lunedì 25 dicembre 2023

Il vero problema è sempre la prevaricazione


Testo di Silva Martinelli

In una scuola, per un canto di natale, viene cambiato il nome di Gesù in Cucù per rispetto ai non cristiani e un prete esibisce un presepe con due mamme per rispetto alle famiglie arcobaleno. Poi ci sono quelli che danno importanza a queste minchiate e non la smettono più di polemizzare. Ma ci siamo o ci facciamo? E, se ci facciamo, di cosa? In un mondo dove degli adolescenti armati di sole pietre vengono schiacciati volontariamente dai bulldozer israeliani, dove dei bambini vengono abusati sessualmente da chi dovrebbe proteggerli (preti, educatori e…genitori), dove sempre più donne vengono massacrate a morte dai loro stessi compagni, dove gattini indifesi vengono scuoiati vivi e abbandonati in mezzo a una strada (e potrei continuare all’infinito) ci si preoccupa per una favola ambientata più di 2000 anni fa. L’essere umano ha proprio toccato il fondo. Non merita altro che l’estinzione!

3 commenti:

  1. Che ci piaccia oppure no, le novelline cristiane (ahimè), rappresentano in parte consistente la nostra identità, le nostre radici. Detto da un non credente quale io sono, da un non cristiano pure....

    Ci aspetta un futuro buio, pieno di nuovi atroci dogmi, altre favoletta horror cui dovremo (dovranno), credere per forza, pena la capoccia, la gola.

    Avevamo i nostri cucu' , uno in salotto che segnava le ore, ricordo della gita a Canazei, mentre il Cucu' con la c maiuscola si millantava vegliasse sui suoi figli in terra, i suoi fratelli essendo egli nato da donna, eccetera eccetera. Entrambi sono in disuso, al primo si è rotta la molla che eiettava l'uccellino, del secondo si sono perse le tracce, i ricordi, malgrado qualcuno ne avverta con fervore la presenza, sì da lasciare il mondo e darsi al monachesimo . Divorati dall'amore per il cristo oppure per la tagliatella?? Un sacco di chiacchiere senza costrutto, in buona sostanza.

    Gli arconti hanno vita facile, troppo. Non hanno neanche bisogno di pagare gli arbitri, come la Juve. Riescono a buggerarci senza sforzo, e ci guadagnano pure. Il sangue e le vittime innocenti fanno parte della recita scellerata. Il pesce che sfugge alla rete non si cura di quello boccheggiante sul fondo della barca.

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    1. Come d'abitudine, anche questo tuo bel commento è attraversato da venature di mestizia poetica.

      Una curiosa coincidenza: il padre dell'autrice del testo, di mestiere aggiustava gli orologi a cucù, tra gli altri, ma lui era nella patria di quel genere di orologi: la Svizzera!

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