Fonte: Il Giornale
Come mai gli italiani
non si ribellano alle ingiustizie come fanno altri popoli? È una
domanda che molti di noi si pongono. Se
gli stranieri sui mezzi di trasporto pubblici si rifiutano di pagare
il biglietto e peggio ancora aggrediscono fisicamente il controllore,
tutti noi denunciamo totalmente indignati, ma poi concretamente li si
lascia fare e alla fine siamo solo noi italiani ad essere tenuti a
pagare il biglietto. Se nelle nostre città talune vie, parchi,
piazze o quartieri diventano pericolosi per la presenza di
delinquenti comuni, spacciatori di droga, sfaccendati che molestano
donne e bambini aspirando a violentarli sessualmente, noi denunciamo
massimamente preoccupati ma poi concretamente finiamo per non
frequentare più quegli spazi pubblici che, di fatto, diventano delle
roccaforti della criminalità.
Nel novembre del 2011 con la regia di
Giorgio Napolitano e l'avvento al potere di Mario Monti l'Italia è
stata sottomessa a una dittatura finanziaria che, da allora, ha
spogliato la democrazia del suo contenuto sostanziale e ha generato
quattro governi non eletti dagli italiani. Nel 2013 la Corte
Costituzionale ha sentenziato l'incostituzionalità della legge
elettorale con cui sono stati eletti i parlamenti nel 2006, 2008 e
2013, ma a quattro anni di distanza il parlamento continua a
legiferare, così come i governi e i capi di Stato designati da quei
parlamenti continuano a operare come se non fosse successo nulla. Nel
2016 c'è stato il referendum sulla riforma della Costituzione. Il
governo era per il Sì e ha vinto il No. Ma è stato riesumato un
governo del Sì come se gli italiani non fossero andati a votare. Gli
italiani hanno denunciato a viva voce, ma concretamente nessuno mette
in discussione la legittimità del sistema politico o si sottrae
all'osservanza delle decisioni assunte da questi governi.
A questo punto dobbiamo concludere che
gli italiani che subiscono le ingiustizie limitandosi a denunciare ma
senza ribellarsi concretamente, dimostrano di non essere un popolo
unito. Massimo D'Azeglio all'indomani dell'unità d'Italia nel 1861
disse: «Purtroppo s'è fatta l'Italia, ma non si fanno gli
italiani». Prendiamo atto che gli italiani sono un popolo che si
sente appagato dalla denuncia fine a se stessa, che vuole
accontentare tutti e non scontentare nessuno, che aggira le realtà
che impongono delle scelte impegnative. Se questo comportamento potesse
tradursi nella salvaguardia della civiltà che da millenni ha
comunque garantito la crescita demografica, lo sviluppo economico e
la qualità della vita, dovremmo considerarlo saggio e lungimirante
nel lungo periodo anche se spregiudicato e riprovevole
nell'immediato. Purtroppo non è così. Noi oggi rischiamo di perdere
ciò che resta della nostra sovranità nazionale, di essere
fagocitati dal Nuovo Ordine Mondiale assoggettato alla grande
finanza, la sostituzione etnica e la sottomissione all'islam. O gli
italiani insorgeranno uniti o moriremo senza avere la certezza e
l'orgoglio di chi siamo.
[N.d.R. Segnalazione di Francesco
Spizzirri]
Questo giornalista e'un furbetto venduto ( lo sono tutti)lo sa bene che il popolo non Sara mai tutto unito difatti e'lui stesso da buon ipocrita lacche giornalista che subito dopo quest'aricolo si precipita a fare un articolo per dividere il popolo in comunisti e fascisti troppo facile.Solo I fascisti possono cacciare l'invasore e lo dico da non fascista altre solutions non ci stanno
RispondiEliminaL'autore dell'articolo, Magdi Cristiano Allam, è sì giornalista, ma non so se collabora regolarmente con Il Giornale.
EliminaTrovo comunque notevole il fatto che faccia un chiaro riferimento al Nuovo Ordine Mondiale, idea che evidentemente si sta diffondendo nella società, uscendo dal ristretto recinto dei complottisti.
@Roberto,
RispondiEliminarecinto dei COMPLOTTOLOGI ricordatelo NON dei "complottisti" !!!
MANDI
Ormai "complottisti" è entrato nel linguaggio comune e non ci sarà verso di cambiare le cose.
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