lunedì 3 giugno 2013

Fame di famiglia

 

C’è quel 78enne che si fa saltare le cervella in chiesa, mentre fuori sfilano migliaia di francesi contrari ai matrimoni gay, prendendosi un sacco di botte dalla polizia.
E poi ci sono quei quattro turchi resi ciechi dai candelotti lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo dai loro connazionali in divisa, oltre a centinaia d’altri manifestanti manganellati allegramente. E tutto questo per seicento alberi!
Se la rivolta turca contro Erdogan sembra l’effetto spontaneo della gente contro il fantoccio degli USA, la rivolta dei francesi contro gli omosessuali non so fino a che punto sia spontanea e i miei dubbi sono come minimo leciti se si pensa che le “primavere arabe” e quelle nei paesi dell’ex Unione Sovietica sono state organizzate secondo metodi prestabiliti e dietro finanziamenti di George Soros.
Quindi nulla mi vieta di pensare che anche le manifestazioni francesi contro matrimoni e adozioni di minori da parte dei gay siano state in qualche modo pilotate. Diamo per assodato che la cultura di Destra sia in crescita in tutta Europa, Francia compresa, ma c’è da chiedersi perché tanto accanimento verso le coppie omosessuali. Vorrei capirci qualcosa.

 
Leggendo “I Protocolli dei savi di Sion” di primo acchito mi era parso di capire che i Sionisti avessero favorito il concetto di sacralità della famiglia classica per scardinare i valori del clan, o tribù che dir si voglia, di modo che, se qualcuno rimaneva solo senza “farsi una famiglia”, finiva per diventare un reietto, privo dell’aiuto della comunità. Ma non è così. Se mai tale processo si è verificato, bisogna risalire a molto tempo prima che i “Protocolli” venissero scritti, magari ricercando nella cultura giudaico-cristiana il passaggio dalla famiglia allargata del clan a quella composta da marito, moglie e prole. In tal caso, gli ebrei c’entrano comunque.
Il Protocollo X (decimo) dice testualmente: “Dunque, avendo inculcato in ogni uomo il concetto della propria importanza, distruggeremo la vita familiare dei Gentili e la sua influenza educatrice”.

Se ne deduce che per gli autori del controverso testo la famiglia è cosa buona e giusta, visto che si parla di “influenza educatrice”. Allora, se i Protocolli sono la linea guida della Massoneria per l’attuazione del NWO, la difesa della famiglia tradizionale è funzionale al nuovo ordine mondiale o ne rappresenta in qualche modo un rifiuto, magari inconscio, cioè un rallentamento dei piani massonici?
Sospendiamo la questione e vediamo la faccenda in un’ottica da anarchico individualista, quale io mi pregio di essere. Se i cani sono come bambini e se gli orfanotrofi traboccano d’infanti in attesa di sistemazione, mi sembra giusto che tanto i cani abbandonati, quanto gli infanti senza genitori, siano adottati da chi è in grado di dar loro un’esistenza dignitosa. Le coppie gay, che sono chiamate “di fatto” perché già di fatto esistono, possono essere riconosciute come idonee a dare una vita dignitosa a un bambino abbandonato? Se noi fossimo uno di tali minori, lasciato in custodia spesso a suore sadiche e a preti pedofili, non vedremmo l’ora di andarcene da quell’inferno istituzionalizzato e ci andrebbe bene anche una coppia formata da due uomini o da due donne.

Se io fossi un cane in un box di cemento o un bambino nella camerata di un orfanotrofio, non andrei troppo per il sottile e me ne andrei via scodinzolando con il primo che capita. Purtroppo, le adozioni sono in gestione alla Chiesa cattolica o a istituzioni laiche che sono spesso più realiste del re, in fatto di moralismi, e questo spinge molte persone ad andare a cercare bambini all’estero. Infatti, nel 1993, arrivato in Perù con una compagna di viaggio, fummo dirottati nell’albergo di Lima dove vanno gli italiani a “comprare” bambini orfani, bypassando le trafile burocratiche che in Italia durano mesi e mesi e spesso si concludono con un rifiuto da parte delle autorità. Io e la mia compagna di viaggio eravamo semplici turisti, ma l’equivoco mi diede da pensare. Mi sembra una cosa illegale, ma molti italiani la fanno lo stesso, pagando parecchio denaro pur di raggiungere il loro scopo.
La domanda crea l’offerta e comunque è giusto esercitare un minimo di controllo sui potenziali genitori, come è giusto seguire le adozioni dei cani facendo visite di pre-affido e di post-affido alle persone che si presentano in canile per adottare un cagnetto.
Il rischio in questo caso è che i cani finiscano nelle mani sbagliate, per esempio in quelle che li venderanno poi ai laboratori di vivisezione, mentre nel caso dei bambini il rischio è che i futuri genitori non siano in grado di mantenerli e di dar loro un’adeguata educazione.

