Le anime dei mortacci nostri

Ieri Petunia è caduta nella roggia. Mi sono tuffato per salvarla. Che lezione ha imparato? A stare più attenta, direte voi! Sì, in questa vita, in questa sua esperienza terrena, ma la sua anima cosa ne ha ricavato? E’ inusuale parlare così, lo so. Ma quasi un miliardo di induisti nel mondo dà per scontato che ogni essere vivente, formiche comprese, ha in sé un piccolo frammento dell’anima universale. E dunque, se è vero, come sento dire spesso, che, animali inclusi, siamo anime venute su questa Terra per imparare, cosa ha imparato la mia Petunia dal bagnetto fuori programma? E io cosa ho imparato? Ho colto i suoi occhi spaventati, mentre nuotava disperata, ma non il suo sguardo di riconoscenza quando spingevo i suoi venti chili di cane bagnato su per l’argine erboso. Gli animali, domestici o selvatici, si fidano dell’uomo, che poi regolarmente li tradisce. Non nel mio caso, né in quello di tutti i possessori di cani. Quasi tutti. Ma di cosa si sta parlando qui? Perché questa bizzarra premessa, vi domanderete.

Perché ho finito il libro “Rivivere vite passate”, della cui lettura vi avevo accennato in precedenza. La psicologa Elena Wambach ha usato lo stesso metodo dello psichiatra John Mack, l’ipnosi regressiva. Ma mentre quest’ultimo sottoponeva a tale trattamento persone che avevano avuto pesanti interferenze aliene, allo scopo di verificare che non si fossero inventate tutto, la dottoressa accettava di ipnotizzare chiunque, su base volontaria. Volendo applicare il metodo scientifico a esperienze marginali come i rapimenti alieni e la metempsicosi, i due ricercatori alla fine hanno dovuto ammettere che si tratta di fenomeni totalmente veri, che solo per una qualche inspiegabile congiura non sono stati fatti rientrare nel novero della scienza con la esse maiuscola. Durante le sedute, che hanno coinvolto più di mille persone, la Wambach faceva domande standard e solo dopo aver risvegliato i soggetti forniva loro un questionario da compilare. Nella quasi totalità dei casi, i partecipanti all’esperimento erano in grado di rispondere alle domande, ma ci sono stati alcuni soggetti che non ricordavano niente di ciò che era successo. E questo per il semplice motivo che si erano addormentati profondamente. Non tutte le persone reagiscono allo stesso modo e questa particolare reazione mi fa venire in mente che anche certe persone si addormentano quando sono sotto i ferri del dentista, non perché anestetizzate, ma perché passano dal rilassamento al sonno. E’ più forte di loro. Il dentista, in tal caso, le deve svegliare perché altrimenti non terrebbero la bocca aperta.

Le domande della psicologa a cui tutti i soggetti, una volta risvegliati, dovevano rispondere erano le seguenti:

1) sesso;

2) luogo;

3) aspetto;

4) abbigliamento;

5) paesaggio e terreno;

6) alimentazione e pasti;

7) evento sociale;

8) vettovagliamento;

9) viaggio;

10) cerimonia religiosa;

11) morte.

Ovvero, dopo aver illustrato ciò che vedevano attorno a sé, ciò che mangiavano e com’erano vestiti, i soggetti descrivevano le sensazioni provate al momento del trapasso e nella totalità dei casi rispondevano di aver provato un’immensa pace. Il che è rincuorante per noi che siamo ancora tra i vivi. Solo quelle madri che morivano con figli ancora da crescere, sentivano il dispiacere di doverli lasciare da soli. O con il padre. Oppure, solo quei bambini che morivano in tenera età, sentivano il dispiacere di essere strappati alla madre. Il che depone a favore della non esistenza di un Dio buono, che è indifferente da sempre, da quando l’uomo esiste sulla Terra, alle sorti delle umane genti, né a quelle delle genti non umane, gli animali. Del resto, Leopardi disse: “Dentro covile o cuna è funesto a chi nasce il dì natale”.

Un particolare interessante inerente la descrizione della propria morte è che qualcuno che in una vita precedente era morto annegato, nella vita presente aveva paura dell’acqua, fino a che, grazie alla regressione ipnotica, una volta saputo questo, la paura dell’acqua profonda spariva. Io per esempio, non sono mai morto per annegamento, altrimenti non avrei potuto buttarmi nella roggia per salvare Petunia. O forse, razionalmente, sapendo che l’acqua era alta solo 50 centimetri, mi sono buttato senza timore, andando incontro solo al successivo disagio dei pantaloni fradici. Idem con chi nella vita attuale ha paura dei cavalli: una volta superata la regressione e venuto a sapere che in una vita passata era morto per il calcio di un cavallo, dopo l’ipnosi l’ippofobia era scomparsa.

Un esempio di come le nostre vite possano essere influenzate dalle vite passate viene da un utente del blog, SDEI. Penso di poter raccontare un particolare pertinente senza che ne abbia a male. Del resto, se non ricordo male, lui si è sottoposto all’ipnosi grazie a una psicologa di sua conoscenza e ora devo ammettere che la reincarnazione mi sembra del tutto verosimile e anche a me piacerebbe essere ipnotizzato, non potendo andare fino negli Stati Uniti ad incontrare la dottoressa Wambach che è morta nel 1986 alla giovane età di 61 anni.

Benché la vita precedente che lo entusiasmi di più sia quella di un indiano pellerossa, un Lakota, in un’altra sua vita era un crociato catturato in Terrasanta e torturato dai Mori, che gli fecero ingollare del piombo fuso, causandone la morte fra atroci sofferenze. Nella vita presente SDEI soffre di reflusso gastrico. Che è sempre meglio di essere costretti a bere piombo fuso. Magari ora è guarito o si sta curando, poiché penso che vi siano dei rimedi naturali, o delle medicine, che lo curino. Di reflusso gastrico sento parlare nella pubblicità in televisione e penso che vi siano dei rimedi. Spesso l’obiezione che viene dagli scettici, quando qualcuno parla di reincarnazioni, è che tutti affermano di essere stati dei personaggi importanti, nelle vite precedenti, chi Giulio Cesare, chi Napoleone, chi addirittura la regina Cleopatra. A questa obiezione è facile rispondere. Lo stesso SDEI non mi pare che abbia mai detto di essere stato un personaggio storico e nemmeno i più di mille soggetti ipnotizzati dalla Wambach ha mai detto di essere stato qualcuno d’importante. Nessuno di loro. Solo si sono distribuiti secondo le tre classi sociali. La parte dei benestanti, sempre minoritaria, la classe media, comprendente artigiani e mercanti, di poco superiore numericamente alla classe dei nobili e la classe del volgo, in grande maggioranza in tutte le epoche. Il che sembra essere una regola generale della vita umana e lo si può riscontrare anche oggi.

Ci sarebbe ancora da parlare delle “anime giovani” e delle “anime antiche”, oltre agli Avatar, che avrebbero concluso il ciclo delle reincarnazioni, potrebbero starsene nel Nirvana a godersi la pace eterna, e invece preferiscono scendere sulla Terra per aiutare gli altri. Il che mi ricorda i Bodhisattva, che però sono buddisti. Io, da bravo Avatar, preferisco fermarmi qui, perché non vorrei dire delle stupidaggini. Datemi tempo per accrescere le mie conoscenze. Forse scriverò un articolo su questo argomento in una prossima vita.