sabato 11 agosto 2018

La Mondadori lo protegge


Testo di Paolo Sensini

L'intera carriera di Roberto Saviano è stata costruita mediaticamente a tavolino intorno al mito della legalità violata. Però risulta essere condannato in tutti i tre gradi di giudizio per aver copiato di sana pianta da altri giornalisti vari pezzi del suo best seller "Gomorra". Un lavoro non suo, quindi, o almeno non interamente, e che per buona parte è stato rubacchiato dal lavoro altrui. Ma non basta. In quel libro che gli ha dato così tanta notorietà mondiale ha diffamato persone accusandole ingiustamente di essere legate alla camorra, cosa che poi si è rivelata del tutto infondata. Condannato ancora una volta dal Tribunale di Milano per queste gravi accuse rivelatesi interamente fasulle, lui e la casa editrice Mondadori se ne sono fregati e hanno continuato a ristampare tutte le successive edizioni riportando pari pari le frasi giudicate diffamatorie dai magistrati. Il che ha fatto sì che venisse nuovamente condannato per aver reiterato il fatto dal giudice della prima sezione civile di Milano Angelo Claudio Ricciardi. Quindi, in concreto, il martire Saviano si erge a paladino della giustizia violata ma, nel concreto, non gl'importa nulla delle sentenze emesse in sede giudiziaria. Perché lui, non si sa bene in virtù di quale alchimia divina, si sente al di sopra della legge.



E in effetti vivere in un sontuoso attico di New York deve avergli dato la sensazione di trovarsi molto in alto. Tanto poi sarà la Mondadori a rifondere tutte le spese legali per le sue numerose diffamazioni gratuite. Così ora anche Saviano fa il suo ingresso nel club dei pluri-pregiudicati, nonostante i media di regime vogliano far credere che sia un "perseguitato" senza macchia e senza peccato.

Nessun commento:

Posta un commento