Nel secolo scorso si diceva che gli imperialisti americani facevano la guerra per il petrolio, ed era vero, ma qualcuno, più portato verso lo studio dell’animo umano, diceva che gli USA facevano la guerra per la guerra, sottointendendo il lato sadico e psicopatico dei militari che uccidono per il piacere di uccidere, un po’ come i cacciatori che uccidono animali per divertimento. Gli anni sono passati, sono passati i decenni e il mondo ha voltato pagina, al posto del petrolio oggi troviamo rame, cobalto e coltan, che non servono per far muovere le macchine, ma per fabbricare cellulari, computer e pure auto elettriche. I paesi produttori di questi beni di consumo, in primis la Cina, hanno bisogno di quelle materie prime, perché non possono fermare una produzione di apparecchi digitali che porta loro guadagni stratosferici, indi per cui penetrano nei paesi africani che confinano con il Congo, e in modo particolare nella zona congolese del Kivu, per assicurarsi che le miniere forniscano i suddetti preziosissimi minerali. La Cina ha un modo tutto suo di “invadere” i paesi africani, non lo fa in modo rozzo, armi alla mano, come sono abituati a fare gli angloamericani, ma lo fa con modi più subdoli, prestando a fondo perduto denaro per creare infrastrutture, soprattutto ferrovie che colleghino i siti di estrazione dei minerali ai porti di Mombasa, in Kenya, e di Dar es Salaam, in Tanzania. Praticamente, i cinesi, costruendo ferrovie, fanno regali a quei paesi africani, ma anche a loro stessi. Se non che, agli americani questa situazione non piace e allora manovrano in modo tale che alle elezioni del Congo mettono su un loro presidente-fantoccio, si offrono di addestrare i soldati di Ruanda e Uganda, così da avere una forza bellica che operi per loro e invada la zona del Kivu, cioè quel territorio congolese ricco dei suddetti minerali.
Quando i tecnici e gli ingegneri cinesi si vedono il sito minerario occupato da militari armati, non possono far altro che arrendersi, ma tutto questo non è indolore, perché a margine di tali operazioni militari ci sono migliaia di morti fra la popolazione civile. Il presidente del Congo, che avrebbe tutto il diritto di opporsi all’invasione del suo paese da parte degli eserciti ruandese e ugandese non muove un dito, perché sa che quello è il volere dei suoi padroni americani. La Cina, per ora, incassa e forse medita rappresaglie. E infine, la Turchia! Dopo aver guadagnato una montagna di denaro dalla guerra tra Russia e Ucraina, ha pensato bene di investirlo in Africa, negli stessi luoghi, con gli stessi obiettivi e con gli stessi metodi cinesi. Le intenzioni della Turchia sono quelle di guadagnare molti soldi vendendoci le materie prime di cui anche noi, in Europa, abbiamo bisogno. I cinesi, i cui interessi economici sono ora seriamente minacciati dalle manovre americane, sicuramente non staranno a guardare: aspettiamo di vedere quali saranno le loro contro misure.
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