Testo di Diego Tomassone
Ebbene sì, ammetto che mai avrei immaginato, vista la relativa giovane età sia anagrafica che come anni di esercizio della libera professione, di poter risultare così "pericoloso" da meritare addirittura un procedimento disciplinare che culminerà, molto probabilmente, nel "tirare una riga". Sono così "indisciplinato" che mi viene addebitata la violazione degli artt. 55,56,15,14,13,5,3,58 del Nuovo Codice di Deontologia medica, perché avrei: " provocato deliberatamente con la mia condotta un grave pregiudizio generale per aver ingenerato riserve sull'utilità delle vaccinazioni e della medicina dell'evidenza, incentivando in tal modo il rifiuto di efficaci mezzi di prevenzione, proponendone la sostituzione con l'omeopatia accessibile solo a pagamento. Inoltre svilendo l'immagine della professione e dei suoi esercenti, bollati come "ignoranti" e mossi solo da interessi economici, così ledendo il decoro e la dignità della professione medica".
Leggere queste accuse (peraltro pure un tantino diffamanti), mi lascia alquanto perplesso, perché da un lato vengo iscritto al registro degli omeopati e dall'altro non dovrei consigliarla? Senza contare che molte accuse risalgono a post e articoli pubblicati prima della laurea in medicina.
Senza contare che, se non erro, ignorante non è un insulto (deriva semmai dal verbo ignorare), ma semmai è constatare un dato di fatto se si parla di qualcosa a sproposito. Mi pare poi che ben altri abbiano svilito la professione insultando genitori e colleghi medici fino ad arrivare ad augurare la morte.
Non mi preoccupa l'eventuale sanzione maxima (come detto più volte non esiste solo la professione medica ma potrei anche cambiare mestiere), però per rispetto nei confronti dei pazienti che con stima e fiducia si sono rivolti a me, mi appellerò contro una eventuale radiazione che sarebbe palesemente ingiusta.
Ciò che mi rende più triste non è l'apertura di questo procedimento disciplinare, ma il dove siamo arrivati con questo clima di censura, di odio e di voler soffocare in ogni modo chi dissente con ragioni motivate e scientificamente argomentate.
La medicina è ascolto, empatia, umiltà, tendere la mano....non è certo odio, rancore, ergere muri e violentare il prossimo prendendolo a male parole.
Il 29 settembre ci sarà udienza all'Ordine dei medici di Torino, e l'immagine che secondo me rappresenta meglio questo momento è il "discorso agli studenti" di Patch Adams a cui, con le dovute proporzioni ed il dovuto sommo rispetto, mi ispiro.
Confido nello stimato Presidente Giustetto, che possa essere "Giusto" non solo di nome ma anche di fatto, come esprimo nei suoi confronti il massimo rispetto, dovuto e imprescindibile per il ruolo istituzionale che ricopre. Avrà arduo compito perché in effetti, a pensarci bene, chi vorrebbe ancora che "questo losco figuro" che vedete in foto, continui a fare il medico?
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