sabato 8 giugno 2013

L'europarlamento contro l’agrochimica

 


“L'agenzia per la sicurezza dell'alimentazione EFSA dell'Unione Europea ha aggiunto un altro insetticida alla lista dei prodotti chimici sospettati di essere tra i fattori responsabili del declino delle api”. Lo fa sapere da Bruxelles Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo.
"Finalmente l'Unione europea vince sulle potentissime lobby della chimica e con uno scatto d'orgoglio sta facendo cadere uno dopo l'altro come birilli questi terribili insetticidi che per decenni hanno causato la morte di miliardi di insetti utili, come le api, in tutta Europa", ha aggiunto l'eurodeputato.


Secondo l'agenzia Ue, il Fipronil, prodotto dalla BASF, metterebbe a rischio la vita delle api se utilizzato come trattamento delle sementi di mais. La societa' produttrice del Fipronil ha ora tempo fino alla meta' di giugno per presentare le sue argomentazioni; verranno quindi avviate a luglio delle discussioni con funzionari del governo dell'Unione per decidere un eventuale divieto.
L'Unione europea il mese scorso ha deciso di vietare per due anni tre dei pesticidi più usati al mondo proprio per vedere se questa moratoria possa avere delle conseguenze sulla moria delle api.
  
La BASF ha contestato la relazione dell'ESFA affermando che questa non evidenzia alcun nuovo rischio per la salute delle api nell'ambito degli usi approvati del Fipronil, un insetticida ad ampio spettro, utilizzato da circa 20 anni in più di 70 Paesi.

Lunedì 29 aprile, la Commissione europea aveva sancito la messa al bando per due anni dell’uso dei neonicotinoidi. Bruxelles ha deciso, a partire dal 1 dicembre 2013, di vietare per due anni l’utilizzo delle sostanze neurotossiche sulle colture preferite dalle api, come mais, colza, girasole e cotone, nonché sulle foglie degli alberi da frutto.

Il 18 aprile scorso, Andrea Zanoni e altri eurodeputati stranieri avevano inviato una lettera al Commissario Ue Tonio Borg chiedendo la messa al bando totale dell’uso dei neonicotinoidi in agricoltura per contrastare la moria delle api. Il Commissario aveva risposto dicendosi “preoccupato per la salute delle api e il loro ruolo molto importante come impollinatori, da cui l’agricoltura è dipendente” e puntando il dito sugli Stati nazionali, che non hanno avuto il coraggio di approvare la messa al bando di tre neonicotinoidi particolarmente pericolosi.

Il 15 marzo 2013, a Bruxelles non era passata la decisione di messa al bando dei
neonicotinoidi, visto che sulla proposta della Commissione europea di vietare per un periodo di due anni l’utilizzo dei pesticidi-killer, dopo due giorni di discussioni, avevano votato a favore 13 Stati, tra cui l’Italia, 9 contro con 5 astenuti.

A fine gennaio, Zanoni era intervenuto chiedendo proprio di adottare il principio di precauzione, come già fatto dall’Italia, e di vietarne l’utilizzo in agricoltura. L’eurodeputato aveva sottolineato come ricerche europee dimostrassero che le api assorbono i neonicotinoidi tramite la guttazione, piccole gocce che si formano nelle piante del mais nato da semi trattati e dalle polveri che si sprigionano durante la semina del mais. Oltre ad essere letali, queste sostanze giocano un impatto fortissimo sull’orientamento delle api.

Zanoni, fin dall’inizio del suo mandato, si è occupato della tutela delle api in Europa: il 15 novembre 2011 ha cercato di fare passare al Parlamento europeo una risoluzione alternativa sulla “Salute delle api e apicoltura” che avrebbe rafforzato maggiormente la tutela di questi importantissimi insetti vietando l’uso dei neonicotinoidi. Inoltre il 20 febbraio 2012 l’eurodeputato ha sottoscritto un’interrogazione parlamentare insieme al collega Giommaria Uggias, a Pave Poc (Repubblica Ceca) e altri 11 eurodeputati di altri Paesi, per chiedere alla Commissione europea maggior controllo negli Stati membri sempre sull’utilizzo dei pesticidi neonicotinoidi, a cui aveva risposto l’ex Commissario Ue John Dalli il 2 marzo 2012 assicurando che la Commissione stava raccogliendo informazioni dagli Stati membri sulle misure d’attuazione da essi adottate per ottemperare alla Direttiva 2010/21/Ue relativa alle disposizioni specifiche riguardo clothianidin, tiametoxam, fioroni e imidacloprid.


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