C’è
quel 78enne che si fa saltare le cervella in chiesa, mentre fuori sfilano
migliaia di francesi contrari ai matrimoni gay, prendendosi un sacco di botte
dalla polizia.
E
poi ci sono quei quattro turchi resi ciechi dai candelotti lacrimogeni sparati
ad altezza d’uomo dai loro connazionali in divisa, oltre a centinaia d’altri
manifestanti manganellati allegramente. E tutto questo per seicento alberi!
Se
la rivolta turca contro Erdogan sembra l’effetto spontaneo della gente contro
il fantoccio degli USA, la rivolta dei francesi contro gli omosessuali non so
fino a che punto sia spontanea e i miei dubbi sono come minimo leciti se si
pensa che le “primavere arabe” e quelle nei paesi dell’ex Unione Sovietica sono
state organizzate secondo metodi prestabiliti e dietro finanziamenti di George
Soros.
Quindi
nulla mi vieta di pensare che anche le manifestazioni francesi contro matrimoni
e adozioni di minori da parte dei gay siano state in qualche modo pilotate.
Diamo per assodato che la cultura di Destra sia in crescita in tutta Europa,
Francia compresa, ma c’è da chiedersi perché tanto accanimento verso le coppie
omosessuali. Vorrei capirci qualcosa.
Leggendo
“I Protocolli dei savi di Sion” di primo acchito mi era parso di capire che i
Sionisti avessero favorito il concetto di sacralità della famiglia classica per
scardinare i valori del clan, o tribù che dir si voglia, di modo che, se
qualcuno rimaneva solo senza “farsi una famiglia”, finiva per diventare un
reietto, privo dell’aiuto della comunità. Ma non è così. Se mai tale processo
si è verificato, bisogna risalire a molto tempo prima che i “Protocolli”
venissero scritti, magari ricercando nella cultura giudaico-cristiana il
passaggio dalla famiglia allargata del clan a quella composta da marito, moglie
e prole. In tal caso, gli ebrei c’entrano comunque.
Il
Protocollo X (decimo) dice testualmente: “Dunque, avendo inculcato in ogni
uomo il concetto della propria importanza, distruggeremo la vita familiare dei
Gentili e la sua influenza educatrice”.
Se
ne deduce che per gli autori del controverso testo la famiglia è cosa buona e
giusta, visto che si parla di “influenza educatrice”. Allora, se i Protocolli
sono la linea guida della Massoneria per l’attuazione del NWO, la difesa della
famiglia tradizionale è funzionale al nuovo ordine mondiale o ne rappresenta in
qualche modo un rifiuto, magari inconscio, cioè un rallentamento dei piani
massonici?
Sospendiamo
la questione e vediamo la faccenda in un’ottica da anarchico individualista,
quale io mi pregio di essere. Se i cani sono come bambini e se gli orfanotrofi
traboccano d’infanti in attesa di sistemazione, mi sembra giusto che tanto i
cani abbandonati, quanto gli infanti senza genitori, siano adottati da chi è in
grado di dar loro un’esistenza dignitosa. Le coppie gay, che sono chiamate “di
fatto” perché già di fatto esistono, possono essere riconosciute come idonee a
dare una vita dignitosa a un bambino abbandonato? Se noi fossimo uno di tali
minori, lasciato in custodia spesso a suore sadiche e a preti pedofili, non
vedremmo l’ora di andarcene da quell’inferno istituzionalizzato e ci
andrebbe bene anche una coppia formata da due uomini o da due donne.
Se
io fossi un cane in un box di cemento o un bambino nella camerata di un
orfanotrofio, non andrei troppo per il sottile e me ne andrei via scodinzolando
con il primo che capita. Purtroppo, le adozioni sono in gestione alla Chiesa
cattolica o a istituzioni laiche che sono spesso più realiste del re, in fatto
di moralismi, e questo spinge molte persone ad andare a cercare bambini
all’estero. Infatti, nel 1993, arrivato in Perù con una compagna di viaggio,
fummo dirottati nell’albergo di Lima dove vanno gli italiani a “comprare”
bambini orfani, bypassando le trafile burocratiche che in Italia durano mesi e
mesi e spesso si concludono con un rifiuto da parte delle autorità. Io e la mia
compagna di viaggio eravamo semplici turisti, ma l’equivoco mi diede da
pensare. Mi sembra una cosa illegale, ma molti italiani la fanno lo stesso,
pagando parecchio denaro pur di raggiungere il loro scopo.
La
domanda crea l’offerta e comunque è giusto esercitare un minimo di controllo
sui potenziali genitori, come è giusto seguire le adozioni dei cani facendo
visite di pre-affido e di post-affido alle persone che si presentano in canile
per adottare un cagnetto.
Il
rischio in questo caso è che i cani finiscano nelle mani sbagliate, per esempio
in quelle che li venderanno poi ai laboratori di vivisezione, mentre nel caso
dei bambini il rischio è che i futuri genitori non siano in grado di mantenerli
e di dar loro un’adeguata educazione.
Organizzazioni
pedofile e sataniste, proprio per evitare di passare attraverso il filtro delle
indagini preliminari, passano alle vie di fatto, rapendo direttamente i bambini
per strada.
