Testo di Valdo Vaccaro
In concomitanza con il Yulin Dog Day, dal 22 al 25 giugno c’è un altro grosso evento, chiamato Aria di Festa (non certo festa per milioni di suini massacrati annualmente in zona) ed avviene proprio dalle mie parti, a San Daniele del Friuli, con tanto di enfasi e di pubblicità. Massiccio appoggio mediatico e istituzionale. Per l’occasione si è pure inaugurata una linea ferroviaria locale con tanto di degustazioni a bordo dei treni, a base di prosciutto crudo e di vino doc del Collio, autentiche religioni intoccabili di questa terra, quasi non esistesse niente di meglio al mondo che sgozzare maiali, salarli, conservarne gambe e cosce per appenderle dai soffitti come preziosi doni divini. Se i suini facessero le stesse cose a noi uomini come li chiameremmo? Il minimo sarebbe “mostri abominevoli privi di cuore e di anima”.
Sul manifesto della Festa leggo quanto segue: “A piedi o in bici è bello perdersi in mezzo alla natura incontaminata, ammirando pure opere d’arte senza tempo. Sono tanti i modi in cui vivere la nostra festa e il territorio del prosciutto per eccellenza, sia che siate amanti del movimento e dell’avventura, o che siate interessati a storia e cultura. Ce n’è insomma per tutti i gusti.” Silenzio assoluto sulle arie mefitiche rilasciate da deiezioni, da liquidi organici, da sangue e sofferenza di creature eliminare brutalmente. Se gli artisti del prosciutto si svegliassero dal loro malefico spirito di sopraffazione del debole e dell’indifeso ed imparassero in alternativa l’arte di coltivare biologicamente ciliegie, mirtilli, zucche, carote, cipolle, patate, cavoli, e cereali con poco glutine, la natura sarebbe davvero felice ed incontaminata.
San Daniele è un grosso business. San Daniele significa oltre 30 aziende riunite in consorzio nato nel 1961, dotato oggi di 4000 allevamenti e 70 maxi-macelli sparsi in Friuli e e nelle maggiori regioni d’Italia, con un fatturato di 300 milioni di Euro nel 2017. Tra i migliori clienti il Vaticano, dove cardinali e papi dimostrano senza alcun imbarazzo di essere eccellenti buongustai, nel senso che prediligono il San Daniele crudo, abbinato al Merlot e al Cabernet.
Trecento milioni di Euro, ovvero 3 milioni di banconote da 100 Euro. Tutta quella sporcizia e quella sofferenza per una banale e mediocre questione di danaro. Le banche corrotte e libere di creare moneta e di fare signoraggio finanziario e monetario, produrrebbero questa somma in un batter d’occhio. Vale davvero la pena di mandare al patibolo milioni di creature, rovinando l’aria, l’acqua, la serenità, l’autostima, la salute e persino il karma spirituale, per una somma di danaro realizzata in modalità sporche, ignobili ed incivili? Non sarà forse il momento di stancarsi di compiere delitti assurdi e inutili? Non sarà forse il momento di fare un passo avanti nella propria evoluzione?
San Daniele è anche una bella cittadina con una notevole storia. Per secoli è stato il 3° gran mercato della regione friulana dopo quelli di Aquileia e Cividale, a dimostrazione del dinamismo e della capacità imprenditoriale dei sandanielesi. Avrebbero sfondato in qualsiasi attività economica adottata. Peccato davvero che abbiano scelto il campo più avvilente che è quello della violenza cinica e pianificata contro un animale simpatico e sacro come il maiale, una creatura che nulla ha meno del cane per meritarsi una sorte talmente disgraziata, una creatura che in libertà si ciba di ghiande, di patate, di mais, di funghi e di tartufi, una creatura pulitissima e intelligente che sa riconoscere il suo padrone in mezzo a una folla di migliaia di persone, dimostrando grandi doti di amicizia, di sensibilità, di affetto e di riconoscenza.
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