Testo di Mauro Bartoli
Dies irae, dies illa, quel giorno è già arrivato, ci siamo dentro, dio o non dio sarà un giorno lungo, a quanto pare, avremmo preferito una botta e via, ma sembra che gli asteroidi ci girino al largo. Troppo lusso. Decrescita infelice della nostra etnia, relativamente privilegiata nei decenni scorsi. Sempre a spese di altri, uomini ed altri viventi. Adesso tocca a noi, temo, ai visi pallidi, tronfi di boria, di pretese, mancanti di umanità, ammiratori di gaglioffi con la divisa o senza, cui demandiamo il governo, la gestione della casa comune. Caccia all'untore, o ti infetta, oppure appartiene ad una razza inferiore, ad una religione o credenza leggermente diversa. Sterminare. Risolverà il problema. Idioti, saremo un'altra volta dominati, sfruttati da genti crudeli, primitive, adoratori di divinità intolleranti, sanguinare. Coloro che di noi sopravviveranno, ovviamente. Dies irae, dies illa, ciascuno preghi il suo Dio, credo venuto il momento. Serva o non serva, vale la pena almeno tentare.
Buona domenica a tutti
RispondiEliminaCuore saldo e animo fermo.
Saluti
Piero
Prima hanno costruito gingilli e giochini ad uso e consumo degli allocchi, poi li tolgono.
RispondiEliminaCome dare ad un bimbo una torta, tante caramelle, e tanti giocattoli, e poi levare tutto.
Ci prendono appunto per bimbi.
Zenzero
Beh, di fondo, è quello che la vita fa a tutti noi.
EliminaLeopardi lo scriveva nelle sue poesie.
"O natura, o natura,
Perchè non rendi poi
Quel che prometti allor? perchè di tanto
Inganni i figli tuoi?"
(A Silvia)