mercoledì 13 dicembre 2023

Un encomio a una donna ribelle e coraggiosa (che ha cambiato la storia)


Fonte: Cultura Libera, ApertaMente

"È una donna! È una donna!". Quando Jock Semple, organizzatore della maratona di Boston, si rese conto che c’era una donna in gara, cercò in tutti i modi di fermarla. Era il 1967 e il nome di questa pioniera nel movimento sportivo femminile è Kathrine Switzer: la prima donna a correre la maratona di Boston. Durante la corsa Katherine subì tanti strattonamenti di chi voleva costringerla a ritirarsi dalla gara, ma lei resistette e arrivò al traguardo. È grazie a Kathrine se cinque anni dopo, nel 1972, la maratona di Boston fu aperta anche alla partecipazione delle donne. "Una volta in gara, quando volevano a tutti i costi fermarmi e impedirmi di continuare a correre, è iniziata la vera battaglia che non era più soltanto mia. La rivoluzione è stata proseguire, non interrompere, non lasciarsi intimidire. Le rivoluzioni non sono tutte uguali, certe hanno a che fare con l’inizio di qualcosa e certe altre con il non smettere, con il non arrendersi, con il perseverare e andare avanti nonostante tutto e nonostante tutti. La mia battaglia era di questo tipo qui. Certe volte rivoluzione è fare il primo passo, certe volte è non smettere di camminare". Katherine Switzer. Nel 1973 Jock Semple si scusò ufficialmente con Katherine. La storia era cambiata. "È una donna! È una donna!" Sì, era proprio una donna, una donna forte e coraggiosa, una "Ragazza in gamba" a cui dobbiamo molto e che vogliamo ricordare.

Grazie Katherine. 

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