Ecco una dimostrazione di come la tecnica arcontico-sionista possa
essere portata alle estreme conseguenze, fino al punto di mettere
fratello contro fratello, compagno contro camerata. I fatti di Empoli, con gli abitanti di quella città terrorizzati alla sola idea
che stavano arrivando i fascisti, come se si trattasse degli Unni o
degli Ungari, dimostra quanto la paura sia cattiva consigliera. Per
me, a distanza di quasi cento anni, è inconcepibile, ma per i
comunisti e i socialisti di quelle zone, in quel periodo, la paura
era giustificata. C’erano vittime da una parte e dall’altra.
Carabinieri linciati o uccisi dai cecchini e anarchici giustiziati
senza processo, bombe tra la folla e altre piacevolezze. Il traditore
Mussolini che crea i fascisti, li arma, li plagia, gli fa indossare
divise con tanto di teschio cucito sul petto, gli fa cantare canzoni
che inneggiano alla morte.
Insomma, un folclore macabro che
personalmente mi ripugna ma che può avere il suo fascino in chi si
lasci incantare dall’odio verso il nemico. Peccato che quel nemico
sia il tuo fratello proletario, vittima di sfruttamento sul lavoro e
dei soprusi dei padroni. Gli ebrei ricchi si mettono a capo di
fabbriche in cui gli operai lavorano 12 o anche 14 ore al giorno,
senza tutte le conquiste sindacali che sarebbero venute più tardi e
che – pure loro – sarebbero costate sangue e altri morti. Se in
quest’ultimo periodo mi sono sentito vicino al nazionalismo di
Destra, a causa dell’invasione di africani, questo film mi ha
aperto gli occhi. Andare in giro cantando canzoni mortifere e
sparando sulle finestre delle case è da dementi. Linciare dei
marinai in borghese e dei carabinieri è da mentecatti. Gli Arconti
gongolano. I sionisti si convincono che noi Goim siamo delle stupide
bestie. Io non ho nessuna voglia di fare nessuna rivoluzione. Gli
svantaggi superano i vantaggi. E alla fine scende l’oblio. I morti
sono morti per niente. Aspettiamo di vedere cosa succederà nel 2021,
sempre che nell’universo agiscano meccanismi cabalistici. Mancano
quattro anni. Non c’è molto da aspettare.
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