Testo di Bobo
Anni 60: ero bambino, ricordo che le porte di casa non erano blindate, si faceva comunità coi vicini e ci si aiutava. Non esistevano furti o delinquenza.
Anni 80: Il boom stava passando per lasciare il posto ad un benessere diffuso, anche gli ex poveri avevano qualcosa da difendere e veniva meno il concetto di solidarietà per lasciare il posto all'individualismo e all'edonismo.
Anni 2000: Società frantumata, famiglia sfaldata, la solidarietà di facciata e comunque fatta istituzione e non più spontanea, l'ansia del vivere quotidiano diventa malattia sociale.
Anni 20: Gli anni dell'emergenza continua, senza sosta, tutto, anche le cose più banali, diventa istericamente complicato senza capo né coda, cervelli spappolati dal martellamento costante di notizie, gli psicofarmaci sono il pane quotidiano della quasi totalità delle persone.
Non credo che qualcuno o qualcosa abbia avuto il potere di modificare così radicalmente la vita delle persone in soli 60 anni, di certo, se il secolo scorso è stato denominato il secolo breve, questo che stiamo vivendo ha tutte le caratteristiche per essere chiamato il secolo inesistente, perché le persone, gli individui e la società che essi costituiscono sono un'espressione virtuale, perché non vivono la realtà in prima persona ma attraverso i filtri della rete globale. Non voglio dire che il fenomeno della delinquenza legata all'immigrazione non esista, ma siamo in un corto circuito, un loop dal quale si farà sempre più fatica ad uscirne se non capita uno shock talmente grande da staccare l'interruttore, svegliarci e riprenderci. A me, comunque, la cosa non interessa più, per motivi anagrafici.
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