giovedì 19 ottobre 2017

Grazie allo smarrimento e alla confusione i sudditi si affidano volentieri alle autorità


Testo di Paolo Sensini


Hanno ripetuto fino all'ossessione che gli atti di terrorismo verificatisi in varie città europee "non ci avrebbero fatto cambiare il nostro stile di vita" e che, in ogni caso, "i terroristi non ci fanno paura". Invece lo Stato italiano, paese dove non vi sono stati finora attentati di matrice islamica, ne ha subito approfittato eccome per condizionare la vita dei cittadini: controlli telematici e intrusioni nella vita privata, barriere nelle vie cittadine dei centri storici per fermare eventuali attentatori, strade presidiate da esercito e forze armate. In nome di un'Unione Europea vissuta come un credo religioso, per non effettuare controlli alle frontiere e accogliere chiunque volesse entrare si sono creati confini interni a ogni città, rendendo di fatto i cittadini come degli estranei in casa propria. Grazie al terrorismo, diventa insomma facile e "giustificabile" imporre leggi eccezionali che limitano e annullano, per il bene comune, ogni libertà conquistata in precedenza e anche porre i cittadini in stato permanente di dissonanza cognitiva, poiché in psicologia è noto che chi si trova in stato di smarrimento e di confusione, non potendo contare sul giudizio di se stesso, è molto più disposto a sottomettersi a quello dell'autorità.

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