Organizzazioni pedofile e sataniste, proprio per evitare di passare attraverso il filtro delle indagini preliminari, passano alle vie di fatto, rapendo direttamente i bambini per strada.
Citare il caso di quel 60enne fermato in aeroporto con un bambino tailandese di dieci anni e che è stato arrestato nonostante sostenesse che fosse suo figlio, è pretestuoso e c’entra poco con le adozioni di minori da parte di gay, per il semplice motivo che gay non è sinonimo di pedofilo, come arabo non è sinonimo di terrorista.
I gay che ho conosciuto io sono persone di buona cultura e di condizione sociale
medio-alta. Viceversa, le peggiori situazioni di degrado familiare si riscontrano nelle famiglie eterosessuali, come quella coppia veneta di cui si è visto l’indegno rapimento del ragazzino, fuori della scuola, da parte del padre, con l’avallo dell’autorità giudiziaria. Uno squallido tiro alla fune.
Considerato che otto matrimoni su dieci finiscono in divorzio, non si è più molto sicuri sulla bontà del sistema famiglia. I cattolici hanno buon gioco a dire che la crisi dei valori morali attuale, nella nostra società, è dovuta all'arroganza dei “gay pride” e dell’edonismo imperante. Alcuni cospirazionisti di matrice cattolica arrivano al punto di indicare nel sionismo lo sponsor dell’omosessualità, e questo a me sembra più un rigurgito dell’antica antipatia dei cristiani verso i giudei.
Se la nostra attuale società registra una perdita dei valori morali, io, se fossi un cattolico, non farei tanto l’angioletto e non punterei il dito insistentemente verso gli altri, anche perché i gay potrebbero diventare un comodo capro espiatorio su cui sfogare colpe che invece sono di pertinenza della Chiesa.

Riconoscerete la vera religione dai suoi frutti, dice il Vangelo, e i femminicidi di cui tanto si parla oggi si verificano in un contesto culturale cattolico. Il bullismo scolastico che porta alcuni studenti sensibili perfino a suicidarsi, nasce in un contesto culturale cattolico, a meno che i bulli e gli stalkers estremi non siano figli di divorziati e quindi rancorosi e aggressivi proprio per tale motivo. Oppure, non siano così violenti per le vaccinazioni, i cibi contraffatti e tossici, l’influenza della televisione e via discorrendo.

Insomma, i fattori sono molteplici e il giorno in cui i francesi scenderanno in piazza contro le sofisticazioni alimentari allora cominceremo a ragionare.  Il giorno in cui scrittori 78enni si faranno saltare le cervella per protesta contro le scie chimiche - che potrebbero essere usate per diffondere nanotecnologia nociva alla salute mentale della popolazione - allora cominceremo ad affrontare seriamente il problema del degrado morale della società.
Non vorrei infatti che le manifestazioni oceaniche contro i gay fossero pilotate proprio per depistare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle vere cause del malessere sociale, come per esempio il controllo mentale che si attua in via sperimentale da anni, ad opera di reparti speciali dell’esercito, e che produce casi pazzeschi come quelli delle gemelle Eriksson e del giovane picconatore africano, tutti accomunati dal sentire “voci cattive” nel cervello.

Non intendo cadere nello stesso errore delle folle indignate - francesi, turche o di altra nazionalità - e non ho la certezza che la famiglia sia un’istituzione sana o meno, ma posso farmi guidare dall’istinto e se il cardinale Bagnasco dice che le nozze gay sono un “vulnus” per la famiglia, una ferita, le mie antenne si rizzano e mi chiedo se per caso non sia vero esattamente il contrario. E cioè, che sia la famiglia ad essere un “vulnus” per l’individuo. Io, che da bravo anarchico individualista non sono riuscito a farmene una come si deve, secondo i canoni sociali, devo sentirmi in colpa, inadeguato e reietto o devo sentirmi in qualche modo orgoglioso di aver avuto una…..vita spericolata, secondo il vangelo Vascorossiano?
E’ nato prima l’uovo o la gallina? Il gatto si morde la coda o no? E ci troviamo in piena crisi dei valori perché così doveva succedere, in quanto società decadente, o dobbiamo come minimo parlare di fallimento delle agenzie educative religiose?
Non è curioso che proprio nella patria del Vaticano ci sia l’esemplificazione del degrado dei valori? C’è per caso, dietro, una lotta fra logge massoniche, tra giudei che vogliono vendicarsi dei secoli di antisemitismo, delle persecuzioni e delle confische dei beni, manovrando in modo tale i loro emissari – come i Protocolli affermano esplicitamente – o non c’è nessun colpevole, siamo tutti innocenti e le cose vanno come devono andare secondo il capriccio del Fato?
Ai posteri l’ardua sentenza. Io di sicuro non mi faccio saltare le cervella, non vado a farmi manganellare dalla polizia, non ho l’esigenza né di andare a letto con un uomo, né di adottare un bambino, ma se ci sono cani e bambini che magari hanno l’esigenza d’essere adottati e amati è giusto che adulti consapevoli e amorevoli se ne facciano carico, con solo un minimo di controllo da parte delle autorità, che, secondo la mia filosofia, se non esistessero sarebbe meglio.
Io non so se la famiglia è il pilastro della società, ma questo concetto in bocca a preti che non mettono su famiglia e a un Pierferdinando Casini o a un Carlo Giovanardi, mi mette i brividi.
Non so perché!


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