Testo di Antonio Ruben
La matrix lo sa, l'ha sempre saputo.
Ti consuma tutto il giorno facendoti correre come una pallina impazzita:
Otto ore di lavoro
Il mutuo
Le bollette
I figli
Il traffico
I vicini
Poi stremato rientri a casa la sera, e vuoi rilassarti dopo aver placato ogni istinto. Sei distratto, la tua attenzione e concentrazione cala, il tuo cervello è una spugna, è troppo stanco, non sa difendersi, lascia entrare qualunque cosa, ed ecco che micidiale arriva la TV. Telegiornali a raffica, informazioni come se piovesse. Poi i programmi demenziali che dovrebbero prepararti al film in prima serata, solitamente uno "sparatutto" sanguinante. E poi pubblicità, pubblicità e ancora pubblicità. Sei perennemente sotto attacco. La matrix lo sa, e va diritta come un siluro, e tu ti affidi a loro. Per sessant'anni il regime televisivo è stato assoluto, una dittatura a cui ogni uomo medio si affidava come cura contro lo stress quotidiano. Sprofondato sulla poltrona, apparentemente padrone delle scelte telecomandate, la luce dal tubo catodico, l'ipnosi collettiva.
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