Tante storie per una svastica!

Il mio amico cattocomunista, dopo avermi fatto le foto, mi ha invitato a pubblicarle senza commenti, così da fare una specie di esperimento sociale, per vedere che effetto producono. Io invece, che sono un puntiglioso logorroico, non me la sento di pubblicarle senza testo. Ma, in ogni caso, non è questo il problema. Stante la reticenza che provavo nel comprarla, riuscirò anche ad andare in giro per Codroipo con quella spilla malfamata? Per mia fortuna, in questo grosso paese del Medio Friuli, non c’è un centro sociale dove le zecche comuniste possano annidarsi. L’unico inconveniente, durante le mie quotidiane passeggiate con i cani, è incontrare qualche “compagno” che scleri vedendo il simbolo della svastica sul mio giubbotto, ma io, di solito, i compagni della gioventù, compagni in entrambi i sensi, li vedo e li saluto da lontano, e quindi il rischio di rimostranze si fa minimo. 

Al di là di tali note di colore, dettate, da una parte, dal mio antico vezzo di provocare la gente (alle magistrali andavo in giro con una borsetta da donna su cui, a penna, avevo scritto “épater les bons bourgeois”, scandalizzare i buoni borghesi, motto della Scapigliatura milanese), e dall’altro dall’ignoranza diffusa circa il vero significato della svastica, c’è un argomento serio che mi preme evidenziare. Ovvero, la lotta atavica tra le due fazioni di Elohim che dura da millenni. Sta prendendo consistenza in me la consapevolezza che quella del nazismo del secolo scorso, con un Hitler che si era messo in testa di sconfiggere “la stirpe del Serpente”, non fu che un episodio di una guerra fra titani che va ben oltre il semplice antisemitismo russo, tedesco o caucasico in genere. Qui siamo di fronte a un conflitto di cui ci parlano le tavolette sumere, che sono i testi più antichi esistenti sulla Terra, essendo i sumeri gli antenati degli ebrei biblici.

Mi piace immaginare la scena in cui, passeggiando per Codroipo, m’imbatto in qualche “compagno” che, scandalizzato, mi chiede spiegazioni su cosa ci faccia una svastica sulla mia giacca. Al che, immagino me stesso che gli risponde: “E’ un simbolo del XX secolo!”. “Lo so – ribatte lui, per niente soddisfatto. E poi, immagino la sua faccia incredula quando aggiungo: “...del XX secolo avanti Cristo!”. Non è facile da capire. E l’ipotetico interlocutore, a quel punto, mi guarderebbe come si guarda un matto incurabile, lasciandomi poi perdere perché con i matti incurabili non c’è speranza. Eppure, non sarebbe per niente una corbelleria affermare che la svastica risale a molte migliaia d’anni prima di Cristo. E i più eruditi lo sanno. Il mio utente che vive in Estremo Oriente lo sa, vedendo quel simbolo dappertutto in Thailandia, come a me capitò di vederlo nell’India del sud, spesso dipinto sulla mano aperta di Ganesh. O sui portoni delle case. E’ infatti abbastanza noto che la croce uncinata è uno dei simboli del sole, un segno porta fortuna. Poi ci sono quelli che puntualizzano sul verso in cui sono girati gli uncini, dicendo che il nazismo lo ha reso un simbolo malvagio e paragonando questa cosa con il crocifisso rovesciato dei satanisti.

Su questo aspetto non mi pronuncio, ma voglio invece azzardare qui alcune ipotesi. Furono due fratellastri Elohim, figli di ANU, i responsabili della creazione dell’uomo, l’uno era un militare, ENLIL, l’altro uno scienziato, ENKI. Il primo fu messo a capo, forse sbagliando, del progetto di manipolazione genetica che produsse l’Homo sapiens, ma il secondo scompigliò le carte, intervenendo illegalmente. Passò alla storia come il Serpente del giardino terrestre. Ebbe una discendenza, contro cui secoli dopo Hitler portò avanti la sua battaglia. Ma anche ENLIL ebbe una discendenza e al suo fratellastro gliela fece pagare. Quei due non hanno mai smesso di odiarsi. E di combattere. Un figlio di ENLIL che si diede particolarmente da fare, si chiamò NINURTA, dai greci denominato Ares (Marte per i latini). Essendo Dio della guerra, si capisce che era un tipo poco raccomandabile. Figlio di ENKI, invece, fu MARDUK, per gli egizi Ra. E anche lui era uno che non porgeva l’altra guancia, ma controbatteva colpo su colpo. 

