giovedì 29 settembre 2022

Noi reazionari del XXI secolo


Testo di Sergio Pastore

Il punto di equilibrio. Vester, studioso dei sistemi complessi, sosteneva che la natura ci aveva creati individui, noi esseri umani. Avrebbe potuto forse generare anche un solo essere, una massa gelatinosa che coprisse la Terra, simile a quel fungo che in America si estende per chilometri e chilometri. No, ci creò individui. E grazie a individui eccezionali, geniali, l'umanità si è evoluta tanto da modificare in parte radicalmente l'ambiente naturale originario. Ma adesso siamo qualcosa come 8 miliardi di esseri umani, e il prossimo miliardo bussa già alla porta. A parte i deserti e le vette più alte, l'umanità ha occupato quasi ogni nicchia e forma oggi forse quell'essere unico che ipotizzava Vester. L'interdipendenza dell'umanità è totale (lo dice anche il papa). A dire il vero ci sono ancora centinaia di milioni, forse miliardi, che non godono ancora di tutti i privilegi di noi occidentali (il presidente indiano Modi sta cercando di convincere gli Indiani, apparentemente inultilmente, di usare i servizi igienici). Ma a parte notevoli differenze di reddito e di benessere tuttora esistenti, l'umanità è o sembra essere in cammino verso una sola Terra, una sola umanità, un essere unico. 




Siamo già oggi più o meno telecomandati dalle famose élite, dai poteri sovranazionali che ci dicono cosa dovremo mangiare, come dovremo comportarci, cosa potremo ancora dire: il coronamento sarà il chip impiantato nel cervello che aumenterà in modo esponenziale (così dicono) le nostre capacità. Il controllo sarà ovviamente totale, com'è già in Cina oggi. Una prospettiva allettante o allucinante? I pareri sono discordi, ancora discordi - per la rabbia del papa e delle élite. A noi reazionari del XXI secolo questa prospettiva fa paura o non ci piace, ma forse il cammino è ineluttabile. Non avremo più bisogno di Aristoteli, Leonardi, Newton, Einstein: la soluzione dei problemi, la creazione del nuovo, la colonizzazione di Marte e dell'intera galassia saranno il risultato di un gigantesco sforzo collettivo sostenuto dall'IA. Qualcuno dice che l'essere umano, così difettoso, potrà essere sostituito dai prodotti dell'IA. Per fortuna, non ci sarò più e posso ancora godermi alcuni piccoli privilegi che vorrei condividere soltanto con alcuni individui che mi sono simpatici (vade retro Bergoglio).

4 commenti:

  1. Se gli indiani, quasi ormai una miliardata e mezzo, si ostinano a non usare i servizi igienici, malgrado gli incitanenti di Modi, saranno sepolti da una nauseabonda coltre di cacca. Tale vil prodotto si essicchera' col tempo, perderà l'afrore pestillenziale e sarà un di frettolosamente catalogata come argilla eccetera eccetera. Mirati scavi riporteranno alla luce i resti degli antichi cacatores(latino)Indiani, e delle vestigia da essi edificate, tra una scarica diarroica e l''altra. Noi occidentali, più raffinati nascondiamo la cacca come i gatti. Ma sta venendo fuori. Pure la nostra.

    Quivi portati fummo ovver creati per servir nelle cave, trarre l' oro, pietanza degli iddei, dalle viscere della terra, dai fiumi, dai mari, abbattere alberi svettanti al cielo..... Complici degli sfruttatori di una limitata porzione del vasto piano orizzontale. Ergo anche noi responsabili. Chi più, chi meno....

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    1. Mi piaci quando sei particolarmente ispirato. E lo sei quasi sempre. Ho sentito dire che i poeti hanno una marcia in più rispetto ai comuni mortali, cioè vedono la vera realtà delle cose, sublimandola.

      In realtà, però, entrando nel merito dei concetti da te espressi, la Natura ha strumenti infallibili e veloci per riciclare le deiezioni degli esseri viventi e siccome anche l'essere umano fa parte della Natura, benché spesso se lo dimentichi, non vedo alcun pericolo di essere sopraffatti dai nostri stessi cataboliti.
      Da questo punto di vista sono abbastanza tranquillo. Infatti, nei miei due viaggi in India, ricordo che il problema era la plastica, non le deiezioni organiche animali e umane.

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    2. "non vedo alcun pericolo di essere sopraffatti dai nostri stessi cataboliti."

      Mah, io invece mi preoccupo. Senza depuratori sarebbe la fine, e piuttosto veloce, altro che covid.
      I depuratori possono non funzionare (guasti, mancanza di energia ecc.). Pensa che praticamente l'intera Svizzera, città e villaggi, è allacciata alla rete di depuratori che sono costati 50 miliardi di franchi. Mi sembra che in Italia metropoli con milioni di abitanti (Milano, Roma, Napoli) non abbiano depuratori. Napoli può scaricare tutto in mare (buone cozze al vibrione), ma le altre città?
      E poi l'acqua! Per far uscire acqua potabile dal tuo rubinetto ci vuole la mano di Dio, è un'impresa colossale. Mica è acqua di sorgente o solo in minima parte.
      Insomma io non sono affatto tranquillo e fiducioso.

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    3. Capisco e condivido. Infatti, molta gente che esce dai supermercati ha il carrello pieno di bottiglie d'acqua, di plastica, forse proprio perché quella di rubinetto, piena di cloro, è imbevibile. Io ho la fortuna di vivere nella Zona delle Risorgive, dove abbiamo acqua eccellente.

      In quanto ai depuratori, sono una conquista di civiltà e mi riesce difficile credere che le grandi città italiane non li abbiano.

      Dalle mie parti, anni fa ci fu il problema dell'atrazina nelle falde freatiche, proveniente dai pesticidi, ma fu risolto alzando per legge la tolleranza.
      La solita soluzione all'italiana.

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