mercoledì 29 maggio 2024

I gemelli pescatori


Lo scopo della mia uscita in campagna, domenica 26 maggio, era quello di trovare e, se possibile, catturare qualche serpente. I più facili da reperire sono il biacco e il saettone, senza escludere del tutto la vipera. Niente di tutto ciò! Gli angeli custodi che mi hanno fatto trovare sotto i piedi un colubro di Esculapio sono come Paganini: non ripetono. Perciò, ho fatto visita a quell’ansa di fiume dove, per due volte consecutive, avevo visto un piccolo serpente nero che si era tuffato in acqua al mio arrivo, lasciandomi con il dubbio se si trattasse di un biacco melanico, una natrice anch’essa melanica, o addirittura un marasso. Non mi sono soffermato a lungo, anche perché nel frattempo molta vegetazione era cresciuta rigogliosa, nascondendo le rive e impedendo la visuale delle medesime. Ma in quel poco di tempo che mi sono attardato, ho potuto vedere sul fondo una Limnea abbastanza grande, subito catturata con la pinza telescopica che avevo in mano. Solo dopo aver fatto “bottino”, ho deciso di ritornare verso il luogo dove avevo lasciato la bicicletta ed è stato percorrendo la capezzagna che, in una pozzanghera, ho trovato la seconda lumaca acquatica: una Physa fontinalis. Sapevo che avrei incrociato dei pescatori, perché li avevo visti parcheggiare il loro SUV quando arrivavo in bici ma, vedendoli mentre parcheggiavano, avevo proseguito perché non amo il contatto con gli esseri umani, tanto meno se si tratta di gente che, gli animali, li uccide. Avrei potuto fare un giro più lungo, per arrivare alla bicicletta, ma era più comodo seguire la capezzagna. Pazienza se li dovrò salutare, ho pensato. Erano in due, già posizionati sulla riva del fiume, con i loro strumenti di morte, e quando il primo mi ha visto, sorridendo come si sorride a un collega, mi ha chiesto:



- Allora, ha toccato?

Non avevo mai sentito quell’espressione, ma ho capito subito che nel gergo dei pescasportivi sta a significare se si è preso qualche pesce. Facendogli con la mano il gesto di negazione, gli ho risposto:

- No, io non sono un pescatore!

- Ah, okay!

Mi ha risposto prontamente, senza rinunciare al sorriso di cortesia che aveva in faccia. Evidentemente, mi aveva scambiato per un membro della sua tribù, perché anch’io indossavo uno di quei comodi gilet pieni di tasche, usati non solo dai pescatori ma anche dai fotografi. E anche dai naturalisti, aggiungo. Quando sono passato vicino al secondo pescatore, c’è stato solo uno scambio di saluti, come si usa fra persone civili. Ciò che mi ha colpito è stato constatare che erano due gemelli omozigoti, cioè identici, come se la Matrix, quel mattino, si fosse divertita a fare un Glitch, un “Déjà vu”, simile al gatto nero del primo film, che appare due volte, e che rende Neo perplesso e sospettoso. Io non ero sospettoso, ma avevo solo fretta di arrivare a casa per mettere nell’acquario le due chiocciole, una delle quali, la Physa fontinalis, in seguito liberata nel laghetto del giardino, insieme alle rane. 

2 commenti:

  1. La seconda non è una Physa ed è anfibia, non acquatica in senso stretto. Non so come si chiami però. Se l'avesse messa nell'acquario presto sarebbe finita in giro per casa e si sarebbe disseccata.

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    1. Ero in dubbio tra una Physa e una Aplexa, ma la forma della conchiglia alla fine mi ha fatto propendere per la prima.


      Messe entrambe in acquario, ho notato che la Limnea rimaneva in acqua e sembrava a suo agio, mentre l'altra è strisciata verso l'alto, oltre il livello dell'acqua.

      Da ciò ho capito che non era propriamente acquatica. L'ho pertanto trasferita nel laghetto in giardino, dove ha la possibilità di stare fuori dall'acqua ma senza allontanarsene.

      Poiché in questo blog i miei articoli naturalistici non incontrano troppo favore di pubblico, mi fa piacere leggere il commento di qualcuno che s'interessa di cose naturali.

      E sarebbe di mio gradimento anche averti come utente regolare, magari anche firmandoti, per sapere con chi ho il piacere.

      A meno che tu non sia l'Anonimo che si rifiuta di firmarsi, per motivi a me sconosciuti.

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