domenica 13 gennaio 2019

Nativi terrestri contro alieni invasori


Quando frequentavo le magistrali, l’esercito italiano fece una convenzione con il ministero della pubblica istruzione per dare a tutti gli studenti maschi, in procinto di partire per la naja, il diario dell’aquilotto. Perché proprio l’aquila? Ora lo so. L’aquila è stata simbolo dell’impero romano e veniva portata in effige in tutti i teatri di guerra. L’aquila è tuttora simbolo dell’aviazione, ma la si ritrova, con le sue ali, sulla mascherina di molte marche di automobili (fateci caso quando camminate per strada vicino alle auto parcheggiate). L’aquila è il simbolo di ENLIL, il Signore del Comando, che era il padre di Ninurta, cioè il Dio della guerra, Marte. L’aquila, o almeno le sue ali, è raffigurata sulla facciata del teatro Ariston, oltretutto con una “A” a forma di triangolo massonico. Non c’è da stupirsi quindi che chiunque frequenti tale teatro, e nella fattispecie conduca il Festival di Sanremo, debba mostrare ossequio al Signore del Comando perciò manifestare obbedienza ai suoi propositi.


I propositi di ENLIL, e del suo fratellastro nemico ENKI, sono quelli di ritornare a comandare la Terra, avendo dato mandato agli ebrei di preparargli la strada. E’ il progetto massonico del NWO e un teatro con il triangolo bene in evidenza non poteva non essere coerente con i suoi padroni occulti. Essendo l’introduzione in Europa di folle di africani lo strumento per distruggere gli stati nazionali, in vista dell’instaurazione del governo unico mondiale sotto gli ordini degli Anunnaki, lo schieramento delle due fazioni opposte si riduce, da una parte, ai favorevoli all’accoglienza, detti buonisti ma finti buoni e, dall’altra, a chi si oppone all’accoglienza e, in generale, ai piani massonici degli Anunnaki. Si potrebbe dire che è una guerra tra esseri umani e alieni, come in un divertente film del 2011.

Il progetto di farci invadere da orde di stranieri dalla pelle scura non risponde solo al bisogno tutto alieno di distruggere gli stati sovrani, ma anche a quello di uniformare il gregge della popolazione umana distribuendolo laddove serve. Le risorse terrestri devono essere sfruttate per benino, ma per farlo serve mano d’opera, detta anche forza lavoro. Agli Anunnaki in procinto di tornare a governare la Terra non interessa il genere di lavoro che i sudditi faranno, perché se ci sarà un surplus di terrestri, essi saranno sfoltiti. Interessa per il momento solo che siano ben distribuiti sul territorio. E siccome l’Europa si sta spopolando, come da anni succede in montagna, fenomeno nel fenomeno, i futuri padroni del mondo si portano avanti con il lavoro ed esigono che l’Europa di vecchi riceva un afflusso di sangue giovane dal sud del mondo, così che le braccia per raccogliere pomodori non manchino mai. Nè per altri lavori di cui i regnanti dovessero aver bisogno.

Il modello è quello del Patriarcato di Aquileia (nome forse non casuale visto che stiamo parlando di aquile). Nell’899 gli Ungari entrano in Friuli e ne sterminano la popolazione. Interi villaggi dati alle fiamme e la popolazione annientata. Il Patriarcato di Aquileia non poteva lasciare incolte le terre fertili della pianura alluvionale. Il grano, base economica della società dell’epoca, doveva essere coltivato da qualcuno. Allora, il Patriarca Federico ebbe un’idea. Mandò degli araldi in Sclavonia, l’attuale Slovenia, per reclutare contadini a cui regalare le terre del medio Friuli rese deserte dal passaggio dei razziatori Ungari. I contadini “sclavi” non se lo fecero ripetere due volte: presero armi e bagagli, li caricarono sui carriaggi, con le famiglie e le loro povere masserizie, e si diressero alla volta del Friuli. Fu così che nacquero nuovi paesi dal nome slavo: Gradisca, Gradiscutta, Rividischia, Belgrado, Santa Marizza e molti altri. Per inciso, quei nostri antenati slavi adottarono la lingua dei nativi, che derivava dal latino e che è diventata ladino, cioè friulano. La loro integrazione fu completa e la loro influenza slava si limitò ai nomi dei paesi. 

Ora, veniamo ai tempi nostri. Cos’è questa migrazione di negri verso le coste dell’Italia se non un rimpinguare la popolazione sterminata dalla crisi economica e in fase d'invecchiamento accelerato? Non sono passati gli Ungari a sterminare gli italiani odierni, ma un ungherese naturalizzato americano di nome Giorgio Soros. Guada caso! Se l’invasione di stranieri nel Decimo secolo fu la causa dello spopolamento del Friuli, la causa dell’invecchiamento degli italiani è multipla e comprende fenomeni come il femminismo, il divorzio, l’aborto, gli attacchi finanziari e quelli climatici, la svendita di eccellenze italiane agli imprenditori stranieri. Insomma, un complesso di cose che può essere definito come genocidio degli italiani. Se i registi di oggi sono gli ebrei, coloro che stanno preparando l’avvento degli Anunnaki, i registi di 1.000 anni fa non potevano essere ebrei, ma una serie di eventi casuali che portavano le popolazioni delle steppe asiatiche a spostarsi verso occidente. L’analogia tra il ripopolamento di ieri e la sostituzione etnica di oggi resta comunque valida nonché sbalorditiva.

2 commenti:

  1. Dietro la scritta sanremo compare addirittura il disco alato sumero. Da ricordare che poi l'ungherese è una delle lingue moderne più vicine al sumero.

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    1. Probabilmente il simbolo dell'aquila di ENLIL, con le ali spalancate, è venuto dopo, per analogia, quello del disco alato di Nibiru.

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