venerdì 19 aprile 2019

L'unica cosa rinnovabile è l'inganno



Rinnovabili: la truffa del secolo. Il costo cumulato annuo degli incentivi dati all’energia fotovoltaica è di 6,5 miliardi. Centotrenta miliardi, grosso modo, quelli impegnati nei 20 anni futuri: il più grosso e costoso intervento di “politica industriale” realizzato dall’Italia. E' l'equivalente del costo di due nuove linee metropolitane di 50 km ogni anno, di un treno veloce Napoli-Bari, di un’autostrada nuova di 1.200 km, ogni anno. 


Con la stessa cifra si sarebbe potuto garantire la messa in sicurezza di tutte le scuole di ogni ordine e grado. Si sarebbe potuto bonificare le aree contaminate, risolvere il problema dei rifiuti o quello delle emergenze del dissesto idrogeologico. E molto altro. Il fotovoltaico ha generato un'ingordigia, una corsa agli incentivi senza precedenti. Ha ingrassato una catena di pretendenti (dai proprietari dei terreni agli importatori delle tecnologie) che ha mobilitato la malavita. Che ha intuito l'affare del secolo. 

Le tecnologie rinnovabili sono state sostenute, con incentivi a pioggia, non solo, come sarebbe stato giusto, nella fase della ideazione e dello start up. Ma in tutto il ciclo del suo utilizzo. Determinando un'alterazione e un progressivo cambiamento del funzionamento del mercato elettrico. Chi produce, con gli incentivi, energia solare, vende al meglio in Borsa l’energia prodotta mettendola sul mercato a prezzo nullo e con la certezza che essa venga acquistata. Infatti, la rete elettrica, essendo l'energia solare intermittente (produce solo durante le ore di sole), è obbligata a ritirare tutta l'energia da fotovoltaico in quelle ore. Dando ad essa la priorità su ogni altra fonte. Questo ha messo, con costi aggiuntivi per lo Stato, fuori mercato gli impianti convenzionali, a partire da quelli termoelettrici a gas (per i quali si sono spese ingenti somme per rinnovarli). Tra il 2010 a oggi, la truffa del fotovoltaico ha comportato un passivo della bilancia commerciale italiana (era 2 miliardi nel 2009) di quasi 10 miliardi l'anno per i pannelli che abbiamo importato da Germania e Cina. 

Per ripagare gli incentivi del fotovoltaico e dell'eolico (la gran parte degli incentivi alle rinnovabili) la bolletta degli italiani è sempre aumentata. Anche quando il prezzo del gas diminuisce. Il prezzo del kwh italiano contiene infatti un extra costo (il 90% degli extra sulla nostra bolletta) che contiene il costo degli incentivi. Questa "truffa da rinnovabili" e della "green economy" non ha eguali in nessuno dei paesi con cui dobbiamo competere. Ma direte: è servito a sostituire l'energia da fossili con energia rinnovabile? Macché. Eolico e fotovoltaico, dopo 10 anni di incentivi a manetta, coprono solo il 12% della nostra domanda elettrica. Tutto il resto è energia fossile (gas e petrolio) che importiamo a caro prezzo. Insomma le "rinnovabili" sono per l'Italia la truffa del secolo. Ma il mito dell'economia green, nelle modalità peccaminose dell'ingordigia degli incentivi, continua a ispirare politica, parole d'ordine e programmi. Di tutti i partiti. Rinnovabili: il più diffuso luogo comune della politica italiana. Il più costoso e il più inutile. Nelle forme sballate con cui è stato perseguito.

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