Babbo Natale non esiste (e se esiste, è gay)

Testo di Domenico Frasca

Si chiama Bacio Perugina Dolce Vita. Sulle suadenti note di “Per un’ora d’amore” dei Matia Bazar, scorrono sul piccolo schermo momenti di pura passione lgbtq+, tra un cioccolatino fondente e uno al latte. Così anche il tradizionale dolcetto italiano si è piegato al politicamente corretto sventolando la bandierina arcobaleno. Dopo le panchine pubbliche, i murales, le strisce pedonali e i calzini del Sindaco più chic d’Italia, ci dobbiamo sorbire pure lo spot delle noccioline coperte di cioccolato in salsa “Love is Love”, anche in fascia protetta, con buona pace per la libertà all’educazione dei minori. Ma l’apoteosi dello spot più “petaloso” d’Europa è quello delle Poste norvegesi, che consacrano la loro immagine con un bacio appassionato tra Santa Claus e tale Harry, sessualizzando un’icona che proprio non ne aveva bisogno e distruggendo contemporaneamente l’eroe ideale di ogni bambino durante le feste natalizie. Di questo passo non oso pensare quale sarà il tenore dei “messaggi d’amore” che leggeremo nei Baci Perugina di qui a breve! Ma è di tutta evidenza che le élite vogliono accelerare la realizzazione dell’agenda neoliberista di trasformazione della nostra società anche attraverso l’allineamento commerciale in chiave gay-friendly. Insomma, l’ennesima finestra di Overton si è aperta sull’uomo nuovo post-identitario, che dovrà essere sempre più fluido e unisex, possibilmente meticcio e sradicato, concepito grazie all’utero in affitto, credente nella religione universale ecologista, non più cittadino soggetto di diritti e doveri, ma consumatore apolide di merci, in poche parole, lo schiavo ideale.