martedì 10 ottobre 2017

La propaganda sionista degli accoglioni sta funzionando!



L’estate che ci siamo appena lasciati alle spalle è stata contraddistinta dal dibattito sulla questione dei migranti e richiedenti asilo. Se ne è parlato molto in tv e sui giornali. Tra notizie, commenti e smentite non sempre il dibattito è stato all’altezza della complessità del problema. Spesso si è assistito ad episodi di intolleranza alimentati da bufale e polveroni mediatici. La solidarietà però trova casa tra le generazioni più giovani. Secondo un’indagine promossa dal World Economic Forum, 7 Millennals su 10 sarebbero disposti ad accogliere i rifugiati nel proprio Paese. Il Global Shapers Annual Survey 2017 è uno studio annuale del Wef che fa una fotografia di pensieri, priorità e preoccupazioni dei giovani in tutto il mondo. Al centro c’è la “Global shapers community”, una rete di giovani che conta più di 6mila membri provenienti da 171 Paesi diversi che lavorano insieme su iniziative ad impatto sociale in tutto il mondo. Uno dei primi progetti, per esempio, è stato portare lampade per le scuole in Kenya. Incoraggiati dagli “shapers” , a questo sondaggio hanno partecipato 31.495 persone tra i 18 e i 35 anni provenienti da 186 paesi del mondo. Il campione italiano contava 167 giovani.


L’indagine proponeva cinque temi – tecnologia, economia, valori, carriera e governance – e chiedeva di pronunciarsi su questioni come la discriminazione, la politica, l’innovazione tecnologica e, per l’appunto, la situazione dei rifugiati. Quando al campione è stato chiesto come dovrebbero rispondere i governi alla crisi globale dei rifugiati, più della metà degli intervistati, 55.4%, ha indicato come risposta che “dovrebbero cercare di includerli nella forza lavoro nazionale”. A seguire, con il 34% delle preferenze, la risposta “applicare misure selettive per l’immigrazione”. Solo il 3.5% dei partecipanti ha optato per “espellere/deportare i rifugiati”. Lo spirito di accoglienza emerge anche in un altro quesito proposto nella sezione dedicata ai valori. In questo caso i giovani dovevano concludere la frase: “vorrei accogliere i rifugiati in…”. La risposta che ha ricevuto più voti con il 72.6% delle preferenze è stata “nel mio Paese”. Seguono la propria città (51.3%) e il proprio quartiere (49.6%). C’è anche un 27.3% che ha dichiarato che ospiterebbe un rifugiato a casa. “I giovani vedono nei rifugiati una risorsa per il Paese di appartenenza e l’accoglienza diventa un’estensione naturale di questo atteggiamento positivo e costruttivo”, commenta l’indagine. Solo il 7.4% degli intervistati non gradirebbe ospitare chi chiede protezione internazionale dentro i propri confini nazionali. Mentre a livello regionale l’America del Nord è la zona più aperta all’accoglienza: oltre l’80% dei giovani intervistati ha dichiarato che accoglierebbe i rifugiati nel proprio quartiere.



Di questa generazione viene spesso raccontato solo il lato più frivolo: le code notturne per l’acquisto dell’ultimo gingillo tecnologico o i posti di lavoro lasciati scoperti perché i giovani non avrebbero voglia di rimboccarsi le maniche. Alla prova dei fatti invece la Generazione Y si mostra attenta e preoccupata per ciò che le accade intorno. Per il terzo anno consecutivo i giovani partecipanti allo Shapers Survey hanno segnalato la distruzione della natura come il problema più grave che colpisce il mondo oggi. Quasi la metà dei partecipanti, 48.8%, ha scelto il cambiamento climatico come principale preoccupazione e il 78.1% di loro ha dichiarato di essere disposto a cambiare stile di vita per proteggere l’ambiente. Seguono le preoccupazioni per i conflitti su larga scala e le diseguaglianze.

Nessun commento:

Posta un commento