lunedì 9 ottobre 2017

Tiro al fascista


Il capitano Mattei se l’è squagliata, insieme alla bella infermiera Anna (Eleonora Rossi Drago), ma nessuno gli è corso dietro per fucilarlo. Il povero miliziano Elia ha provato a scappare ma il tenente Nardi (Sergio Fantoni) lo ha fatto acciuffare in poco tempo, fucilandolo. Il plotone d’esecuzione però, quando Nardi ha ordinato di far fuoco, ha sparato in basso ed è stato proprio il migliore amico del condannato a morte, il sergente Marco Laudato, a sparare un solo colpo a Elia, in fronte, su sua stessa esortazione. Da tempo Elia stava cercando di far capire all’amico Marco che ormai era tutto finito, ma il giovane repubblichino non ci sentiva da quell’orecchio. I capi scappavano e i poveri diavoli venivano fucilati per tradimento e diserzione. 


Perfino dopo aver appreso la notizia della fucilazione del Duce avvenuta a Dongo, il tenente Nardi è rimasto fedele alla consegna di recarsi in Valtellina, le Termopili italiane, secondo le intenzioni del Duce. E anche quando mancavano pochi chilometri all’appuntamento, il tenente Nardi era convinto che in Valtellina avrebbe trovato Pavolini, insieme alle brigate Monterosa e Tagliamento. Ma durante la notte, approfittando del fatto che Nardi si era addormentato, i suoi repubblichini vanno a consegnarsi ai partigiani, che li avevano fermati sul crinale di una montagna innevata. Nardi si spara, non sopportando l’onta della resa, dopo aver dato a Marco Laudato il permesso di raggiungere gli altri. Consegnarsi ai partigiani, benché non fosse del tutto igienico per un fascista, rappresentava un ritorno alla Patria, come gli aveva detto precedentemente l’amico Elia. Questa patria sfuggente, voltagabbana, che passa da una parte all’altra della barricata a seconda di come gira il vento della vittoria. Una patria partigiana, dunque, è quella che noi tutti oggi, a distanza di 72 anni, abbiamo ereditato. I capi tradirono allora, i capi tradiscono oggi e ci consegnano nelle mani di migranti di colore che presto o tardi si vendicheranno di noi, divertendosi a spararci come fossimo piccioni. Questo è il nostro eterno, italico, destino di bersagli.


2 commenti:

  1. Un altro bel film "le soldatesse" ,ho digitato Roberto duria vegano vi sono I suoi video mi sembra una persona a modo se vuoleavere piu visualizzazioni sa gia di chi deve parlare vedra che impennata durera poco ma almeno si toglie lo sfizzio io nel mio piccolo me lo tolgo sempre li siluro tutti I giorni Dall'ocean portofino a babordo ,Fiano e LA sua tribu non me ne vogliano ,a ognuno il suo compito

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