venerdì 24 maggio 2019

L’ebrea inchiavabile dice No a Salvini



Porte chiuse a Salvini. L’Europa è “mia” e Salvini non potrà mai entrare nel Ppe. Frau Merkel, intervistata da la Stampa, detta il suo diktat alla vigilia delle Europee, coinvolgendo nel suo giudizio tutti i partiti euroscettici con diverse sfumature. Un comportamento da padrona di casa. Un «No» secco. Così la cancelliera risponde a chi le chiede se immagini la possibilità che la Lega di Matteo Salvini possa aderire al Ppe, come auspica Viktor Orban. Alla domanda se sia possibile qualsiasi tipo di collaborazione con Salvini o gruppi simili alla Lega, la cancelliera risponde: «E’ ovvio che abbiamo vedute differenti su temi come le politiche migratorie. Questa da sola è una ragione per cui il Ppe non permetterà l’adesione di Salvini. Se Manfred Weber sarà eletto presidente della Commissione, non sarà dipendente dai voti di questi partiti. Tuttavia, non possiamo condizionare noi il fatto che decidano di votarlo o meno».


Al leader della Lega la Merkel riserva parole durissime. Persino con Macron riesce ad andare d’accordo («con lui un rapporto complicato, ma troviamo compromessi») mentre  con Salvini «o con raggruppamenti di orientamento simile», proprio non ne vuol sentir parlare. Anzi, la Merkel sarebbe favorevole a un più aspro regime sanzionatorio contro i partiti che mettano in discussione la “sacralità” dell’Unione europea, a immagine e somiglianza franco-tedesca. La domanda è precisa: «Signora Merkel, le attività dell’estrema destra populista sono rivolte contro la Ue. Si discute di pene per infrazione. Dopo le elezioni intende adoperarsi per un nuovo meccanismo sanziontorio»? La risposta è sì: «Sfrutteremo pienamente tutti gli strumenti previsti dal Trattato di Lisbona». Basterà?, insiste La Stampa. La risposta è minacciosa: «Abbiamo procedure d’infrazione, nonché la procedura ai sensi dell’articolo 7 con le relative sanzioni. Per sanzioni più dure dovremmo modificare il Trattato di Lisbona, il che andrebbe deciso all’unanimità…». Ma guarda. Ma che bella Europa che sogna la Merkel e con lei l’establishment buracratico-finanziario. Un'Europa arcigna, punitiva, poco o nulla solidale… Complimenti.

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