Testo di Antonio Marcianò
Fonte: Zret blog
Lo Stato-Leviatano, inteso come apparato di controllo (occulto) e
strumento di distruzione, usa vari stratagemmi per preservare le sperequazioni
economiche e sociali, idonee alla perpetuazione ed al consolidamento del
potere. Tra le armi principali dell’establishment per immiserire i sudditi e
tenerli in una perenne condizione di subalternità bisogna annoverare il fisco.
Con un esoso ed opprimente sistema fiscale si conseguono almeno due scopi: si
sottraggono ricchezze a piccoli imprenditori, artigiani, cittadini del ceto
medio e della classe inferiore; si genera un’ansia costante nei contribuenti
che, a causa delle innumerevoli e ravvicinate scadenze tributarie, si sentono
con una pistola puntata alla tempia. Il fisco perciò è anche un dispositivo di
dominio psicologico, una tagliola per la mente.
Sfatiamo un luogo comune: tributi, balzelli, gabelle, spesso
assurdi ed anacronistici, servono solo in parte a sostenere le istituzioni ed a
mantenere i parassiti al potere. Inoltre una quota esigua del gettito è oggidì
destinata allo stato sociale, giacché la maggior parte del denaro estorto al
popolo è fagocitato dalle spese militari. In verità, un paese potrebbe
sopperire a tutte le esigenze grazie ad un’unica imposta indiretta.
Naturalmente dovrebbe essere abolito il signoraggio bancario che
risucchia quasi tutto il ricavato delle tasse nel gorgo immenso del debito
pubblico. Dovrebbero essere poi cancellati tutti gli escamotages della finanza
incentrati sull’usura e sull’equivalenza tra moneta e merce.
Se allora il fisco attuale non ha uno scopo per così dire
“produttivo” e “positivo”, pur nella sua indubbia impopolarità, qual è il suo
vero fine? La risposta è semplice. Esso ha per fine la spoliazione, anzi
l’annichilimento dei ceti medio-bassi. Il governo (mondiale) mira a depredare
le aziende ancora floride, a gettarle sul lastrico: ogni tracollo di un’azienda
è un successo per i globalizzatori e per le multinazionali. Le corporations si prefiggono di monopolizzare il
mercato, sbarazzandosi della concorrenza dei piccoli produttori le cui merci
sono tra l’altro di qualità migliore. E’ in corso quindi un deliberato attacco
all’imprenditoria italiana: si pensi all’Emilia Romagna, nerbo dell’economia,
regione prima danneggiata con il terremoto artificiale e
contro la quale ora si infierisce con la stretta creditizia e con l’I.M.U. sui
fabbricati industriali.
A proposito di credito e di banche, è necessario demolire un altro
errato convincimento. Il fallimento delle banche è
quasi sempre un pretesto per spillare altri quattrini ai contribuenti, una
scusa per inasprire la pressione fiscale, per promulgare misure sempre più
coercitive. Anche quando un istituto di credito fallisce (o simula il
fallimento), perde solo un capitale di moneta elettronica, fittizia, mentre si
è nel frattempo appropriato di beni immobili confiscati ai debitori insolventi.
Non è vero dunque che molti decreti draconiani sono varati “per salvare le
banche”, non è vero che l’aumento dell’I.V.A. discende dall’impellente necessità
di rastrellare nuove risorse. I vari ministri del sottosviluppo e delle finanze
sanno benissimo che l’aumento dei gravami conduce, prima o dopo, alla flessione
dei consumi, quindi ad un decremento delle entrate tributarie. La loro politica
è, da un punto di vista logico, controproducente, ma la “logica” dei farabutti
non è la nostra. Il loro obiettivo è la devastazione, non il risanamento né la
prosperità. Anzi l’indigenza, la disoccupazione, il malcontento sono ghiotti
presupposti per organizzare un assetto socio-politico di stampo orwelliano.
Non paghi di aver inferto dei colpi micidiali al settore
secondario, gli esecutivi italioti, che obbediscono agli ordini impartiti da
potentati sovranazionali, stanno ora accanendosi contro l’agricoltura, sia per
imporre le sementi transgeniche sia per privare il nostro paese
dell’autosufficienza alimentare. Una volta affossato il primario, l’Italia
dipenderà in toto dagli arbitrii delle famigerate società agro-alimentari.
Arma precipua per rovinare l’agricoltura e per conseguire bieche
finalità è la Geoingegneria clandestina, tanto per cambiare.
Comunque non la spunteranno.
Antonio Marcianò
Gli esecutivi italioti non hanno occhi per vedere che ci stiamo indirizzando verso una società di stampo tecnogeno ..... come si anticipava nel film Avatar
RispondiEliminaCredo che ci siano molti film che parlano del rapporto controverso tra l'uomo e la macchina.
EliminaMi viene in mente un vecchio film intit"Terminator", con i robot che prendono il comando della Terra.
Il fatto è che agli esseri umani la tecnologia piace.
Guai se oggi non avessi il computer, eppure prima del 1995 non ne avevo.