Testo di Paolo Sensini
Hanno ripetuto fino all'ossessione che gli atti di terrorismo
verificatisi in varie città europee "non ci avrebbero fatto
cambiare il nostro stile di vita" e che, in ogni caso, "i
terroristi non ci fanno paura". Invece lo Stato italiano, paese
dove non vi sono stati finora attentati di matrice islamica, ne ha
subito approfittato eccome per condizionare la vita dei cittadini:
controlli telematici e intrusioni nella vita privata, barriere nelle
vie cittadine dei centri storici per fermare eventuali
attentatori, strade presidiate da esercito e forze armate. In nome di
un'Unione Europea vissuta come un credo religioso, per non effettuare
controlli alle frontiere e accogliere chiunque volesse entrare si
sono creati confini interni a ogni città, rendendo di fatto i
cittadini come degli estranei in casa propria. Grazie al terrorismo,
diventa insomma facile e "giustificabile" imporre leggi
eccezionali che limitano e annullano, per il bene comune, ogni
libertà conquistata in precedenza e anche porre i cittadini in stato
permanente di dissonanza cognitiva, poiché in psicologia è noto che
chi si trova in stato di smarrimento e di confusione, non potendo
contare sul giudizio di se stesso, è molto più disposto a
sottomettersi a quello dell'autorità.
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