Citare
il caso di quel 60enne fermato in aeroporto con un bambino tailandese di dieci
anni e che è stato arrestato nonostante sostenesse che fosse suo figlio, è
pretestuoso e c’entra poco con le adozioni di minori da parte di gay, per il
semplice motivo che gay non è sinonimo di pedofilo, come arabo non è sinonimo
di terrorista.
I
gay che ho conosciuto io sono persone di buona cultura e di condizione sociale
medio-alta. Viceversa, le peggiori situazioni di degrado familiare si
riscontrano nelle famiglie eterosessuali, come quella coppia veneta di cui si è
visto l’indegno rapimento del ragazzino, fuori della scuola, da parte
del padre, con l’avallo dell’autorità giudiziaria. Uno squallido tiro alla
fune.
Considerato
che otto matrimoni su dieci finiscono in divorzio, non si è più molto sicuri
sulla bontà del sistema famiglia. I cattolici hanno buon gioco a dire che la
crisi dei valori morali attuale, nella nostra società, è dovuta all'arroganza
dei “gay pride” e dell’edonismo
imperante. Alcuni cospirazionisti di matrice cattolica arrivano al punto di
indicare nel sionismo lo sponsor dell’omosessualità, e questo a me sembra più
un rigurgito dell’antica antipatia dei cristiani verso i giudei.
Se
la nostra attuale società registra una perdita dei valori morali, io, se fossi
un cattolico, non farei tanto l’angioletto e non punterei il dito
insistentemente verso gli altri, anche perché i gay potrebbero diventare un
comodo capro espiatorio su cui sfogare colpe che invece sono di pertinenza
della Chiesa.
Riconoscerete
la vera religione dai suoi frutti, dice il Vangelo, e i femminicidi di cui
tanto si parla oggi si verificano in un contesto culturale cattolico. Il
bullismo scolastico che porta alcuni studenti sensibili perfino a suicidarsi,
nasce in un contesto culturale cattolico, a meno che i bulli e gli stalkers estremi non siano figli di divorziati e quindi
rancorosi e aggressivi proprio per tale motivo. Oppure, non siano così violenti
per le vaccinazioni, i cibi contraffatti e tossici, l’influenza della televisione
e via discorrendo.
Insomma,
i fattori sono molteplici e il giorno in cui i francesi scenderanno in piazza
contro le sofisticazioni alimentari allora cominceremo a ragionare. Il giorno in cui scrittori 78enni si
faranno saltare le cervella per protesta contro le scie chimiche - che
potrebbero essere usate per diffondere nanotecnologia nociva alla salute
mentale della popolazione - allora cominceremo ad affrontare seriamente il
problema del degrado morale della società.
Non
vorrei infatti che le manifestazioni oceaniche contro i gay fossero pilotate
proprio per depistare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle vere cause del
malessere sociale, come per esempio il controllo mentale che si attua in via
sperimentale da anni, ad opera di reparti speciali dell’esercito, e che produce
casi pazzeschi come quelli delle gemelle Eriksson e del giovane
picconatore africano, tutti accomunati dal sentire “voci cattive” nel cervello.
Non
intendo cadere nello stesso errore delle folle indignate - francesi, turche o
di altra nazionalità - e non ho la certezza che la famiglia sia un’istituzione
sana o meno, ma posso farmi guidare dall’istinto e se il cardinale Bagnasco
dice che le nozze gay sono un “vulnus” per la famiglia, una ferita, le
mie antenne si rizzano e mi chiedo se per caso non sia vero esattamente il
contrario. E cioè, che sia la famiglia ad essere un “vulnus” per l’individuo.
Io, che da bravo anarchico individualista non sono riuscito a farmene una come
si deve, secondo i canoni sociali, devo sentirmi in colpa, inadeguato e reietto
o devo sentirmi in qualche modo orgoglioso di aver avuto una…..vita
spericolata, secondo il vangelo Vascorossiano?
E’
nato prima l’uovo o la gallina? Il gatto si morde la coda o no? E ci troviamo
in piena crisi dei valori perché così doveva succedere, in quanto società
decadente, o dobbiamo come minimo parlare di fallimento delle agenzie educative
religiose?
Non
è curioso che proprio nella patria del Vaticano ci sia l’esemplificazione del
degrado dei valori? C’è per caso, dietro, una lotta fra logge massoniche, tra
giudei che vogliono vendicarsi dei secoli di antisemitismo, delle persecuzioni
e delle confische dei beni, manovrando in modo tale i loro emissari – come i
Protocolli affermano esplicitamente – o non c’è nessun colpevole, siamo tutti
innocenti e le cose vanno come devono andare secondo il capriccio del Fato?
Ai
posteri l’ardua sentenza. Io di sicuro non mi faccio saltare le cervella, non
vado a farmi manganellare dalla polizia, non ho l’esigenza né di andare a letto
con un uomo, né di adottare un bambino, ma se ci sono cani e bambini che magari
hanno l’esigenza d’essere adottati e amati è giusto che adulti consapevoli e
amorevoli se ne facciano carico, con solo un minimo di controllo da parte delle
autorità, che, secondo la mia filosofia, se non esistessero sarebbe meglio.
Io
non so se la famiglia è il pilastro della società, ma questo concetto in bocca
a preti che non mettono su famiglia e a un Pierferdinando Casini o a un Carlo
Giovanardi, mi mette i brividi.
Non
so perché!
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