martedì 18 giugno 2013

Le scuse dei soliti furbi


 
Testo di Franco Libero Manco

“ANCHE LA PIANTA SOFFRE, ALLORA NON BISOGNEREBBE MANGIARE NEMMENO LA VERDURA”


Questo vuol dire che se la pianta soffre quando viene tagliata è inutile avere pietà degli animali? E’ il solito ritornello di chi ritiene inutile fare poco dal momento che non è possibile fare tutto, che è come dire: è inutile sfamare un indigente dal momento che non si può abolire la fame nel mondo; che è come dire: dal momento che la città è sporca lascio pure la mia immondizia sul marciapiede; che è come dire: siccome l’aria è inquinata allora fumo due pacchetti di sigarette al giorno; oppure, siccome non possiamo distinguere i buoni dai cattivi “uccidiamoli tutti”, come disse il legato papale al comandante in campo prima di far trucidare 20 mila catari a Bezieres.


In realtà spesso chi non vuole fare il suo dovere tira in ballo la violenza naturale. Ogni volta che un individuo vede messe in pericolo le sue abitudini e i suoi piaceri cerca in ogni modo di giustificare la sua chiusura per non accusare sensi di colpa davanti ad una realtà che in fondo sente sia giusta.

La sensibilità dei vegetali fu studiata dallo studioso indiano Jagadish Chandra Bose ed accertata poi sperimentalmente mediante elettrodi collegati alla pianta. Per questo dobbiamo rispettare non solo gli animali, ma anche le piante, perché tutto ciò che vive, vuole vivere e non morire. Senza la capacità di accusare il dolore ogni essere vivente si lascerebbe uccidere, senza reagire. Non si può porre sulla stessa bilancia la vita del cavolfiore con quella della mucca: sarebbe come considerare uno schiaffo alla stessa stregua di un massacro. C’è una differenza notevole tra la sofferenza di una lattuga, che viene recisa e quella di un cavallo, che viene ucciso: il cavallo, la mucca, il maiale ecc. hanno i nostri stessi meccanismi fisici, chimici e biologici, i nostri stessi ricettori del dolore, per questo uccidere un animale è come uccidere un uomo.

“Ma allora dobbiamo vivere d’aria”? Niente affatto! Voi onnivori vivreste come noi vegani che attraverso la nostra ottima salute dimostriamo chiaramente la giustezza e i benefici di quanto affermiamo. Lo sviluppo della sensibilità dell’animo umano ci porta al rispetto di ogni essere vivente, animale e pianta e ad alimentarci secondo la nostra vera natura di esseri fruttariani, cioè ci porta a nutrirci dei frutti della pianta, non della pianta, di tutto ciò che è frutto e seme, come tutti i tipi di frutta, tutti i cereali, tutti i semi, tutto ciò che è parte della pianta e non l’intera pianta, come le zucchine, il carciofo, le melanzane, i peperoni, i pomodori ecc. ecc. solo in questo modo la nostra alimentazione è eticamente compatibile e nello steso tempo conforme alle nostre vere esigenze chimico-biologiche-energetiche del nostro organismo: la sola alimentazione che può consentire all’uomo di sviluppare la sua coscienza, di illuminare la sua mente e dare al suo organismo quegli strumenti necessari per farlo vivere nel vero benessere integrale.

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