venerdì 15 dicembre 2023

Gutenberg doveva ancora nascere


Testo di Marianna Aiello

Un tesoro dal valore inestimabile viene alla luce in Amazzonia. Risale a 12.600 anni fa. Nella foresta pluviale amazzonica c'è una "tela" lunga 8 miglia di incisioni rupestri dell'era glaciale. Incisa circa 12.600 anni fa, questa imponente opera d'arte raffigura mastodonti, bradipi giganti e altri animali estinti. Le rocce riportano migliaia di uomini e animali che non vagano nel continente da almeno 12.000 anni; il che ne ha permesso la datazione. Il tutto nel cuore della foresta amazzonica, nella Serrania de la Lindosa, in ottimo stato di conservazione. La scoperta è stata fatta da un team di archeologi nel Parco Nazionale Chiribiquete nel 2019, ma è stata tenuta segreta per mesi, in modo da consentire la completa messa in sicurezza dell’area. Gli esperti ritengono che la vastità dei dipinti sia tale che occorreranno diverse generazioni per studiarli tutti.



Le figure sono di varie dimensioni, e alcune di esse si trovano così in alto sulla parete rocciosa che i ricercatori hanno dovuto usare i droni per vederli nel dettaglio. Ponendosi un altro interrogativo: con quali tecniche questi antichissimi popoli riuscirono a lavorare ad altezze così vertiginose? È stato interessante vedere che molti di questi grandi animali appaiono circondati da figure umane, con le braccia alzate, come se li stessero adorando. Per le popolazioni amazzoniche, esseri viventi come gli animali e le piante possiedono un’anima, e comunicano e interagiscono con le persone in modi amichevoli o ostili attraverso i rituali e le pratiche sciamaniche. Una splendida panoramica sulla sensibilità antica verso la natura, da cui oggi, a giudicare dallo scempio cui è sottoposta la Foresta Amazzonica, avremmo molto da imparare.


2 commenti:

  1. Ai 600 anni in più o in meno non ci credo, troppa pignoleria oh shenziatih, come Giordano Bruno io dubito. Più che invecchio e più che dubito, altro che pace dei sensi.....

    Parrebbe manipoli di schiavi-operai riuscirono a sfuggire ai lavori forzati, nascondendosi nel folto delle foreste, in zone desertiche frai i ghiacci dell'artico. Forse a bella posta evitarono di replicare usi e costumi donde erano fuggiti, allo scopo di non propalare all',infinito il dolore, la sofferenza, ovvero puntare sui bisogno essenziali, e vivere liberi, forse anche relativamente felici. Ah vivre libre ou mourir...

    Parrebbero inesistenti tracce di "regressione" sociale volontaria da parte di individui di razza bianca, o caucasica, quasi che, stringi stringi, od onta della nostra sicumera, presunzione, vien fuori che i koglioni siamo noi, che più koglioni non si può. Neanche col candeggio.

    ....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La foresta amazzonica non è un habitat primigenio, il che significa che dove oggi c'è un'impenetrabile giungla, anticamente c'erano pascoli e terreni coltivati.
      La domanda spontanea è: da chi erano coltivati?
      Dov'è finita tutta quella gente?

      Elimina