Pur non avendo fatto il classico, so da molti anni qualche parola di greco. Poiché fin da bambino m’interessavo di animali, ho scoperto il significato della parola “parassita”. Si può tradurre “commensale”, ma viene da Parà, che vuol dire presso, e Sitos, che vuol dire cibo. Vicino al cibo, è la traduzione letterale. Posto che il cibo siamo noi, che ci alziamo alle sei del mattino tutti i santi giorni per andare a lavorare e per portare a casa la pagnotta, come si suol dire, vediamo da quali parassiti metaforici siamo circondati. E’ un argomento abbastanza noto, ma non per tutti e comunque val sempre la pena ribadirlo. In natura ci sono gli endoparassiti e gli ectoparassiti, vale a dire rispettivamente i parassiti interni e quelli esterni. Anche in ambito sociale v’è questa divisione. Parassiti interni, e quindi non visibili, sono gli ebrei che stampano moneta e i politici loro burattini, che fungono da cortina fumogena. Parassiti esterni, e quindi visibili, sono gli zingari e i criminali, che da parassiti possono a volte trasformarsi in predatori. Dico che i politici sono parassiti invisibili, non perché non abbiano visibilità, anzi, sono sempre in tivù, ma perché il loro parassitismo nei nostri confronti sfugge alla percezione delle masse, che pertanto non li vedono come parassiti, benché istintivamente li sentano come tali. Dico inoltre che gli zingari sono parassiti visibili perché rubacchiando ed estorcendo denaro al resto della popolazione sono percepiti esattamente per quello che sono. Cosa si fa con pulci, zecche e cimici? Le si uccide, giainisti e animalisti intransigenti permettendo. Con gli zingari non lo si può fare sistematicamente, giacché godono di protezione giuridica, ma con la legge sulla legittima difesa approvata ieri, qualcuno di essi sicuramente andrà all’altro mondo con più facilità. Credo che nessuno di noi – cibo – se ne dispiacerà.
[Ringrazio Francesco per avermi segnalato il video]
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