Fonte: Mio articolo del 22 febbraio 2016
Vorrei sapere chi ha inventato gli aiuti al terzo mondo. Probabilmente sono gli stessi individui che il terzo mondo lo hanno da sempre depredato e impoverito. L'analogia è con le energie basate sul petrolio e quelle cosiddette rinnovabili: sono sempre gli stessi magnati che magnano e fanno i soldi, sia prima che dopo. Quando si sono accorti che il colonialismo nudo e crudo non era più accettabile, hanno smesso i loro veri panni da lupo, per indossare quelli da pecora, ma sempre lupi sono rimasti. Il loro amichetto biancovestito, che ama affacciarsi al balcone romano per fare proclami e ampi gesti, ha fornito loro una patina di rispettabilità, consacrando un business in cui ad essere spolpati non erano più le nazioni africane (o non più solo quelle), ma i contribuenti delle nazioni del primo mondo. Qualche anno fa, curiosando fra i banchi del mercato di Sakamaha di Tulear, che Tina mi ha fatto conoscere con il nome biblico di Betania, su un sacco di 50 Kg di riso ho letto: “Dono del popolo italiano. Vietata la vendita”. Naturalmente, non avevo la macchina fotografica con me. E allora mi sono chiesto: se il popolo italiano, a sua insaputa e con i soldi delle sue tasse, ha deciso di regalare quel sacco di riso (e chissà quante altre cibarie) al popolo malgascio, come mai qualcuno ha pensato bene di metterlo in vendita al mercato per guadagnarci su? Se io fossi il popolo italiano mi sentirei preso in giro, ma per fortuna il popolo italiano non lo verrà mai a sapere. Come non viene a sapere tante altre cose che lo riguardano.
La Fripperia. Con il termine francese “fripperie” s'intendono vestiti, scarpe, cappelli, peluches e altri oggetti d'abbigliamento che arrivano in Madagascar dentro sacchi di rafia sintetica pressati all'inverosimile. Per le condizioni con cui sono trasportati, i vestiti si presentano pieni di grinze e così vengono venduti. Ho il sospetto, non avendo mai avuto il coraggio di approfondire intervistando i diretti interessati, che si tratti di abiti regalati dai fedeli di qualche chiesa protestante e della nostra Caritas, allo scopo precipuo di vestire gli ignudi come prescrive il Vangelo. Anche qui, se un cattolico o un protestante donano i loro abiti dismessi, perché, una volta arrivati in Madagascar entrano nel circuito del commercio e sono messi in vendita come normale merce?
Le organizzazioni caritatevoli non possono non saperlo e, secondo logica e giustizia, dovrebbero intervenire per far sì che un dono resti tale fino a quando termina il suo iter, dalla ricca America e dalla sempre meno ricca Europa ai paesi del terzo mondo. Non dovrebbe essere difficile, se si considerano tutte le chiese di ogni confessione cristiana che pullulano in Madagascar. Forse il clero locale ha interesse nel business e s'intasca illecite tangenti? Fatto sta che le bancarelle di fripperia sono regolarmente ed entusiasticamente prese d'assalto dalle donne e dalle ragazze malgasce e anche Tina spesso vi indulge, benché la merce che lei tratta sia di provenienza cinese, non abbia grinze e costi un po' di più.
Le medicine. Non sono al corrente del traffico di medicinali donati dai paesi del primo mondo a quelli del terzo, ma so che Bill Gates e signora si stanno dando molto da fare per vaccinare tutti i bambini africani, mentre altri danarosi personaggi come il principe Filippo, consorte della regina d'Inghilterra, spingono per il depopolamento del pianeta con metodi che David Icke non ha difficoltà a definire criminali. Le pillole anticoncezionali Pilplan, con un'inquietante rosa rossa sulla confezione, sono fabbricate in Germania dalla Bayer e portano il marchio USAID, un'organizzazione governativa americana sospettata di collusioni con la CIA.
Sono vendute in farmacia a 300 ariary (8 centesimi di euro) a scatola, che ne contiene 28, da prendersi una al giorno. La multinazionale farmaceutica ci guadagna un sacco di milioni e il signor Gates è contento. Se poi ci mettiamo vicino anche il latte in polvere della Nestlé che, mescolato con acqua non precisamente potabile, porta alla morte di migliaia di bambini africani ogni anno, abbiamo un quadro reale dei cosiddetti aiuti al terzo mondo. Più che aiuti sembrano un programma di eugenetica sotto mentite spoglie.