Oltre ai miti del Mediterraneo, che vedevano guerre condotte dagli Dei, abbiamo le testimonianze anche degli indiani, con il Mahabharata in cui si parla di “guerre nel cielo” a colpi di Vimana. Nella nostra Bibbia, oltretutto, si descrivono esplosioni nucleari che spazzavano via intere città. Sodoma, Gomorra e le altre tre città scomparvero così. Insomma, gli Dei combattevano, ma ad andarci di mezzo erano gli esseri umani. E’ così anche oggi.

Se gli Elohim militari si dilettavano a combattersi tra loro, utilizzando servitori particolarmente dotati, tra cui Hitler, gli Elohim pacifici, che preferivano dedicarsi alle arti e all’avanzamento morale e culturale della popolazione umana, non stavano con le mani in mano. Abbiamo così un altro figlio di ENLIL, ADAD, che per i romani era il Dio Mercurio, protettore dell’eloquenza, dei commercianti e dei ladri, mentre un figlio di ENKI fu NINGISZIDDA, dagli egizi chiamato Toth, Dio della sapienza, della matematica e della geometria. Insomma, nonostante tutti i morti (Geova degli Eserciti ne ha fatti tantissimi), “the show must go on”, lo spettacolo deve andare avanti. Non saprei dire con precisione da che parte stesse il Dio della Bibbia, quello adorato dagli antichi ebrei, ma se scelse la famiglia di Giacobbe, che poi cambiò nome in Israele, propenderei per la stirpe del Serpente, cioè per ENKI, visto che gli altri, i nazisti, li consideravano nemici. E poi, ci sono più scienziati fra gli ebrei che militari.

Va aggiunta ancora una cosa, simbolo del militare ENLIL fu l’aquila, che infatti si ritrova sulle divise naziste, ma anche, qualche secolo prima, sulle insegne dei legionari romani. Simbolo dello scienziato ENKI fu il serpente, che si ritrova nella medicina (vedasi Esculapio) più che nei campi di battaglia, segno che forse ENKI è stato tirato dentro in questa guerra un po’ controvoglia, suo malgrado, benché fosse stato lui, introducendosi furtivamente nel laboratorio del suo fratellastro, a provocarla. 

E poi, la svastica! Fu adottata, non si sa bene perché, dall’alfiere del militare ENLIL, il baffetto austriaco che, nel xx secolo dopo Cristo, impersonò il Male assoluto. Oggi io sto per far mia la svastica, simbolo di guerra e di massacri. Io, personalmente, sarei più portato per la scienza e la conoscenza e quindi dovrei sentirmi attratto dal serpente. E invece, mi sento attratto proprio dalla croce uncinata, così malefica, così terrificante e minacciosa. E’ forse segno che sto diventando schizofrenico? O forse lo sono già? Del resto, mi sento attratto anche dagli ebrei, da quando mio padre mi disse che, secondo alcune sue ricerche, la nostra famiglia discende dagli ebrei genovesi Doria.

Non so cosa pensare. Spero solo di non incappare in qualche zecca, manesca e intollerante, dei centri sociali, ma piuttosto in persone erudite con cui intavolare dotte discussioni. Intanto, ci sto provando qui con voi. Siete abbastanza dotti? Siete abbastanza eruditi? In alternativa, siete abbastanza aperti di mente? In fondo, sono solo simboli, vanno presi con le pinze, ma anche con beneficio d’inventario. Che la svastica tibetana mi porti fortuna!