domenica 9 giugno 2013

Mondiavolo



Testo di Aurora Mirabella

Fonte: Promiseland

Sabato migliaia di persone si sono riunite per partecipare alla Marcia di protesta contro la Monsanto per le sementi geneticamente modificate e le aziende biotech contro gli OGM.
I motivi che hanno spinto migliaia di persone a protestare contro l’uso delle sementi geneticamente modificate sono molti: l’UE ha recentemente vietato vari pesticidi e diserbanti ritenendoli responsabili delle massicce morti delle api la cui estinzione potrebbe paralizzare l’approvvigionamento alimentare del mondo. Non meno importante il dibattito in corso se sia etico o equo per una società civile avere dei brevetti sulla vita giacché non dimentichiamo che il seme è vita, nonché sull’imposizione dell’uso di sementi geneticamente modificate.


Al di là delle questioni ambientali ed etiche, ci sono grandi preoccupazioni per la salute umana oltre che per la modificazione genetica, oltre che sull’esposizione a erbicidi e pesticidi. Alcuni dei cartelli di protesta più popolari includono “Io non sono un esperimento scientifico” e “Io non sono una cavia da laboratorio.” Gli esperti hanno collegato gli OGM e l’erbicida (Roundup della Monsanto) con il cancro, problemi neurologici e dello sviluppo, difetti dei feti alla nascita, morbo di Parkinson, disturbi digestivi e obesità.

L’idea di una marcia ha preso forma grazie a Tami Canal, che ha creato una pagina di Facebook all’inizio di quest’anno. Non aveva idea che il suo appello a protestare sarebbe cresciuto così rapidamente. La pagina ora ha più di 154.000 fan facendo nascere l’idea di un movimento mondiale. Sembra probabile che il successo della manifestazione porterà a proteste in scala maggiore, con l’aumento delle richieste ai Governi dell’obbligatorietà dell’etichettatura degli OGM in tutto il mondo.

Solo a marzo negli eventi contro la Monsanto, secondo il giornate Huffington Post, hanno partecipato 6.000 manifestanti che si sono riuniti a Portland, Oregon, centinaia nel centro di Los Angeles, tanto da costringere la chiusura della strada, e in centinaia di città tra cui New York, Johannesburg, Sydney e Buenos Aires.

La Marcia contro la Monsanto sta ora chiedendo la virtuale “‘invasione di Monsanto” il primo giugno: ovvero spingere le persone ad inondare la pagina Facebook di Monsanto con commenti volti a esporre la verità su quello che fanno gli OGM per l’ambiente, per gli agricoltori e per i consumatori.

Aurora Mirabella

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