militare con la Russia.Con la distruzione di tutte le immagini della subculra pastorale. Vietati i mattatoi e la presenza di islamici.

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    1. Non mi permetto di competere con lei, professore.

      Sorvoliamo sull'ipotesi che i sardi siano i discendenti dei sopravvissuti di Atlantide, ma che ci siano molti dialetti, o che ci siano stati prima che arrivassero i piemontesi, dovrebbe essere visto come un arricchimento culturale e non come una vergogna o un ostacolo.

      Se la Sardegna diventasse per ipotesi indipendente, avrebbe tutta la mia simpatia di friulano.

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  3. Cavoli ,i sardi le faranno una statua dopo questa boutad ,cittadinanza onoraria subito!I Russi cosa centrano con LA Sardegna? Ai russi piace LA thailandia che e' piu vicina prezzi stracciati e sempre caldo e fanno bene ,da quel che so io I sardi sono persone intelligenti almeno cosi si diceva dalle mie parti 15 anni fa

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    1. Capisco perché ai sardi piaccia Putin, dopo le morie di pecore e le strane morti di pastori nei dintorni delle basi militari americane.

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  4. Non si tratta di dialetti ma di lingue così diverse che chi ne parla una non capisce chi ne parla un'altra. La Russia farebbe ponti d'oro alla Sardegna indipendente che permetterebbe alla Russia di affacciarsi al centro del mediterraneo affittandole le basi militari che sarebbero,oltre che una difesa della Sardegna contro ogni ricatto dell'Italia e dell'Unione Europea (vedi il caso della Catalogna), anche una fonte di reddito. La Sardegna in cambio potrebbe avere gratis petrolio e gaz. La Russia consentirebbe l'espropriazione senza indennizzo della maggiori risorse sarde che sono le imprese turistiche, prima fra tutte la famosa Costa Smeralda, di cui è divenuto proprietario il Qatar, finanziatore occulto del terrorismo islamico. Imprese che hanno la loro sede legale fuori della Sardegna e che pertanto non pagano in Sardegna le tasse mentre investo fuori i loro profitti. Queste imprese dovrebbero essere nazionalizzate (ciè divenire proprietà pubblica dei sardi ma gestite con criteri imprenditoriali da gente esperta, cioè non sarda). La Russia è un baluardo contro la malattia mortale del relativismo e della società multiculturale e multirazziale di cui è preda l'Europa della cosiddetta Unione Europea.Malattia di cui soffre oggi anche la Chiesa cattolica, mentre ne è immune la Chiesa ortodossa. Mosca dopo l'infausta caduta nel 1453 di Costantinopli (lasciata sola dall'Europa) ebbe l'orgoglio di dichiararsi terza Roma.

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