Fonte: Il Populista
Vietato denunciare il degrado:
nello specifico è vietato
fotografare presunti profughi che bivaccano e rovistano nella
spazzatura,
contribuendo a determinare il degrado di cui sopra. Sembra una
direttiva proveniente da un altro pianeta, da un’altra dimensione,
da un altro sistema solare, invece accade nell’Italia del 2017,
precisamente a Pesaro dove il
prefetto Luigi Pizzi ha
emanato una circolare per impedire ai residenti di scattare foto agli
ospiti dei centri d’accoglienza. L’intento
dichiarato è scongiurare “possibili scontri verbali e fisici tra
residenti e migranti dei centri di accoglienza”, dunque il solerte
rappresentante del Governo più che reprimere le situazioni
inaccettabili denunciate dai cittadini, quindi lavorare per riportare
ordine e decoro, intende perseguire i cittadini stessi. Disponendo
“servizi di vigilanza e controllo del territorio, per prevenire e
reprimere con rigore qualunque condotta del tipo sopra segnalato” e
così chi seguiterà a fotografare le “risorse” in azione e
addirittura osare chiedere loro le generalità sarà sottoposto a
un procedimento
per esercizio abusivo di pubbliche funzioni.
Succede
in Italia, a Pesaro,
in particolare nelle frazioni Borgo Santa Maria e Pozzo Alto, dove la
sostanziale illegalità di Stato è certificata dai numeri: lì vivono
3.000 persone costrette a fare i conti con un centinaio di
richiedenti asilo,
dieci volte tanto rispetto alla proporzione di 3 migranti ogni 1.000
cittadini italiani stabilita sulla carta dal Ministero dell’Interno,
da cui dipende tra l’altro il prefetto. I residenti sarebbero
colpevoli di aver diffuso le immagini del comportamento incivile
dei "migranti" via social, con l’obiettivo di
sensibilizzare istituzioni evidentemente sorde a legittime
rimostranze. Il prefetto in questione ha pure ricevuto una
delegazione dei cittadini delle frazioni, con il risultato di emanare
la circolare definita da più parti surreale.
In
pratica d’ora in poi, secondo le disposizioni
prefettizie, diventerà
illegale e passibile di multa denunciare il degrado,
i bivacchi, i giardini scambiati per orinatoi e le sozzerie commesse
da presunti profughi, magari ubriachi e molesti, che trasformano le
città in latrine a cielo aperto. E sarà vietato diffondere le
immagini in questione sui social, anche se utile a sollevare il caso
e dunque sollecitare interventi risolutivi da parte di autorità
latitanti. A rischio anche la libertà di espressione, se diventa
proibito scattare foto in luogo pubblico e diffonderle con uno scopo
di denuncia civica.
Pare inoltre un caso
di razzismo al contrario,
visto che tale disposizione nasce come provvedimento ad hoc per
tutelare gli immigrati richiedenti asilo. Insomma la vicenda di
Pesaro insegna che nell’Italia alla rovescia le istituzioni
perseguono chi segnala infrazioni e non chi le commette. Matteo
Salvini, leader
della Lega, su Facebook:
“Roba da matti. Per
il prefetto di Pesaro il problema non sono i clandestini, ma i
cittadini italiani. Vergogna!”.
Giovanni Totaro: Cose da pazzi! Ma come si
permette questo prefetto di profferire tali ordini? Ma lo sa o non lo
sa dove si trova? Questo è territorio italiano, ci vivono gli
italiani e comandano gli italiani. Questo signore prima di parlare,
desse uno sguardo alla costituzione.
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