sabato 10 agosto 2019

Quando muore un ebreo gli arabi festeggiano


Testo di Giulio Meotti

Dvir Sorek, il ragazzo israeliano ucciso in un attentato, lo hanno trovato dopo sei ore su una strada. Teneva in mano un libro di David Grossman, il cui figlio è morto in Libano. Il nonno di Sorek, il rabbino Herling, era stato ucciso vent’anni fa in un altro attacco terroristico. All’università palestinese si distribuiscono dolci per festeggiare l’attentato. Direi che è tutto su Israele, questo miracolo della storia che ogni giorno imprime nella propria sindone un po’ della vita e della morte.


All’università Birzeit di Ramallah, dove si va in Erasmus e che l’Unione Europea coltiva molto, si distribuiscono dolcetti per festeggiare l’uccisione di un ragazzo israeliano, Dvir Sorek. Io che sono un fanatico proisraeliano lascio a voi moderati trarre le debite conclusioni.


In effetti il caporale israeliano Dvir Sorek, 19 anni, aveva un gran nasone ebraico e rubava la terra ai palestinesi, come scrivono questa settimana i giornalisti in Belgio. Per questo è stato appena accoltellato a morte in un attacco terroristico che ha avuto luogo vicino alla scuola dove stava studiando. Non era né armato né in uniforme militare. Era soltanto un ebreo. Vittima dell'occupazione palestinese.

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