Fonte: Il sole 24 ore
L’estate che ci siamo
appena lasciati alle spalle è stata contraddistinta dal dibattito
sulla questione dei migranti e richiedenti asilo. Se ne è parlato
molto in tv e sui giornali. Tra notizie, commenti e smentite non
sempre il dibattito è stato all’altezza della complessità del
problema. Spesso si è assistito ad episodi di intolleranza
alimentati da bufale e polveroni mediatici. La solidarietà però
trova casa tra le generazioni più giovani. Secondo un’indagine
promossa dal World Economic Forum, 7 Millennals su 10 sarebbero
disposti ad accogliere i rifugiati nel proprio Paese. Il Global
Shapers Annual Survey 2017 è uno studio annuale del Wef che
fa una fotografia di pensieri, priorità e preoccupazioni dei giovani
in tutto il mondo. Al centro c’è la “Global
shapers community”, una rete di giovani che conta più di 6mila
membri provenienti da 171 Paesi diversi che lavorano insieme su
iniziative ad impatto sociale in tutto il mondo. Uno dei primi
progetti, per esempio, è stato portare lampade per le scuole in
Kenya. Incoraggiati dagli “shapers” , a questo sondaggio hanno
partecipato 31.495 persone tra i 18 e i 35 anni provenienti da 186
paesi del mondo. Il campione italiano contava 167 giovani.
L’indagine proponeva cinque temi –
tecnologia, economia, valori, carriera e governance – e chiedeva
di pronunciarsi su questioni come la discriminazione, la politica,
l’innovazione tecnologica e, per l’appunto, la situazione dei
rifugiati. Quando al campione è stato chiesto come dovrebbero
rispondere i governi alla crisi globale dei rifugiati, più della
metà degli intervistati, 55.4%, ha indicato come risposta che
“dovrebbero cercare di includerli nella forza lavoro nazionale”.
A seguire, con il 34% delle preferenze, la risposta “applicare
misure selettive per l’immigrazione”. Solo il 3.5% dei
partecipanti ha optato per “espellere/deportare i rifugiati”. Lo
spirito di accoglienza emerge anche in un altro quesito proposto
nella sezione dedicata ai valori. In questo caso i giovani dovevano
concludere la frase: “vorrei accogliere i rifugiati in…”. La
risposta che ha ricevuto più voti con il 72.6% delle preferenze è
stata “nel mio Paese”. Seguono la propria città (51.3%) e il
proprio quartiere (49.6%). C’è anche un 27.3% che ha dichiarato
che ospiterebbe un rifugiato a casa. “I giovani vedono nei rifugiati una
risorsa per il Paese di appartenenza e l’accoglienza diventa
un’estensione naturale di questo atteggiamento positivo e
costruttivo”, commenta l’indagine. Solo il 7.4% degli intervistati
non gradirebbe ospitare chi chiede protezione internazionale dentro i
propri confini nazionali. Mentre a livello regionale l’America del
Nord è la zona più aperta all’accoglienza: oltre l’80% dei
giovani intervistati ha dichiarato che accoglierebbe i rifugiati nel
proprio quartiere.
Di questa generazione viene spesso
raccontato solo il lato più frivolo: le code notturne per l’acquisto
dell’ultimo gingillo tecnologico o i posti di lavoro lasciati
scoperti perché i giovani non avrebbero voglia di rimboccarsi le
maniche. Alla prova dei fatti invece la Generazione Y si mostra
attenta e preoccupata per ciò che le accade intorno. Per il terzo
anno consecutivo i giovani partecipanti allo Shapers Survey hanno
segnalato la distruzione della natura come il problema più grave che
colpisce il mondo oggi. Quasi la metà dei partecipanti, 48.8%, ha
scelto il cambiamento climatico come principale preoccupazione e il
78.1% di loro ha dichiarato di essere disposto a cambiare stile di
vita per proteggere l’ambiente. Seguono le preoccupazioni per i
conflitti su larga scala e le diseguaglianze.
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