sabato 30 giugno 2018

Razzisti, una barchetta vi seppellirà!



Roma – Le iniziative della cosiddetta «società civile» (che poi è un termine per camuffare i soliti buonisti «di sinistra») si risolvono spesso in denunce e appelli patetici. Tutti ricorderanno, infatti, gli ormai celebri gessetti colorati o i pianisti ambulanti che suonavano Imagine nelle piazze. I terroristi falciano i passanti con i camion, piazzano bombe in luoghi pubblici, mitragliano gli avventori di un bar, e la società civile risponde con… i gessetti colorati. Stessa storia, adesso, con la stretta sull’immigrazione di massa voluta da alcuni governi europei. Degrado, criminalità, stupri sulle donne? Ecco, la risposta dei buonisti è questa: barchette di carta nelle piazze di un centinaio di città europee.



L’iniziativa ha avuto luogo alla vigilia del vertice di Bruxelles che andrà in scena al Consiglio europeo per discutere del problema dell’immigrazione, divenuta ormai ingestibile. La mobilitazione con le barchette di carta è stata lanciata con l’hashtag #EuropeanSolidarity ed è stata promossa da oltre 100 organizzazioni europee. Tra i promotori figurano molte Ong come Save the children, Oxfam, Amnesty International, Emergency Onlus, Medici Senza Frontiere, Caritas ecc. Ma non mancano anche alcuni europarlamentari come Barbara Spinelli, Sergio Cofferati, Cécile Kyenge ed Elly Schlein, oppure attori dal chiaro pedigree di sinistra come Valerio Mastandrea e Giulio Cavalli.

Per gli ideatori delle barchette di carta, l’obiettivo dell’iniziativa è quello di «cambiare il Regolamento di Dublino nella direzione già indicata dal Parlamento europeo e aprire vie legali e sicure per l’accesso in tutti i Paesi dell’Unione». Secondo gli estensori dell’appello, infatti, «la battaglia per la solidarietà europea non si fa sulla pelle delle persone in mare ma cambiando le regole sbagliate come il Regolamento di Dublino, che lasciano le maggiori responsabilità sui Paesi di confine. Il Parlamento europeo ha già votato a larga maggioranza per superare l’ingiusto criterio del “primo Paese di accesso” e sostituirlo con un sistema di ricollocamento automatico che valorizza i legami significativi dei richiedenti e impone a tutti i Paesi di fare la propria parte». Insomma, anche la trovata delle barchette di carta altro non è che un grande spot pro-immigrazione e filo-invasione. L’ennesimo, inutile, patetico divertissement di una casta di buonisti che è completamente scollata dalla realtà che i popoli europei, invece, si trovano a dover vivere proprio grazie alle politiche etnomasochiste volute da lor signori.

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