venerdì 24 luglio 2020

I campi di concentramento come archetipo intramontabile


Testo di Tamara Panciera

Io so solo che alcuni giorni fa, durante una camminata, ho notato l’erba alta di un prato muoversi, ma non vedevo nessuno. Quindi mi sono fermata e ho visto due orecchiette spuntare. Un leprotto, ho pensato, ma guardando meglio ho visto che era un piccolo di capriolo (nascono fine maggio o i primi di giugno..lascio immaginare) felice di muoversi nell’erba, null’altro. Poco distante la madre che lo guardava ammirata e protettiva. Fra un mese, poco più, il piccolo e la madre saranno fucilabili. Non serve essere animalisti per indignarsi e schifarsi di queste stragi che hanno come unica finalità il foraggiare le lobby delle armi, produrre voti e imbecilli consensi, e soddisfare infine pochi individui con istinti sanguinari. Basta avere un briciolo di cuore e dignità per dire basta a tutto questo. 
P.S. Questi titoli che compaiono sulla stampa bellunese in questi giorni a mio avviso sviliscono anche chi li scrive.

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