Siccome nei supermercati ancora non si trova, la morosa, che vive all’estero, ha pensato bene di farmi avere, come regalo di Natale, un pacco di prodotti simil-formaggio, ricavati dalle piante, e in special modo il gorgonzola. Se avesse fatto partire il pacco dalla Svizzera, i doganieri parassiti italiani mi avrebbero fatto pagare il dazio, che nel caso di un libro speditomi da un utente del blog l’anno scorso fu di 50 euro. Per cui, ha inviato l’ordine a una ditta italiana, vicino Roma, che non ha aggiunto alcun sovrapprezzo. La consegna, nonostante ciò, non è stata indolore, perché, non avendo il campanello sulla strada, il corriere non mi ha telefonato, il giorno in cui lo stavo aspettando, per pigrizia o per altri motivi, sebbene la morosa avesse fornito alla ditta il numero del mio cellulare. Il pacco, come si vede nella prima foto, è stato fatto dall’azienda, che lo ha affidato alle poste italiane, che a loro volta lo hanno affidato ai corrieri SDA, loro affiliati. In questo passaggio di consegne, può essere che il mio numero di telefono sia andato perduto, oppure che i corrieri non abbiano tempo da perdere e se ne freghino, ma se facessero le cose con coscienza, cercherebbero di consegnare la merce agli interessati, che magari sono in casa, lasciano il cancello socchiuso e però non possono stare tutto il giorno dietro la finestra.
Per la morosa svizzera è inconcepibile che i pacchi non vengano consegnati, e anche l’utente del blog, che mi spedì un libro, pure lui svizzero, probabilmente non si capacita come in Italia ci sia un andazzo del genere, alla carlona. Sembriamo un popolo di pasticcioni, menefreghisti e inconcludenti. A sud delle Alpi, forse, dal loro punto di vista, regna il caos, e io personalmente non avrei difficoltà a crederlo. Tuttavia, per il rotto della cuffia, considerato che il giorno della consegna avrebbe dovuto essere giovedì 5 dicembre, sono entrato in possesso delle ghiottonerie in oggetto oggi, sabato 7. E posso considerarmi fortunato! Le impiegate dell’ufficio postale mi hanno telefonato, aspettandomi prima di chiudere l’ufficio, e io sono corso a prenderlo.
Il contenuto è costituito da formaggi molli, comprese due mozzarelle chiuse in un sacchetto con il loro liquido, qualcosa di simile al Brie, formaggi alle erbe e gorgonzola. Uno l’ho provato a pranzo: una vera delizia! La prossima settimana avrò a cena mia figlia con il fidanzato e così potrò condividere con la mia...”famiglia” queste leccornie, che si spera possano sostituire presso i consumatori il formaggio vero, che comporta sofferenza per gli animali.
La scienza alimentare in questi ultimi anni ha fatto progressi enormi e se gli esseri umani si ostinano a mangiare carne e derivati, lo fanno per pura cattiveria, o per una malsana abitudine, perché le alternative esistono e non hanno nulla da invidiare ai prodotti carnei e caseari. Se penso che quarant’anni fa dovevo comprare il latte di soia in erboristeria, perché nei supermercati non c’era, mi sembra che molti progressi siano stati fatti, a livello di alimentazione e relativa distribuzione. Oggi, per quanto riguarda l’offerta di cibi vegani, mi sembra un altro mondo. Un’ultima annotazione. Il nome “gorgonzola” non c’è scritto da nessuna parte, sulle confezioni, come esige la legge vigente, subordinata al potere delle lobby agro-chimico-alimentari, e al suo posto si legge: “Erborinato a base di anacardi”.
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