Fonte: ANSA
Una caccia allo straniero in piena regola: è questo il profilo che ha assunto, con il passare delle ore, la manifestazione spontanea a Chemnitz, quando circa ottocento simpatizzanti di estrema destra sono scesi per le strade al grido di "Il popolo siamo noi", protestando per la morte di un tedesco di 35 anni durante una lite con un siriano e un iracheno, ora in custodia cautelare con l'accusa di omicidio. Sono tre le aggressioni lievi agli stranieri avvenute durante la manifestazione: un afghano, un siriano e un bulgaro. Lo ha chiarito il capo della polizia di Chemnitz, Sonja Penzel, nel corso di una conferenza stampa, dove ha precisato che tra le persone che hanno preso parte alla dimostrazione "50 erano pronte alla violenza" e hanno tirato sassi e bottiglia contro la polizia.
"Quello che abbiamo visto non ha posto in uno Stato di diritto" ha detto Angela Merkel, citando i tumulti e l'odio, che hanno segnato le manifestazioni dei neonazi, a Chemnitz. Merkel ha difeso l'operato della polizia, "ha fatto quello che ha potuto", ma ha sottolineato di trovare "positivo e importante" che il ministro dell'Interno abbia promesso rinforzi alla Sassonia, in caso di bisogno. Merkel ha anche espresso cordoglio per il 35enne tedesco ucciso in una rissa domenica sera, "fatto spaventoso".
La manifestazione xenofoba ha trovato sostegno nelle parole del deputato di Alternative fuer Deutschland, Markus Frohnmaier, che ha twittato: "se lo Stato non può più proteggere i suoi cittadini, i cittadini vanno in strada a proteggere se stessi. Molto facile". Pronta è arrivata la critica sferzante del portavoce del governo, Steffen Seibert: "In Germania non c'è posto per la giustizia fai-da-te, per i gruppi che vanno in strada a spargere odio, per l'intolleranza e l'estremismo". Altrettanto dura se non durissima è stata la reazione della Comunità turca in Germania che ha definito la manifestazione un "tentativo di Pogrom, non una protesta", ha dichiarato il presidente della Comunità turca, Atila Karaboerklu, per poi proseguire: "Siamo di nuovo al punto che i razzisti fanno la caccia all'uomo?".
Il ministro presidente della Sassonia, il cristiano-democratico Michael Kretschmer, ha immediatamente preso le distanze da quanto accaduto dicendo che è "brutto vedere come gli estremisti di destra formino la propria opinione attraverso internet e chiamino alla violenza". Chemnitz e la Sassonia, del resto, non sono nuove ad episodi di intolleranza e di razzismo. L'ultimo la scorsa settimana, quando una troupe televisiva dell'emittente pubblica Zdf era stata fermata per aver ripreso una manifestazione di Pegida, per poi scoprire che il manifestante che aveva fatto intervenire la polizia era lui stesso un collaboratore della polizia, che partecipava in forma privata all'iniziativa. Due anni fa, invece, nella vicinissima Clausnitz, a pochi chilometri dalla Polonia, un bus pieno di richiedenti asilo era stato fermato da 100 dimostranti che avevano impedito per protesta l'accesso nelle strutture di accoglienza. Il grido era lo stesso: "Il popolo siamo noi!".
... a quanto mi risulta, fonte attendibile, la realtà è ben diversa: l'irakeno e il siriano stavano violentando due tedesche e due tedeschi sono, giustamente, intervenuti per difenderle, uno (il 35enne) è stato riempito di coltellate e poi è morto; solo dopo questi fatti la gente si è mobilitata.
RispondiEliminaIl tragico è che il ministro dell'interno ha negato la violenza sulla donna.
Domanda oziosa: e le femministe ?
un saluto
Piero e famiglia