Testo di Dario Dabizzi
Le reazioni della gente ai funerali di Genova sono la miglior risposta al giornalismo servo e straccione che, dopo aver tentato invano di proteggere il "sacro" nome dei Benetton cancellandolo dalle cronache dopo la strage, continua a tutelare quel che resta della reputazione di chi con 43 morti dentro casa non ha rinunciato nemmeno ai festeggiamenti di ferragosto, come se quei morti fossero altro da loro. Troppo scioccati per mettere subito la faccia davanti alle proprie responsabilità, come racconta un Corriere affranto, ma non tanto per rinunciare al party di mezz'estate. Repubblica, invece, che per difendere i bravi [im]prenditori ha scomodato il vecchio direttore che si è profuso nel solito editoriale anti-populista, non ha rinunciato neanche questa settimana alla pubblicità dei Benetton presente nell'allegato dedicato alle donne. Gli affari sono affari e lo spettacolo si sa, deve andare avanti.
Se avessimo avuto una stampa libera che invece di rispondere ai desiderata di chi paga meglio e di più, si fosse messa al servizio dei cittadini, probabilmente quel ponte sarebbe ancora in piedi e oggi, invece di fare le pulci agli ultimi arrivati attaccandosi al fumo della pipa, si chiederebbe perché a quei funerali non fossero presenti tutti quelli che hanno fatto fare l'affare ai Benetton, disinteressandosi poi di come lo avrebbero gestito. Perché a prendersi i meritatissimi e fin troppo pacifici fischi ci sarebbero dovuti stare non pure loro ma soprattutto loro.
43 morti, purtroppo, ancora nn bastano. X capire che si è sotto dittatura, agli italiani ne servono (dispiace dirlo) molti di più. I fischi e gli insulti, su questi delinquenti, scorrono via come acqua.
RispondiEliminaTogliatti=la più puzzolente cacca che mai prostituta abbia partorito. In un altro paese, sarebbe stato processato x altro tradimento.
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