Nel 2001 cominciò la lotta al terrorismo islamico, dopo l’attentato alle torri gemelle, lotta che si configurò come un restringimento delle libertà del singolo americano raggiunte fino a quel momento. Nello stesso anno, a Genova, due mesi prima, cominciarono a farsi conoscere i Black Bloc, che servirono per giustificare la repressione poliziesca ai danni di innocenti manifestanti. Oggi le istituzioni fanno il bello e il cattivo tempo, in quanto a manipolazione delle informazioni, spacciando per vere notizie totalmente false, ma contemporaneamente accusando la Rete di diffondere “fake news”, come se si trattasse di un fenomeno spontaneo che nasce da perfidi blogger o da stupidi Troll sui social media. Abbiamo avuto anche una deputata grillina di nome Gambaro che proponeva due anni di carcere ai divulgatori di “bufale”. In realtà, sono le istituzioni, seguendo le indicazioni dei cosiddetti “spin doctors”, a indirizzare il pensiero della popolazione, andando a colpirla nel subconscio, cioè nella parte meno razionale dell’individuo. Il risultato finale però è che la gente a un certo punto si accorge della discrepanza tra la narrazione proveniente dalle autorità e l’evidenza dei fatti visibili e sperimentabili ogni giorno nella vita di tutti i cittadini. Come dice Marcello Foa, a un certo punto lo Spin divora se stesso. E la gente può trarre un respiro di sollievo.
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