Testo di Alessandro Mezzano (mail)
Il 7 gennaio del 1978 un gruppo di delinquenti politici di Lotta Continua assalirono la sede missina di Acca Larentia a Roma ed assassinarono due ragazzi che in quel momento erano in sede. Questi i fatti incontrovertibili come risultano dalle inchieste della polizia e della magistratura. Ogni anno, i ragazzi della destra politica si riuniscono al cimitero dove riposano le salme delle due vittime della ferocia comunista per rendere loro omaggio in forma privata. Nessun giornale o televisione ha mai ricordato quei morti e quei delinquenti che li assassinarono, come d’altronde è di uso da parte di una comunicazione cinica e partigiana che risponde solamente agli interessi politici di una classe di affaristi senz’anima e senza scrupoli.
Quest’anno la rivista di sinistra L’Espresso aveva inviato due giornalisti per documentare come, a loro parere, nonostante tutte le campagne giornalistiche e televisive di condanna e di repressione, ancora l’infezione del morbo fascista stesse infettando la società con manifestazioni che ricordavano i morti per una causa deplorevole ed una idea politica inaccettabile. La decennale esperienza della lettura della rivista l’Espresso non lascia dubbi sulla sua collocazione politica a sinistra e sulla sua avversione pregiudiziale verso gli avversari politici per cui non è immaginabile uno scopo diverso da quello di denigrare ancora una volta, anche speculando sulla memoria di due ragazzi assassinati dai comunisti, coloro che si considerano avversari politici.
I due giornalisti sono stati spintonati ed insultati (non si tratta di altro che di questo come testimonia lo stato di salute degli stessi) e gli è stata sottratta la memoria della macchina fotografica che aveva ripreso la cerimonia per non permettere le inevitabili speculazioni politiche che ne sarebbero derivate. Confessiamo che se fossimo stati presenti avremmo agito nello stesso identico modo di quei ragazzi.
Ora, secondo giornali e tv, pare che i due giornalisti provocatori siano le innocenti ennesime vittime della violenza fascista come se il far passare per delinquenti politici i ragazzi che manifestavano il loro cordoglio e la loro memoria non sarebbe stata una violenza morale ben piú grande ed una meschina menzogna. Come sempre illuminando alcuni aspetti e mettendone in ombra altri si riesce a stravolgere la verità ed a far diventare virtuosi i mascalzoni e mascalzoni i virtuosi. Ma questa è la solita strategia di quei pennivendoli che prostituiscono la loro professionalità per i soliti trenta denari che sono da sempre la mercede di coloro che tradiscono la promessa di deontologia e l’impegno di oggettività di cronaca fatta ai loro lettori.
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