Se la Monsanto in Centro America non si fa scrupoli a far passare l'aereo che irrora pesticidi sopra le teste dei coltivatori mentre questi stanno raccogliendo gli ananassi, possiamo immaginare quali schifezze la Bayer e le altre associazioni a delinquere multinazionali mettano nelle medicine e nei vaccini destinati al terzo mondo. L'alluminio e la formaldeide li mettono anche nei vaccini iniettati ai bambini del primo mondo e, per una volta tanto, sia i nostri di pelle bianca che quelli di pelle scura sono accomunati dall'essere cavie alla mercé di lupi psicopatici travestiti da caritatevoli pecorelle. Forse fra un po' non potremo più parlare di un primo mondo in contrapposizione al terzo, giacché ci sarà un'élite ricchissima e potentissima che tratterà tutti gli altri come carne da macello, schiavi ottusi e microchippati. E' il nuovo ordine mondiale, baby!
I preservativi, qui conosciuti con il termine francese di “capote”, oltre che in farmacia, sono venduti nei chioschi di alimentari per 200 ariary l'uno, pari a 5 centesimi di euro. Più di qualche volta mi è capitato di vedere bambini che ci giocano riempiendoli d'acqua o d'aria, dal momento che si prestano a diventare dei simpatici palloncini. Molti bambini appartenenti ai ceti poveri non vanno a scuola e devono passare il tempo in qualche modo. Così rovistano nelle immondizie alla ricerca di materiale che stimoli la loro fantasia.
Quando non li trovano nei cumuli di immondizie, ci pensa il mare a riportarli a riva, dal momento che i pescatori li usano per proteggere le lampade dagli schizzi del mare, quando vanno a pesca di notte. Essendo di gomma, se vengono gettati via o se si staccano dalle luminarie, spesso il moto ondoso li deposita sulle spiagge, dove sono facile preda di bimbi curiosi e creativi. A meno che non vengano mangiati dalle tartarughe che li scambiano per meduse galleggianti! L'uso improprio fatto dai pescatori mi ricorda i Marines degli Stati Uniti che in Vietnam, con i preservativi dati loro in dotazione, proteggevano la punta dei fucili durante le marce in terreni acquitrinosi. Non mi pare che i Marines ci abbiano mai giocato come fossero palloncini.
Le zanzariere. So per certo che le zanzariere sono date gratuitamente, in special modo dalla ditta svizzera ADES che si occupa di cucine solari, per lo meno nella zona di Tulear. Ho visto con i miei occhi le zanzariere, sostenute da paletti, usate come porte di calcio e come riparo per docce e latrine, anche qui sorrette alla meno peggio con sostegni di legno, per nascondere la nudità di chi non ha il....bagno in casa. Ed è la maggioranza della popolazione. Nei villaggi di pescatori – e questo è l'utilizzo più deleterio – le zanzariere sono usate come reti da pesca, provocando la morte del novellame e di ogni altro organismo marino che vi resti impigliato. Nemmeno la consapevolezza che la diminuita pescosità del mare sia una “catastrophe”, termine usato da Nina amica di Tina, e nemmeno il dato di fatto che molte venditrici di pesce abbiano dovuto cambiare genere merceologico mettendosi a vendere vestiti, può far capire ai pescatori malgasci che se si distruggono gli avannotti non ci saranno più pesci adulti da pescare, nel prossimo futuro, una saggezza che i pescatori di tutto il mondo hanno o dovrebbero avere. Cosa ha portato i Vezo e le altre etnie marittime a non rendersi conto della nocività delle zanzariere trasformate in reti da pesca? L'avidità, l'ignoranza o la semplice stupidità? Se penso a come l'umanità sta trattando gli ecosistemi, mi viene in mente quella frase evangelica dove Gesù promette che “i poveri erediteranno la Terra”, ma nella mia mente diventa: “i poveri distruggeranno la Terra”. Come fermare questa immane, insensata distruzione? Se riesco a trovare il modo, forse mi danno il Premio Nobel.
" L'avidità, l'ignoranza o la semplice stupidità? Se penso a come l'umanità sta trattando gli ecosistemi... "
RispondiEliminaLa stupidità (pur diffusissima su tutto il pianeta) non è nemmeno necessaria.
Basta (e avanza) l'avidità, mista all'ignoranza.
Ma l'ultima parola l'avranno gli ecosistemi (riadattati), non certo a nostra specie, sul cui futuro non oso fare previsioni.
Trovato poco fa su Facebook: "Se misurassimo il tempo in anni galattici, noi Homo sapiens saremmo in giro da appena sette ore e mezza". [Dalla pagina "Chi ha paura del buio"]
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